“Pista nera” di Antonio Manzini

Recensione di Francesca Gnemmi

Giornata nera.

Omicidio.

Nuova indagine.

Una gran seccatura.

È possibile amare il personaggio di Rocco Schiavone? Uno come lui è più facile prenderlo a schiaffi che apprezzarlo. Se fosse un uomo in carne e ossa… non aggiungo altro.

Romano di nascita e vissuto, trasferito ad Aosta in seguito a un episodio al limite della legalità, dopo quattro mesi tra le montagne, in pieno inverno si ostina ancora a indossare le sue amate Clarks scamosciate, per poi trovarsi i piedi fradici e congelati.

Parole non troppo dolci ne ha per tutti e a volontà, i traffici loschi non mancano e un passato tormentato lo agguanta come una medusa che allunga i tentacoli per colpire la propria vittima. La sfiora appena ma lascia il segno.

Primo: non chiamiamolo commissario… perché quella figura è stata sostituita tempo fa da quella del vicequestore e al dottor Schiavone questo particolare irrita come un mazzo di ortiche nelle mutande.

Secondo: impariamo a farci i fatti nostri.

Terzo: nei piccoli paesi ci si conosce tutti e magari si è anche parenti. Fingiamo di esserne all’oscuro.

“Caciuoppolo, ma perché uno che nasce a Napoli, che ha Capri e Ischia a mezz’ora di traghetto, Positano, la costiera, se ne va a schiattare di freddo da ‘ste parti?”.

Caciuoppolo lo guardò e sparò un sorriso guappo con tutti i denti bianchi al loro posto. “Commissa’, pardon, vicequestore. Come dice il fatto là? Che più di una coppia di buoi il carro lo tira…”

Sotto la neve, sulla pista nera è sepolto un uomo. Una vita spezzata, un segreto da portare alla luce.

Alla ricerca del colpevole, facendo i conti ogni giorno con una coscienza che di ordinario ha ben poco.

Un umorismo tagliente che o si ama o si detesta.

Un uomo con il quale si fa conoscenza poco alla volta, scoprendo di lui lievi sfumature che sottolineano la debolezza e l’imperfezione umana. Personaggi ben delineati e di spessore, ognuno inserito al proprio posto alla perfezione.

Forse un tantino arrogante o molto molto di più, ma lo sprezzante rifiuto degli stereotipi della società odierna e dei luoghi comuni compensano abbondantemente il caratteraccio che si ritrova.

Allora non resta altro da fare che attendere la lettura di una nuova indagine in uno dei romanzi della serie, dove le riflessioni si alternano a fragorose risate.

Sinossi

Un vicequestore nato e cresciuto a Trastevere, che odia lo sci, le montagne, la neve e il freddo viene trasferito ad Aosta. Rocco Schiavone ha combinato qualcosa di grosso per meritare un esilio come questo.

È un poliziotto corrotto, ama la bella vita. È violento, sarcastico nel senso più romanesco di esserlo, saccente, infedele, maleducato con le donne, cinico con tutto e chiunque, e odia il suo lavoro. Però ha talento.

Una rilettura della tradizione del giallo all’italiana, capace di coniugare lo sguardo dolente del neorealismo e la risata sfrontata di una commedia di avanspettacolo.

Autore: Antonio Manzini
Titolo: Pista nera
Editore: Sellerio
Genere: romanzo giallo
Anno pubblicazione: 2013
Pagine: 278

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