Oltre l’inverno – di Isabel Allende
recensione di Giovanna Pandolfelli
Oltre l’inverno è un romanzo di Isabel Allende edito in italiano da Feltrinelli nel 2017 con la traduzione di Elena Riverani.
Quale storia inventare il prossimo 8 gennaio, fatidica data in cui ritualmente Isabel Allende ormai da anni dà l’avvio ai suoi romanzi?
Questa volta Isabel si è lasciata ispirare da un tema molto attuale in Europa, e che oltreoceano ha radici profonde e una storia molto più antica che in Italia: l’immigrazione.
Oltre l’inverno parla di migrazioni e rimpatri, di confini superati e partenze senza ritorno, poiché una volta superata la frontiera si lascia per sempre se stessi in quel mondo che è stato e non sarà più.
“Sapeva di essere una forestiera nella sua terra, non aveva contatti con la rete di relazioni sociali senza la quale quasi nulla era possibile, persa tra le vestigia di un passato che non corrispondeva al
Cile frettoloso del presente.Non ne possedeva le chiavi di accesso né i codici; perfino il senso dell’umorismo era cambiato, la lingua era sopraffatta da eufemismi e cautela, perché rimaneva ancora il retrogusto della censura e dei tempi duri.”
Tale è il pensiero della protagonista al suo ritorno in Cile dopo tanti anni e vi si legge il sentimento della stessa autrice che, cilena di nascita, risiede negli Stati Uniti da molto tempo ed è dunque anche
lei una migrante.
È immaginando persone meno agiate di lei che ne condividono tuttavia l’esperienza migratoria che
crea il personaggio di Evelyn Ortega, guatemalteca e clandestina, con un passato di violenza e di
saggezza popolare.
Al centro della trama un delitto, un uomo ricco e senza scrupoli, una donna indebolita dalla mancanza di amore e poi i due coprotagonisti, Lucia, cilena, colta sessantenne con tanta voglia di vivere le sue passioni e di restare in contatto con il proprio io interiore, e Richard, professore americano che il contatto con la sua parte emotiva l’ha perso.
Storie di dolore alle spalle, e di diverse maniere di elaborarle e superarle.
Tenacia, irriverenza verso le convenzioni sociali, la forza delle passioni e una profonda spiritualità caratterizzano le figure femminili del romanzo che è un invito a non mollare neppure nelle circostanze più buie.
Tutti elementi onnipresenti nella produzione di Allende.
È lei la stessa scrittrice che ha raggiunto il successo mondiale con La casa degli spiriti, ma che ha anche indagato l’animo umano e i rapporti di potere durante il periodo oscuro della schiavitù in L’isola sotto il mare, lei che ha puntato le luci della ribalta sull’eroina cinquecentesca in Inés dell’anima mia e ancora lei che, in uno struggente diario, ha condiviso ed elaborato il lutto della perdita in Paula.
Oltre l’inverno è un titolo evocativo, per superare il freddo climatico del nord degli Stati Uniti, per oltrepassare i confini del gelo che irrigidisce gli animi incapaci di guardarsi dentro e di cogliere i segnali che li circondano.
Oltre l’inverno che paralizza il nostro stato emotivo, ma anche aldilà della rigidità del sistema politico e giudiziario di un Paese che permette ai clandestini di restare nell’ombra e in balia della criminalità che specula sulle loro vite.
Dalla trama, a tratti assurda, che sfiora l’irrazionale e senza dubbi l’illegale, emerge un messaggio di chiara sfiducia dell’autrice nell’autorità che, inflessibile e algida nelle sue regole, è considerata dalla protagonista -e dall’autrice- incapace di far fronte con la dovuta umanità e la necessaria obiettività ad una situazione che, in apparenza, punterebbe il dito sul reato di clandestinità.
Con rocamboleschi eventi i protagonisti si improvvisano salvatori e giustizieri e la verità trionferà in maniera goffa ma tuttavia sufficiente da poter punire il vero colpevole, assassino di anime, più che di corpi.
Un romanzo avvincente, scritto da una maestra della narrativa contemporanea e degna di un successo oltre l’inverno dei confini e delle barriere.
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Sinossi
Brooklyn, ai giorni nostri.
Durante una tempesta di neve, Richard Bowmaster, professore universitario spigoloso e riservato, tampona la macchina di Evelyn Ortega, una giovane donna emigrata illegalmente dal Guatemala. Quello che sembra solo un banale incidente prende tutt’altra piega quando Evelyn si presenta a casa del professore per chiedere aiuto.
Smarrito, Richard si rivolge alla vicina, che conosce a malapena, Lucia Maraz, una matura donna cilena con una vita complicata alle spalle.
Lucia, Evelyn e Richard, tre persone molto diverse tra loro, si ritrovano coinvolte in un thriller dalle conseguenze imprevedibili.
Tre destini che Isabel Allende incrocia per dare vita a un romanzo molto attuale sull’emigrazione e l’identità americana, le seconde opportunità e la speranza che, oltre l’inverno, ci aspetti sempre un’invincibile estate.