CAMBIARE L’ACQUA AI FIORI – di Valérie Perrin
Recensione di Serena Savarelli
Il romanzo di Valérie Perrin, Edizioni e/o, Cambiare l’acqua ai fiori, è un inno alla vita che s’innalza dove la morte rivela segreti, sotto i raggi del sole che fanno germogliare emozioni.
“Mi chiamo Violette Toussaint. Facevo la guardiana di passaggio a livello, ora faccio la guardiana al cimitero.
Assaporo la vita, la bevo a sorsi, come un tè al gelsomino con un po’ di miele.”
La storia di Violette Toussaint è dolore e rinascita insieme, intrecciati tra loro. È il filo degli eventi che rammenda le azioni. Sono le parole non dette a scandire il tempo di chi s’incontra e si scontra.
Di fronte alla scelta se continuare a vivere o a sopravvivere, Violette reinventa il suo essere, in un tempo capace di distruggere sia la vita che la morte.
La morte comincia quando nessuno può più sognare di te.
Violette è stata congelata dalla pancia di una madre che non l’ha voluta, per questo adora l’estate, perché il calore l’ha salvata. Un po’ come l’amore. Quello irruento, ingenuo e che vibra sotto la passione, generando un frutto senza paragoni. Non importa per quanto tempo, non importa a quale
prezzo.
“Annoto tutte le sepolture e le esumazioni.”
Non sapevo che rientrasse nei suoi incarichi.”“Infatti non ci rientra, ma se uno facesse solo quel che rientra, nei propri incarichi la vita sarebbe
triste.”
Violette non rientra negli schemi.
È una donna genuina che ha preso a braccetto il coraggio e lo ha fatto diventare un fedele compagno di viaggio. Partendo da un libro, lei ha scoperto che si può essere attratti da una lettura tanto quanto dalle persone. Ciò che si vede o si ascolta può cambiare l’esistenza; ciò che le mani imparano a fare possono tramutare il finale di una storia. La metamorfosi di un pozzo senza fondo genera l’inimmaginabile.
La mia vita era un campo di rovine in mezzo alle quali un soldato sconosciuto mi aveva mandato una targa funeraria e una lettera.
La vita riprende sempre il sopravvento; come folata inaspettata, dirige là dove il terreno è fertile per coltivarsi ancora, per ritrovare la bellezza del mondo, quella che inebria davvero. Non importa se tutto accade in un cimitero. Esso è il luogo dove i vivi reinventano la vita dei morti, come se fosse
una strana biblioteca di esistenze perdute che cambiano il presente di chi resta.
Un luogo dove Violette cresce in un altro modo, altrove. Lì, dove resta il suo cuore, dove ricomincia a battere ancora; lì, dove permane l’essenza di ciò che è stata e può ancora diventare.
Cambiare l’acqua ai fiori s’insinua dolcemente nei meandri della mente e del cuore del lettore.
Basta cominciare a leggerlo per ricevere un abbraccio, per rendersi conto che la morte sta dove vivono le incomprensioni, che la vita opera continuamente per dare a tutti continue opportunità.
Il lettore si affeziona a tutti i personaggi: sorride e piange con loro, prova pietà e commozione, gratitudine e ammirazione, finendo per diventare parte integrante di una storia che ricorda un po’ anche lui.
Valérie Perrin regala al mondo la possibilità di rintracciare l’essenza della vita e della morte in una storia che appare tanto reale quanto meravigliosa.
Link d’acquisto
https://www.amazon.it/Cambiare-lacqua-fiori-Val%C3%A9rie-Perrin/dp/8833570991
Sinossi
Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una storia piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale.
Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto.