Morte di una sirena di Rydahl & Kazinski
Voce alle Donne
recensione di Emma Fenu
Morte di una sirena è un romanzo di Rydahl e Kazinski edito da Neri Pozza nel 2020.
Di cosa tratta Morte di una sirena?
Nella Copenhagen del 1834 viene ritrovato un cadavere di una prostituta, Anna, che lascia orfana una bambina di sei anni. Fra i capelli, disposte con cura, conchiglie e la sulla pelle di alabastro il spiccano il viso perfetto e il corpo denudato nella parte superiore.
La sorella della vittima riconosce l’uomo che ha fatto visita alla giovane l’ultima sera: è un tipo strambo, alto, dinocolato, con i capelli mossi, un naso imponente e, soprattutto, non vuole prestazioni sessuali.
Vuole che la sua musa si denudi per realizzare dei ritagli di carta. Solo questo.
L’accusato è Hans Christian Andersen, uno scrittore sfortunato e non compreso, figlio di un calzolaio, che, grazie ad amicizie importanti, è stato avviato agli studi e poi protetto da una famiglia altolocata.
Il giudice e il popolo urlano che venga decapitato, ma, per compiacere i suoi mecenati, gli vengono concessi solo tre giorni per scoprire il vero colpevole.
Inizia una storia che si snoda fra strade di fango, feci, urina, accoppiamenti animaleschi, svuotatori di pitali, prostitute, soldati e bambini sfruttati, e il librinto del castello del Re, fra stoffe preziose, spreco di cibo, crudeltà, intrighi di corte, depravazione e lusso volgare.
Morte di una sirena è un thriller con un ritmo serrato e talmente ricco di colpi di scena che non posso svelare altro: ci saranno altre morti, inseguimenti rocamboleschi, indizi misteriosi, scoperte sconvolgenti, segreti inconfessabili, serpenti che strisciano nei labirinti sordidi della mente.
Non potrete resistere: sapete chi è il colpevole, ma non capite molto fino a quando gli indizi si uniscono sulla carne, formando un cerchio perfetto; fino a quando la putrefazione morale la sentirete come un tanfo e cercherete, per respirare, una storia della buonanotte. Troverete anche questa.
Troverete anche amore, puro e indomito, per la giustizia, la verità, gli animi bambini.
Perché leggere Morte di una sirena?
Morte di una sirena, che ha riscosso molto successo in Danimarca, dove è stato stampato per la prima volta, è un libro di grande bellezza.
Certo, è un thriller mozzafiato: c’è un assassino seriale, un innocente perseguitato, vittime immolate sull’altare della lucida follia, corpi su cui sono perpetuate torture, bambini legati, affamati, violati.
C’è sangue, lame appuntite, veleni, bramosia di morte, corse nel buio, pericoli dietro ogni porta: vi sembrerà di esserci e il cuore seguirà il ritmo della storia, in cui vi ritroverete.
E poi c’è Hans Christian Andersen, per noi italiani l’uomo delle fiabe.
Si scopre il suo candore, la sua capacità di parlare con gli oggetti e ottenere risposta, la sua abilità nel trasformare il reale in storia, fiaba, racconto da sussurrare alle orecchie dei bambini, gli unici che posso credere, perchè sanno.
Sanno che tutto ha anima e voce e non giudicano secondo stereotipi razzisti, omofobici, misogini.
Non importa se sei troppo alto e dal viso strano, se sei figlio di povera gente di Odense, sei senti le voci degli oggetti e dei fiori, se le tue storie sono tristi, se non ti cresce la barba sulle guance, se non sarai mai marito e padre, se talvolta credi di essere pazzo e se sei meravigliosamente diverso: ancora bambino, ancora impaurito, ancora avvinto dal mistero.
E non è vero che sei un codardo perchè non sai fare a botte e non sbatti il pugno sul tavolo dei potenti: scrivi la verità perchè nulla sia scordato, la scrivi dolce e amara, nascoste fra le piume di un cigno, ma non meno cruda.
Dalla piccola fiammiferaia, alla sirenetta, seguendo le orme giganti il cui profilo scuro segna ora le vie di Odense, conosciamo l’animo tormentato di uno scrittore che ha avuto il privilegio di rivolgersi ai lettori migliori.
E noi non dimenticheremo, Hans.
Ti staremo ad ascoltare ancora, perchè le tue parole ci hanno insegnato che perfino davanti alla morte di una sirena, l’amore resiste: a volte fa male, a volte uccide, ma è il senso del nostro incedere su questa terra. Con un cilindro in testa.
Link d’acquisto
Sinossi
Copenaghen, 1834.
Anna lavora in una zona della città dove le botti d’acquavite prendono fuoco per strada, i panettieri vendono pretzel infilati sui bastoni, i marinai ballano tra di loro e i mendicanti e i ladri si aggirano senza sosta.
Per provvedere alla Piccola Marie, la figlia di sei anni, riceve fino a tarda ora uomini ubriachi ed eccitati che non le chiedono nemmeno il nome, le strappano i vestiti di dosso e la prendono.
Una sera viene condotta a forza in una casa elegante e, davanti a una grande porta spalancata sul mare, qualcuno pone fine alla sua giovane vita.
Il suo corpo viene ritrovato nell’immondezzaio della città, il canale dove si raccolgono tutti i rifiuti di Copenaghen.
Un corpo bellissimo con gli occhi chiusi, ma con i capelli che, come quelli di una sirena, scintillano di conchiglie.
«L’uomo dei ritagli»… l’assassino non può essere che lui. Molly, la sorella minore di Anna, ne è sicura: soltanto un dissoluto può recarsi nell’appartamento di una prostituta e starsene tutto il tempo su una panca a contemplarla e a realizzare ritagli di carta che le somigliano.
Ne è convinto anche il questore: il responsabile dell’infelice decesso non può essere che lo scrittorucolo con la passione per carta e forbici, l’uomo che è stato visto uscire per ultimo dall’appartamento della vittima.
«L’uomo dei ritagli»… si chiama Hans Christian Andersen ed è o, meglio, vorrebbe essere uno scrittore; tutti i tentativi per diventarlo sono però miseramente falliti, stroncati senza esitazione dai critici.
Non fosse per la protezione dell’influente signor Collin, che lo ha spedito in collegio, ha pagato la retta e lo ha introdotto nel bel mondo, sarebbe immediatamente incriminato di omicidio e condotto nelle patrie galere per essere poi punito con vedrebbe volentieri decapitato e sulla ruota, ma, dato il peso dei Collin in città e persino sulla corona, deve scacciare per il momento la visione e offrire ad Andersen un’ultima chance: tre giorni, soltanto tre giorni per trovare altri colpevoli.
Se non salteranno fuori, Hans Christian Andersen si trasformerà da scrittore povero in canna in assassino.
Romanzo accolto da uno straordinario successo di pubblico e di critica al suo apparire in Danimarca, Morte di una sirena annuncia un detective che resterà a lungo nella mente dei lettori: Hans Christian Andersen, l’autore che trasformerà poi in storie eterne l’oscura materia delle sue inchieste.