La ragazza di neve di Javier Castillo
Voce alle Donne
Recensione di Emma Fenu
La ragazza di neve è un thriller di Javier Castillo edito da Salani nel 2020.
Di cosa tratta La ragazza di neve?
Al termine de La ragazza di neve, ho proseguito, come sempre, nella lettura dei ringraziamenti.
“Un libro senza ringraziamenti è, a mio parere, un libro senz’anima…”
Concordo con l’autore, per questo mi piace scoprire l’intreccio di nomi, citazioni, ricerche, ritrovamenti casuali e relazioni affettive che conducono nel laboratorio della storia, nel suo farsi viva creatura.
Al termine di tali ringraziamenti, Javier Castillo su rivolge ai lettori invitandoli a non spoilerare nulla oltre a quanto narrato nella sinossi.
Non lo farò, Javier, terrò fede al patto.
Racconterò solo che nella più celebre e strabiliante parata del giorno del Ringraziamento a New York, scompare fra una pioggia di coriandoli rossi, la piccola Keira, di tre anni.
Un sorriso con i dentini divisi da una fessura.
Una fossetta al centro del mento.
Un piumino bianco.
Due codini di capelli lisci e neri.
Due iridi chiare sotto ciglia di piume.
Quanti coriandoli?
Mille, diecimila?
Quanti secondi? Una decina?
Per quanti secondi tuo padre non è riuscito a vederti? Per quante frazioni di istanti ha sentito le tue dita scivolare dalla stretta della sua mano?
Ti cercheranno all’infinito, bambina.
E di te arriverà una cassetta vecchio stile, VHS, dopo 5 anni dalla scomparsa.
Sei tu, che giochi, in una stanza con la carta parati arancione, con una casa di bambole. O sei dentro una casa di bambole?
È l’inizio di una lunga storia.
Di genitori distrutti dal dolore che mutila.
Di una giornalista che non molla.
Di un professore che crede nell’etica.
Di agenti che sanno quanti sono i bambini scomparsi.
Mille? Migliaia?
Dove sono?
Sotto la neve dell’oblio?
Sotto la neve dello sfarfallio delle interferenze elettromagnetiche captate da chissà dove?
Chissà dove. Chissà dove sei, Keira, ragazza della neve.
Sono stata parca di dettagli, Javier? Non troppo poco, non troppo: il giusto per creare tensione e lasciare al lettore la voglia di essere nella storia.
Perché leggere La ragazza di neve?
La ragazza di neve è un thriller dalla trama apparentemente banale, che riserva un interessante colpo di scena nell’ultima riga.
E, se un epilogo a sorpresa ci era dovuto, un ulteriore scossone è un dono aggiuntivo.
Un romanzo intenso, drammatico, realista, che tocca temi di attualità su cui riflettere: la strumentalizzazione del dolore, la corsa alla notizia in un mondo in cui la carta stampata è in contesa con il web, le incertezze sulla legge della privacy di chi commette reati sessuali.
E, infine, ancora una volta in una mia recensione, il topos della maternità senza stereotipi, quella che è reale, quella che conosce il freddo, quella che urla sotto la neve.
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Sinossi
1998, New York, parata del Giorno del Ringraziamento: Kiera Templeton, tre anni, sparisce.
Succede tutto in un attimo: il padre perde la presa calda e leggera della mano di sua figlia e improvvisamente non la vede più, inghiottita dalla folla che si spintona. Inutile chiamarla, chiedere aiuto e disperarsi.
Dopo lunghe ricerche, vengono ritrovati solo i suoi vestiti e delle ciocche di capelli. 2003, cinque anni dopo, il giorno del compleanno di Kiera: i suoi genitori ricevono uno strano pacchetto.
Dentro c’è una videocassetta che mostra una bambina che sembra proprio essere Kiera, mentre gioca con una casa delle bambole in una stanza dai colori vivaci. Dopo pochissimo lo schermo torna a sgranarsi in un pulviscolo di puntini bianchi e neri, una neve di incertezza, speranza e dolore insieme.
Davanti al video c’è anche Miren Triggs, che all’epoca del rapimento era una studentessa di giornalismo e da allora si è dedicata anima e corpo a questo caso.
È lei che conduce un’indagine parallela, più profonda e pericolosa, in cui la scomparsa di Kiera si intreccia con la sua storia personale in un enigmatico gioco di specchi…