La prima figlia di Anna Pavignano

Voce alle Donne

recensione di Emma Fenu

prima figlia

 

La prima figlia è un romanzo di di Anna Pavignano edito da E/O nel 2022.

Di cosa tratta La prima figlia?

Ci si aspetterebbe la storia di una primipara, ma Poliana, la nostra protagonista, è alla terza gravidanza, in sala d’attesa per l’amniocentesi.

Ma i suoi pargoli sono maschi e dentro di sè immagina una bambina: nella loro comunicazione intima e segreta le dà già un nome: Cristina.

Ma è davvero la prima figlia?

Che fine ha fatto Amanda, la pupattola con i ricci neri, agghindata di pois e trine, che aspetta il papà sulla panchina della stazione?

Non c’è mai stata.

Sono infiniti i figli immaginati e mai concepiti, perchè si era troppo giovani o troppo vecchi, perchè non si aveva un partner o non era quello giusto, perchè non si aveva stabilità economica, perchè in fondo non si desiderava la genitorialità o si era infertili, anche senza spiegazione scientifica. Ci sono migliaia di Amanda nei mondi del possibile.

Ma Cristina c’è: potrebbe essere davvero la prima figlia. E nell’attesa di un esame che ne svelerà il sesso ma soprattutto la conformazione dei cromosomi, Poliana si interroga e immagina il futuro.

E se fosse affetta dalla sindrome down?

Se gli altri figli ne soffrissero?

Se i bambini down non fossero felici?

Se l’aborto fosse un atto egoistico invece che amorevole?

Se non fosse lecito scegliere se stesse a discapito di figlio non nato?

Se questo bambino fosse, invece, l’occasione per diventare migliori e autentici, stabilendo un rapporto più intimo con il proprio marito?

Se il futuro fosse un’incognita sempre e cercare risposte e soluzioni non fosse logico e sensato?

In questa giostra di domande, Poliana incontra Antonio, recatosi nel reparto più fresco, durante un torrido agosto, poichè la moglie è ricoverata in Medicina Generale per un brutto male.

Non si conoscono, ma sono quasi coetanei.

Antonio racconta la sua vita, il dolore di non aver avuto figli, di accudire la donna che ama, di non aver inseguito i suoi sogni e di essere diventato per inerzia un professore di musica.

E, per ballare sotto la pioggia, come davanti a una vecchia amica d’infanzia, affida alla protagonista il proprio portafoglio, che poi dimenticherà, forse apposta, nella borsa.

E se Antonio fosse un bugiardo o un pazzo?

E se avesse ragione la sua Mimì che, da come lui racconta, esorta a non generare figli in un mondo destinato al dolore?

Non troverete risposte, ma altre domande. E un colpo di scena finale.

Perchè leggere La prima figlia?

La prima figlia è un libro dallo stile snello, dai pensieri che non si confondono con la realtà, e dalla descrizione fedele, coraggiosa e audace della maternità e della disabilità.

Niente stereotipi, niente giudizi, niente atti eroici.

Molto amore, molta consapevolezza, molto timore.

Molta incertezza. Le madri non sono forse esseri umani, donne, con dubbi, desiderio di riposo e autonomia, amore infinito e istinto di protezione?

Le madri non sono proiezioni del mito maschile dell’angelo del focolare, sono donne. Meravigliosamente imperfette, come lo siamo tutti, anche senza una diagnosi sul dna.

 

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Sinossi

Poliana è incinta e ricoverata in day hospital per fare l’amniocentesi: ha quarant’anni, il rischio di avere un bambino down è piuttosto alto.

Non ha mai pensato al feto che ha in corpo come a un bambino, l’ha sempre considerato un essere provvisorio il cui futuro è legato all’esito dell’esame.

Poliana è immersa in un conflitto da cui non riesce a uscire: ormai ha permesso alla sua bambina di esistere, come potrebbe liberarsene, se l’esame avesse esito infausto?

Usa la propria fantasia per dare vita all’idea di come sarà la sua bambina se sarà una persona down. Immagina tutte le difficoltà e le gioie che quella bambina le darà, ciò che dovrà affrontare per il suo futuro.

Improvvisamente le è tutto chiaro e lo dichiara, proprio sulla porta dell’ambulatorio: anche se avrà la Sindrome di Down, lei vuole tenere il figlio.

Una storia sul conflitto tra cuore e ragione, sul legame viscerale tra madre e figlio che si instaura prima della nascita, sul perché sentiamo il desiderio di procreare e sul timore di farlo per la responsabilità che comporta il decidere di far venire al mondo un essere umano.

Un modo trasversale per accostarsi al mondo della diversa abilità, a ciò che significa essere genitori di una persona Down.

Sassi lanciati nello stagno e non risposte, perché quelle si possono trovare solo nella consapevolezza di ognuno e nel proprio modo di vedere la vita. E forse in un ‘sentire’ che poco ha a che fare con la ragione e la saggezza.

Titolo: La prima figlia
Autore: Anna Pavignano
Edizione: E/O, 2022