Eredità – di Vigdis Hjorth

recensione di Emma Fenu

Eredità
Eredità è un romanzo della scrittrice norvegese Vigdis Hjorth edito in italiano da Fazi nel 2020.

Questo  libro o lo si ama o lo si odia. E io lo ho amato.

All’apparenza è una storia come tante, una storia che può essere nostra o vissuta indirettamente, ma di cui conosciamo i risvolti probabili, le recriminazioni sepolte che risorgono con la morte del de cuius, le rivalità e le pesanti ripercussioni in ambito familiare.

Si tratta della spartizione dell’eredità dei genitori fra più figli, in questa vicenda quattro: un uomo e tre donne.

Alle sorelle minori, che sono sempre state premurose, vengono lasciate le due case al mare; ai due primogeniti, che da molti anni avevano interrotto ogni tipo di contatto, viene assegnata una somma decisamente inferiore. Anche fin qui, è storia nota.

Il figlio si impunta, ritendo ciò ingiusto, e spiega la propria assenza con il comportamento glaciale del padre, propenso alle botte ma non all’amore. Anche fin qui, è storia nota.

La sorella maggiore, Bergljot, invece, si aspettava di essere diseredata poiché da ben ventitre anni non si recava presso la dimora familiare nemmeno alla vigilia di Natale.

Il denaro diventa compesazione di affetto mancato, di infanzia felice e spensierata che ad alcuni è stata negata. Si può attribuire un valore pecuniario ai sentimenti? No, eppure si tenta di farlo. Anche fin qui, è storia nota.

Allora, come può Eredità tenere incollato il lettore per più di trecento pagine, seguendo il percorso mentale della protagonista che racconta più volte i medesimi eventi, a volte come figlia, a volte come sorella, a volte compagna, a volte come madre, a volte come paziente psichiatrica, a volte come adulta – bambina e infine come adulta consapevole di sè?

Semplice: Vigdis Hjorth si destreggia con maestra fra suspance, digressioni e flusso di coscienza   e crea una fitta rete di citazioni intertestuali che ci portano da Casa di bambola di Ibsen al film Una bugia di troppo del 2012.

La storia di Bergljot non è poi così nota.

O meglio, è nota ma è taciuta: è il segreto di famiglia che lega un padre narcisista, una madre nevrotica che inscena suicidi e gravidanze, un amante non clandestino e quattro bambini. Sì, ho scritto bambini anche se i figli sono nell’età di essere ormai nonni.

Ma questa è la storia di una bambina di cinque anni che fu iscritta a danza. Solo lei, a differenza delle sue sorelle.

Perchè?

E perchè è stata inclusa nel testamento quando non aveva più rapporti con i genitori?

Cosa nasconde una famiglia norvegese “perfetta“?

 

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Sinossi

Quattro fratelli. Due case a picco sul Mare del Nord. Un dramma familiare sepolto nel silenzio da decenni.

Tutto comincia con un testamento.

Al momento di spartire l’eredità fra i quattro figli, una coppia di anziani decide di lasciare le due case al mare alle due figlie minori, mentre Bård e Bergljot, il fratello e la sorella maggiori, vengono tagliati fuori.

Se Bård vive questo gesto come un’ultima ingiustizia, Bergljot aveva già messo una croce sull’idea di una possibile eredità, avendo troncato i rapporti con la famiglia ventitré anni prima.

Cosa spinge una donna a una scelta così crudele?

Bård e Bergljot non hanno avuto la stessa infanzia delle loro sorelle.

Bård e Bergljot condividono il più doloroso dei segreti.

Il confronto attorno alla divisione dell’eredità sarà l’occasione per rompere il silenzio, per raccontare la storia che i familiari per anni hanno rifiutato di sentire.

Per dividere con loro l’eredità – o il fardello – che hanno ricevuto dalla famiglia. Per dire l’indicibile.

Premiato dai librai norvegesi come miglior libro dell’anno, in vetta alle classifiche di vendita per mesi, osannato dalla critica internazionale, Eredità è il romanzo con cui la norvegese Vigdis Hjorth ha raggiunto la fama mondiale.

Lirica riflessione sul trauma e sulla memoria, è al tempo stesso il furioso racconto della lotta di una donna per la sopravvivenza.

Titolo: Eredità
Autore: Vigdis Hjorth
Edizione: Fazi, 2020