Aleph di Paulo Coelho
Voce alla Libroterapia
Recensione di Serena Savarelli
Aleph, di Paulo Coelho, è il romanzo più personale che ha scritto questo autore, edito La nave di Teseo.
Per la rubrica Io mi curo con un libro oggi non ci sono parole da individuare, perché nessuna renderebbe davvero l’idea che continua ad accompagnarmi dopo la fine di questa lettura. Da condividere è piuttosto un concetto che io stessa ho sperimentato: Aleph è una lettura che si vive.
Aleph è un romanzo che parla di come affrontare le proprie paure, credere nel proprio istinto e aprire la mente alle infinite strade che collegano tutti noi mentre affrontiamo insieme il viaggio della vita, pur seguendo percorsi diversi.
Sono convinta che, spesso, sono i libri che scelgono il loro lettore e non viceversa.
Aleph mi ha scelto in un momento particolare della mia vita e, in un giorno, ho vissuto uno dei viaggi più indimenticabili della mia vita in compagnia di questo scrittore, una di quelle avventure che ti incita a tenere nel cuore uno spazio per l’inimmaginabile.
Aleph è una storia fatta di pagine che contengono parole preziose che avrei voluto sottolineare tutte, dalla prima all’ultima; alla fine, ho lasciato che a guidarmi non fosse solo l’immaginazione, ma soprattutto le emozioni scaturite da ogni valore condiviso e da tutti gli insegnamenti che fanno di questo libro un ricettacolo di saper vivere.
Credo che Aleph sia il primo libro che non ho letto, ma percepito in un attimo preciso in cui il conflitto superava la pace. E la pace è ornata, più intensa di prima.
“Non mi sento mai davvero in pace; ogni tanto ingaggio grandi conflitti con me stesso, lotte che possono protrarsi per mesi.”
Di cosa tratta Aleph?
Il protagonista si trova al confine tra due mondi: quello reale e quello permeato di magia, dove i propri i limiti si scontrano con l’incredibile di cui fa parte l’Universo tutto.
J. la sua guida spirituale è il seminatore di verità nel suo cuore turbato. Il seme piantato ha lo scopo di accrescere questa consapevolezza: che esiste sempre un tempo preciso per l’azione e che è il dubbio che fa avanzare l’uomo nel suo cammino, in un tempo che non insegna ma offre stanchezza.
“In poche parole, agendo in un modo che può sembrare assurdo, è possibile raggiungere le profondità della propria anima, la sua parte più antica, quella prossima all’origine di ogni cosa.”
Tutto si coalizza perché Paulo intraprenda un lungo viaggio, durante il quale conoscerà i suoi lettori e pubblicizzerà i suoi libri, ma in realtà la meta lo porterà a vivere la magia dell’attimo presente. E io, insieme a lui, capirò ciò che magia e vita tentano da sempre d’insegnare all’uomo. Infatti passato e presente esistono solo nella memoria di tutti.
“Non è quello che hai fatto nella tua vita passata a influenzare il presente, ma è ciò che fai nel presente che redimerà il passato e logicamente cambierà il futuro.”
Il viaggio. Sperimentare per comprendere il senso della vita e non sostare nell’attesa di risposte che arrivano solo nell’agire. Sono partita in viaggio con il protagonista e non sono stata più qui, ma mi sono allontanata per poter meglio tornare al mio presente.
“La nostra vita è un viaggio ininterrotto, dalla nascita alla morte. Si trasforma il paesaggio, variano le persone, mutano le necessità, ma il treno prosegue la sua corsa. La vita è il treno, non la stazione ferroviaria. E finora tu non hai viaggiato: hai soltanto cambiato paese – una cosa del tutto diversa.”
Insieme, lungo il percorso della Transiberiana, abbiamo conosciuto una giovane violinista, Hilal scoprendo che la vita ti offre sempre una possibilità di redenzione quando incontri le persone con le quali è necessario sciogliere nodi o provare emozioni indispensabili all’evoluzione.
Incontri che sono segnali, conferme o cambi di direzione.
Persone che s’intersecano e si incrociano per scrivere insieme il Libro della Vita, per poter migliorare questo mondo. Ognuna di queste persone dà il proprio contributo, qualunque esso sia, per costruire qualcosa di collettivo e di contagioso per il quale serve sempre un pizzico di follia.
Paulo, Hilal e io. Tutti concentrati in un punto preciso dove ciò che non ha rimedio, è rimediato, dove ciò che ferisce, cura anche, dove si può crescere insieme, dove il viaggio è il presente e non il ricordo del passato, dove per vedere l’arcobaleno si deve amare la pioggia e dove per tornare a vivere bisogna imparare a perdonare.
Paulo, Hilal e io. Tutti e tre nell’Aleph…
“… il punto che contiene tutti i punti, il luogo nel quale si trovano senza confondersi tutti i luoghi della terra, visti da ogni angolazione.”
Siamo davanti a porte che si aprono e si chiudono, di fronte alla consapevolezza che spesso dobbiamo incontrarci di nuovo in un tempo preciso della nostra esistenza, per assaporare la magia dell’esistenza di un universo parallelo dove il tempo e lo spazio sono eterni e sempre presenti.
Ora lo sappiamo: tutti siamo uno specchio del nostro tempo. Tutti ci rincontreremo…
“Formiamo tutti un’unica anima che ha bisogno di evolversi perché il mondo prosegua nel suo cammino.”
Perchè leggere Aleph?
Ci conosciamo da secoli e resteremo insieme per l’eternità. Parole effimere o un concetto astratto?
Niente di tutto ciò, piuttosto esso è una verità indissolubile come un assioma.
Il viaggio è lo strumento che ci permette di compenetrare un concetto Amore che va al di là della semplice relazione tra due persone. Esso è l’Amore che guida le anime, il messaggio che prevale sempre sull’errore, ciò che determina chi siamo, ciò che prevale su tutto, ciò che permette di vivere e non sopravvivere.
“Vivere è allenarsi. Allenandoci, ci prepariamo per affrontare tutto quello da cui siamo attesi.”
Alla fine di questo viaggio, Paulo è un guerriero che insegue un sogno ispirandosi a ciò che realmente fa e non a quello che immagina di fare; Hilal è certa che può essere amata davvero e ricominciare ad amare, tornando sovrana del suo regno; io ho attraversato, per la prima volta, un amore senza nome, senza spiegazioni, uguale a un fiume che conosce il suo corso, e procede soltanto…
“… un amore che non chiede e non dà niente in cambio, che si appaga soltanto nella sua manifestazione. Anche se non sarò mai tuo, e tu non sarai mai mia, posso dire: “Io ti amo”. Io ti amo. Io ti amo.”
E questo amore è il punto di partenza per consolidare la mia certezza: il magico… lo straordinario è sempre con noi.
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Sinossi
Nel suo romanzo più personale, Paulo Coelho torna con un viaggio alla scoperta di sé. Come Santiago, il pastore dell’“Alchimista”, anche Paulo sta affrontando una profonda crisi di fede ed è alla ricerca di un cammino che l’aiuti nella sua rinascita spirituale. L’unica vera possibilità è di ricominciare tutto da capo.
Così intraprende un viaggio che lo condurrà attraverso l’Africa, l’Europa e l’Asia lungo il percorso della Transiberiana, un viaggio che gli riporterà energia e passione. Quello che Paulo non sa è che incontrerà Hilal, una giovane violinista piena di talento, che ha amato cinquecento anni prima, ma che ha tradito con un gesto di codardia talmente estremo da impedirgli di raggiungere la felicità in questa vita.
Insieme inizieranno un viaggio mistico nel tempo e nello spazio che li porterà più vicino all’amore, al perdono e al coraggio di superare tutti gli ostacoli che la vita, inevitabilmente, ci presenta.
“Aleph” ci invita a riflettere sul significato del nostro viaggio personale. Siamo davvero quello che vogliamo essere, facciamo davvero quello che vogliamo fare? Molti libri si leggono. “Aleph” si vive.
“Aleph” è un romanzo che parla di come affrontare le proprie paure, credere nel proprio istinto e aprire la mente alle infinite strade che collegano tutti noi mentre affrontiamo insieme il viaggio della vita, pur seguendo percorsi diversi.