La lingua perduta delle gru di David Leavitt

Recensione di Veronica Sicari

lingua perduta delle gru

La lingua perduta delle gru è un romanzo di David Leavitt, edito da Società Editrice Milanese nel 2022.

La lingua perduta delle gru fu edito per la prima volta nel 1986 e destò non poco fermento nel mondo editoriale di allora.
David Leavitt, era già noto per la silloge Ballo di famiglia, aveva ricevuto parecchi elogi; esperienza che non si ripeté con il secondo romanzo.

Di cosa tratta La lingua perduta delle gru?

Il tema dell’opera era innovativo per i tempi: il protagonista de La lingua perduta delle gru, Philip, è un ragazzo omossessuale, figlio di una famiglia della media borghesia americana. Affronta il percorso di accettazione di sé stesso, della propria identità e la scelta, sofferta quanto necessaria, del coming out con i genitori.

Così come molti altri autori americani della sua generazione, Leavitt mostra il vero volto della società americana, al di là del velo di ipocrisia e perbenismo dietro il quale si cela, e lo fa anche attraverso un linguaggio esplicito.
Trova così rappresentazione la vita reale che si agita nei sobborghi residenziali, le abitudini dei frequentatori dei locali notturni.
Sono gli anni del dilagare di una nuova malattia, l’AIDS, a torto ritenuta stigma di chi conduceva una vita amorale. La malattia degli omossessuali, che costringeva milioni di persone all’invisibilità, per paura di rimanere vittime di isolamento sociale.
Gli anni nei quali dichiarare la propria omosessualità comportava la condanna all’invisibilità, per aver tradito un patto atavico, antico.
E così, oltre alle avventure esistenziali del giovane Philip, alla disperata ricerca del compagno per la vita, che gli permetta di rientrare nei canoni socialmente accettati ed accettabili della rispettabilità,

Leavitt ci permette di osservare la vita dei suoi genitori, Rose e Owen, la cui vita sembra scorrere nei binari della normalità.
Finché lo spettro della speculazione immobiliare, che interessò interi quartieri di New York, non finirà per svelare segreti e angosce fino a quel momento nascoste.
E così, la coppia borghese di mezza età si troverà costretta a venire a patti con le proprie umane miserie, con le tragedie vissute nel silenzio, con i segreti fino a quel momento covati.

La prefazione a questa nuova edizione (e traduzione), è dello stesso autore.

Leavitt parla del proprio romanzo descrivendolo come disordinato, “un po’ maldestro”: un giudizio, forse, troppo severo, per un’opera certamente visionaria per i tempi nei quali vide la luce.
Estremamente moderna.
La trama si snoda attraverso piccoli balzi temporali, che permettono di mettere a fuoco, di volta in volta, il presente o il passato dei singoli protagonisti.

Nei diversi piani narrativi, accanto ai protagonisti di questo vero e proprio dramma, appaiono ersonaggi secondari con le loro storie, le loro angosce. Come fossero elementi del coro greco, spesso le loro esperienze tracciano maggiore profondità alle vicende principali, non limitandosi a rimanere quali meri espedienti narrativi, funzionali ai protagonisti.

Perchè leggere La lingua perduta delle gru?

Questa sorta di dimensione parallela delle storie riesce a descrivere perfettamente l’autonomia – o sarebbe meglio dire solitudine? – nella quale i tre personaggi principali si trovano a vivere.
Il mondo personale di ognuno dei tre protagonisti non entra mai in contatto diretto con gli altri. Tre vite autonome, separate, che ogni tanto si sfiorano, senza nulla condividere fino in fondo.
Solo nella parte finale del romanzo, quando quasi tutti i segreti finiscono per esser svelati, si inizia ad intravedere una commistione tra le diverse solitudini. L’inizio di un rapporto familiare diverso.

Anche la scelta di non fornire un finale netto, reciso, fa di La lingua perduta delle gru, un’opera estremamente moderna e forse per tale ragione non compresa fino in fondo quando edita per la prima volta, ma che certamente merita ancora di essere letta.

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Sinossi

«Insomma, i miei genitori sono liberal. Non saranno certo distrutti».

pensa Philip Benjamin, ilprotagonista di questo romanzo nel momento in cui, a venticinque anni, si appresta a rivelare alla famiglia la propria omosessualità.

Sa che il tipo di amore che lui ha scelto di vivere non è convenzionale né facile; ma non vede motivi per costringersi ancora a tenere segreta la sua vera aspirazione, la sua speranza di felicità, perché «qualunque sia la cosa che amiamo, è ciò che siamo».

Eppure per Rose e Owen, piccoli intellettuali nella sfavillante New York degli anni Ottanta, la scoperta delle inclinazioni amorose del figlio apre una crepa dapprima sottile, poi sempre più profonda e insanabile, nel delicato equilibrio affettivo familiare, costringendoli a fare i conti con la propria più intima natura, le proprie scelte, le proprie responsabilità.

Ma in questo paesaggio desolato, in questo sfacelo di relazioni personali, Philip (e non solo lui) saprà individuare la strada per costruirsi una via sentimentale flessibile, realistica, libera, saldamente ancorata all’ autenticità e alla sincerità.

Titolo: La lingua perduta delle gru
Autore: David Leavitt
Edizione: Societa Milanese Edizioni, 2022