Il bordo vertiginoso delle cose

di Gianrico Carofiglio

recensione di Caterina Donzelli

bordo vertiginoso

 

Il bordo vertiginoso delle cose è un romanzo di Gianrico Carofiglio edito da Rizzoli nel 2013.

Quando ci accorgiamo che la nostra vita è un’illusione?
Una serie di bugie infilate una dietro all’altra per rendere più sopportabile il bilico in cui viviamo, il bordo vertiginoso da cui abbiamo paura di saltare per affrontare i nostri timori, ma anche per afferrare i nostri desideri.

Enrico, scrittore di mezza età di origine barese residente a Firenze, legge una tragica notizia sul giornale che lo riporta d’improvviso a episodi dell’adolescenza, che per anni aveva volutamente evitato di ricordare.

La notizia ha l’effetto di una scossa elettrica che lo risveglia dal torpore della zona di comfort in cui vive e, d’impulso, decide di tornare a Bari. Per fare cosa, all’inizio sembra non saperlo coscientemente nemmeno lui.
Poco a poco, attraverso diversi incontri (con suo fratello, con uno sconosciuto, con l’amica d’infanzia e la professoressa di filosofia di cui era segretamente innamorato), scarta, non senza reticenze, l’involucro di illusioni e bugie che lo avvolge e che si è creato attorno negli ultimi anni.

Il bordo vertiginoso delle cose è un’alternanza di vicende ambientate nel momento presente a Bari, e di flashback dell’adolescenza del protagonista.

Dov’è finito, oggi, l’adolescente introverso che, contrariamente a quanto tutti pensassero di lui, prendeva lezioni di lotta per farsi valere e consegnava di nascosto un racconto da lui scritto alla professoressa che tanto ammirava?
Meraviglioso l’episodio della lezione di filosofia in cui la professoressa Celeste spiega alla classe la metafora della caverna di Platone e degli uomini che, incatenati in una caverna, vedono solo delle ombre proiettate sul muro e pensano che quella sia la realtà, senza sapere che, oltre alle ombre, ci sono degli uomini in carne ed ossa.

Enrico cercherà di liberarsi dalle catene della vita illusoria che si è costruito per sfuggire ai sogni e ai fantasmi del passato, e che lo hanno costretto ad accontentarsi di una vita mediocre.

Un libro consigliato a tutti coloro che, forse, non sanno ancora di vivere una vita autoimposta ma non desiderata, perché possano tornare ad ascoltarsi e lottare per i propri sogni.
Menzione speciale alla straordinaria capacità dello scrittore Gianrico Carofiglio nel far respirare al lettore le strade di Bari e l’anima dei personaggi del romanzo.

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Sinossi

Un caffè al bar, una notizia di cronaca nera sul giornale, un nome che riaffiora dal passato e toglie il respiro.

Enrico Vallesi è un uomo tradito dal successo del suo primo romanzo, intrappolato in un destino paradossale, che ha il sapore amaro delle occasioni mancate.

Arriva però il giorno in cui sottrarsi al confronto con la memoria non è più possibile. Enrico decide allora di salire su un treno e tornare nella città dove è cresciuto, e dalla quale è scappato molti anni prima.

Comincia in questo modo un avvincente viaggio di riscoperta attraverso i ricordi di un’adolescenza inquieta, in bilico fra rabbia e tenerezza. Un tempo fragile, struggente e violento segnato dall’amore per Celeste, giovane e luminosa supplente di filosofia, e dalla pericolosa attrazione per Salvatore, compagno di classe già adulto ed esperto della vita, anche nei suoi aspetti più feroci.

Con una scrittura lieve e tagliente, con un ritmo che non lascia tregua, Gianrico Carofiglio ci guida fra le storie e nella psicologia dei personaggi, indaga le crepe dell’esistenza, evoca, nella banalità del quotidiano, “quel senso di straniamento che ci prende quando viaggiamo per terre sconosciute e lontane”.

Romanzo di formazione alla vita e alla violenza, racconto sulla passione per le idee e per le parole, storia d’amore, implacabile riflessione sulla natura sfuggente del successo e del fallimento, Il bordo vertiginoso delle cose può essere letto in molti modi…

Titolo: Il bordo vertiginoso delle cose
Autore: Gianrico Catofiglio
Edizione: Rizzoli, 2013