Le cinque reclutate – di Laura Saija
Sono cinque le reclutate.
Fra i migliori profili esistenti nella banca dati del governo.
Tutte con molta esperienza e abituate a camuffare i loro ruoli.
Sono addestrate a non rivelare la propria identità.
Usano soltanto nomi in codice.
Manuela gestisce un ristorante etnico ma ha un passato nell’esercito come dirigente del dipartimento finanziario dei servizi di vigilanza.
Si occuperà di monitorare i flussi in entrata di tutte le banche asiatiche.
Un’esperta in frodi finanziarie. Elisa, specializzata in criminalità cibernetica.
Ha coperto le nefandezze della più grande banca tedesca salvandola da uno scandalo mediatico. Studia come intervenire aggirando le leggi internazionali.
Viola, insegnante di ballo di giorno, spia e interprete quando si spengono le luci. Anni intercettando
crimini legati al traffico di diamanti in Africa.
Decifrerà e codificherà pagine e pagine di trascrizioni di intercettazioni.
Sara ha una storia con uno degli uomini più influenti del governo Trump.
Viaggiano continuamente ma vivono a Copenaghen, dove hanno aperto un ufficio segreto di monitoraggio legislativo e politico.
Il suo compito? Smascherare i politici coinvolti nel nuovo caso.
Anna, un’ossessione per i vestiti da sposa. Legata da sempre all’allenatore del Real Madrid, che
qualche anno fa è stato coinvolto in un enorme scandalo di scommesse sportive.
Lei è diventata il braccio destro del Direttore Generale di Eurobet, un colosso delle scommesse.
Con Manuela formano una squadra che eccelle nel demolire i loschi interessi delle banche coinvolte.
Le cinque sono state reclutate per trovare la cellula che sta addestrando centinaia di giovani a sopravvivere su altri pianeti senza acqua né ossigeno.
Si teme sia un progetto della Corea, ipoteticamente pronta ad attaccare il resto del pianeta con armi di distruzione di massa per rivendicare gli ostacoli ai suoi progetti nucleari.
Lavorano da mesi in una abbandonata fabbrica di tappeti alla periferia di Istanbul. Luogo freddo,
legnoso, maleodorante.
Un uomo di fiducia del governo fornisce loro cibo e acqua quotidianamente, insieme a messaggi
criptati.
È l’unico con il permesso di entrare. Varie guardie scrutano il via vai di gente fuori dal
capannone. Sono armate e pronte a intervenire.
Di sangue freddo le donne ne hanno da vendere. Ma devono affrontare una prova in più stavolta: vivere tutte insieme per qualche mese a stretto contatto.
L’obiettivo è sensibile abbastanza da compromettere le relazioni tra le potenze mondiali. Si richiede massima discrezione e professionalità. Non è una vacanza tra amiche.
Manuela sogna di terminare e partire per un’isola lontana, al caldo. Anna deve comprare casa. Viola
fuggirà in Argentina mentre Sara ed Elisa, entrambe, hanno già un futuro incarico.
Giorno dopo giorno le relazioni tra le donne si inaspriscono.
Condividere un tale disagevole spazio e sopportare la pressione della posta in gioco non è facile.
Sara e Anna sembrano formare una squadra quasi contrapposta alle altre tre.
Non concordano con i risultati delle ricerche.
Le altre si sentono sempre più ostacolate e cominciano a dubitare del vero ruolo di queste due.
Una parola di troppo di Manuela, un lunedì, rende Anna furiosa.
Le si avventa contro strappandole i capelli. Le altre intervengono e per una sera tutto si placa, giusto in tempo per non destare sospetti nell’uomo che arriva con la cena e i soliti messaggi che Viola decifra.
Qualche giorno dopo, una brutta sorpresa. Un grido nella notte. Elisa trova Sara senza vita accanto al lercio materasso.
Come è possibile? È lì, ancora ad occhi aperti in una pozza di sangue. Chi l’ha uccisa? Le altre sono scioccate, dev’essere stata una di loro, nessun altro è entrato.
Non si può uccidere una collega durante un’investigazione così importante. Si scambiano sguardi di paura.
Si mettono a lavoro giorno e notte senza pausa alla ricerca di un dettaglio, dicono l’una all’altra di non essere impegnate in alcun altro progetto. Devono capire se Sara lo fosse.
Tutte sono messe in causa. Qualche giorno dopo un altro corpo giace a terra strangolato. Quello di Anna.
Ora non c’è dubbio, l’assassino è qualcuno del gruppo.
Le tre vengono portate dalle guardie su un camioncino blindato. Le stanno sicuramente trasferendo per un interrogatorio.
Durante il tragitto Manuela sibila alle altre: «Non c’è spazio per le storie d’amore quando sei una spia. Meglio farle fuori entrambe. Continueremo a lavorare separatamente ma arriveremo alla soluzione, noi tre».
Nessuna delle altre aveva capito. Una goccia di sudore scende dalla fronte di Manuela.