Le tre figlie di Anna Dalton

Voce alle Donne

recensione di Emma Fenu

le tre figlie

Le tre figlie è un romanzo di Anna Dalton edito da Garzanti nel 2019.

Un’altra mia lettura che rientra nello studio e nell’approfondimento del rapporto fra sorelle nella narrativa e nella saggistica contemporanea: un’immagine, e scrivo con cognizione immagine e non scena, mi ha colpito e con questa, ancora fuori dal contesto del libro che presto vi presenterò, intendo iniziare.

Immaginate due ragazze intorno ai trentanni, una bruna e graziosa, l’altra bionda e bellissima, che si stringono le membra in una lotta, poichè una sta fermando l’altra, salvandole tutte da una tragedia. Ma come in Tasso Tancredi e Clorinda combattono mimando, inconsapevomente, un amplesso, così le due, in realtà, si abbracciano, si ritrovano, si legano in un solo corpo e anima.

Sono sorelle, non si possono dividere; l’incastro creato nell’infanzia permane e, anche se ci si allontana, resta un pezzo mancante: quello dove, durante la notte, una metteva il ginocchio piegato sotto il cuore dell’altra.

Ci sono battiti del cuore che si sentono in ogni tempo e luogo.

Di cosa tratta Le tre figlie?

Un titolo molto chiaro, ma non banale, perchè in questa storia c’è una quarta donna, chiamata dalle protagoniste, Madre.

Dalia, attrice di grande fama, ritirasi precocemente dalle scene e diventata, così, l’ultima Diva, ha concepito tre figlie con il consorte, un primario che non ha mai profondamente amato e, del resto, neppure lei ha ricevuto molto, oltre il cognome e il prestigio. I soldi, queli li possedevano entrambi.

In un atto di megalomania, per compiacere se stessa, di cui confessa di essere innamorata così come della propria carriera e vita da star, chiama le figlie Margherita, Viola e Iris e la loro sontuosa dimora rinascimentale  “Villa Fiorita”.

Margherita e Viola crescono con pochi anni di differenza, creando un legame complesso, giocando ruoli da copione: la prima è la saggia, attiva nelle lotte femministe e del “partito”; la seconda è la scapestrata, dedita a festini, alcol, droghe e sesso.

E poi c’è Iris, diversa dalle altre, anche fisicamente, e esclusa dal quel legame perchè più piccola, perché sognatrice, diversa, gentile e dolce ma “inutile”, quasi di troppo nelle dinamiche familiari.

Con il passare degli anni le strade delle tre figlie, divenute donne, si separano.

Margherita è avvocata, madre e interessata alla carriera politica in quel di Bassano; Viola sta per prendere i voti come suora ad Assisi; Iris, dopo aver accudito con abnegazione il padre, recentemente deceduto per malattia, abita da poco in un appartementino a Roma, insegna pianoforte, non ha mai avuto un ragazzo, soffre di rash cutanei ed è in terapia presso una pisicologa.

Ma una lettera le farà accorrere: la madre, affidatasi ad un santone e a un editore, che paiono in combutta, vuole purificare la propria anima con la pubblicazione di un’autobiografia intitolata “Segreti di famiglia”.

Le tre figlie sono unite: questo libro rovinerà i loro progetti e saranno irremovibili per far ritornare Dalia sui suoi passi.

Perchè leggere Le tre figlie?

Le tre figlie è un romanzo che coniuga scorrevolezza e introspezione: i personaggi sono definiti proprio perchè contraddittori, poco autentici, critici verso gli altri e verso sé, terrorizzati dall’idea di perdere un equilibrio che non hanno e di vivere semplicemente di desideri propri, fuori da copioni, da aspettative familiari e sociali.

Paradossalmente è Iris, che pare fragile e vittima, la vincente.

I segreti ci sono, inutile negarlo, fin troppo chiari, man mano, perfino al lettore: solo chi dovrebbe sapere non sa e il peso della menzogna divide le sorelle dai genitori, dal personale della casa, dagli amici di un tempo.

E, come spesso accade, sono le mezze frasi, quelle che fra sorelle si urlano nelle litigate, a scostare la tela sul dipinto, tela che le mani della cecità, del silenzio e dell’omertà corrono a ricoprire, solerti.

Cosa nasconde Villa Fiorita?

Cosa qualcuno non deve sapere?
Cosa gli altri non vorrebbero si sapesse?

Cosa grava sull’anima di Dalia?

 

Sinossi

Dopo tanti anni, il sontuoso cancello di Villa Fiorita si apre di nuovo per accogliere Margherita, Viola e Iris. Tre sorelle.

Tre giovani donne che, per ragioni diverse, si sono lasciate alle spalle la casa in cui sono cresciute e tutto quello che significava per loro.

Ma ora è lì che devono tornare. Perché Dalia, la loro madre, vuole scrivere un’autobiografia che racchiude tutta la storia della famiglia.

Non solo i dettagli della sua luminosa carriera di attrice che, all’apice della fama, ha deciso di ritirarsi dalle scene; ma anche segreti che le tre sorelle non vogliono che vengano svelati. Perché hanno ormai la loro vita.

Perché finalmente nessuno sa chi sono e non sono più circondate da giornalisti e fotografi. Perché quello che è stato è giusto che resti sepolto.

La verità non sempre è la scelta giusta.

Margherita, Viola e Iris hanno solo un weekend per far cambiare idea a Dalia, una donna che non le ha mai ascoltate perché sempre concentrata su sé stessa.

Ma la posta in gioco è troppo alta e loro non sono più tre ragazzine. Sono cresciute e il loro futuro dipende da quello che verrà scritto in quel libro.

Solo unite potranno raggiungere il loro obiettivo.

Ma il rapporto tra sorelle può essere sia un rifugio sia una prigione e la famiglia a volte è un luogo in cui lasciare che ogni segreto rimanga tale per sempre.

Dopo “Apprendista geniale”, “La ragazza con le parole in tasca” e “Tutto accade per una ragione”, Anna Dalton torna con un romanzo maturo e potente.

La storia del legame speciale che unisce tre sorelle. La storia di una madre che ha sempre imposto le proprie scelte. Una storia che racconta le ombre che albergano in ogni famiglia e le luci che colpiscono inaspettate.

Titolo: Le tre figlie
Autore: Anna Dalton
Edizione: Garzanti, 2019