8 marzo, Giovanna d’Arco e lo spritz…

a cura di Sara Cancellara

 

8 marzo, giovanna d'arco

 

8 marzo, Giovanna d’Arco e lo spritz…

 

Il Medioevo non è mai stato uno dei miei periodi storici preferiti, sarà che ho empatizzato poco con questi “secoli bui”, una sorta di stanca prosecuzione dell’antichità dove la cultura è poco vivace.

Scusate ma io proseguo dritta per il Rinascimento e les yeux sont faits.

Pensavo.
E invece una mattina ti svegli e ti imbatti in un articoletto  e in questo articoletto leggi che già nel Medioevo c’era un po’ di Rinascimento solo che non si vedeva, un po’ come dire ad uno a cui non piacciono i cetriolini che bravo hai mangiato tutto il cheeseburger , è che tra lattuga, maionese e cipolle
rosse era tutto così camuffato che mica me ne sono accorto.

Allora ho iniziato a spalancare gli occhi.
Aprili bene, non fermarti al giullare, al chierico vagante e alla poesia trobadorica.

8 marzo, Giovanna d’Arco e lo spritz, vi dicevo.

Che poi il mio di 8 marzo è stato quasi sempre Simone De Beauvoir, ma nel tempo è diventato anche tanto Annie Ernaux.
Ma questo 8 marzo voglio perdermi nel deserto.
Avviene tutto per caso, senza pianificazioni.

Ho pensato che
non voglio essere solo libera
non voglio essere solo emancipata
non voglio essere solo trasparente come l’acqua di un ruscello di montagna
limpida senza segreti
VOGLIO ESSERE
voglio profumare di bucato con le mie parole semplici
e voglio essere coraggiosa

Per me il coraggio sa di Giovanna d’Arco e un po’ di questo coraggio me lo porto dietro da quel giorno in cui a Orléans ho visto la casa di Giovanna con la facciata “a colombages” e io fino a quel giorno non è che ci pensassi tanto al coraggio ma da Orléans a Parigi, da Parigi a Rouen io ci pensavo tanto al coraggio, di quanto sia bella la storia di Giovanna e a parlarne davanti a questo spritz io oggi ho gli occhi felici.

Come Giovanna tutte noi ragazze abbiamo il diritto di gridare, di schierarci e di appiccare incendi.

Lo dice bene Maria Antonietta nel suo romanzo Sette ragazze imperdonabili dove la nostra Jeanne cavalca tra i boschi di Lorena per andare incontro al proprio destino anche se alle femmine non è concesso di andare a cavallo.

Tremendamente onesta, determinata, impaziente anche a costo di restare sola, quello di Giovanna si rivela un ritratto giocoso, moderno e delicato.
C’è poi Emily Dickinson che vive in una casa racchiusa tra le siepi di gelsomino con la compagnia dei libri, c’è Antonia  Pozzi che tutti chiamano debole,  eppure sa scalare le montagne e c’è Cristina Campo che cerca tra le rose il suono della verità.
Ci sono Hetty Hillesum governata da una forza segreta e Sylvia Plath “una Marilyn che scrive poesie” e Marina Cvetaeva che darebbe fuoco al mondoper scaldarsi l’anima.

Permettiamoci il lusso di poter destabilizzare e di perdonare i nostri conflitti.