Sulle teste del Medioevo – di Virtus Zallot
recensione di Emma Fenu
Sulle teste del Medioevo. Storie di immagini e capelli è un saggio di Virtus Zallot edito da Il Mulino nel 2021.
Di cosa tratta Sulle teste del Medioevo?
I capelli, che ci sormontano, ci definiscono. Lo fu un tempo e lo è ancora, seppure con modalità differenti.
Nel Medieovo i capelli, i loro modo di acconciarli e mostrarli, erano indice di condizione, certo, potere, personalità: pur non essendo paragonabili ad arti, in quanto si tagliano senza dolore e ricrescono, richiedono manutenzione e l’accortezza di velarvi o mostrarli a seconda del contesto.
I capelli, infatti, consentivano un’identificazione immediata basata sulla distinzione: povero o ricco, donna onesta o prostituta, vergine o maritata, laico o chierico, vicino o straniero.
E poi i in essi si intrecciavano contrasti: se sciogliere i capelli era normale per le fanciulle da marito, che dovevano trovarlo (e sedurlo) e che erano innocenti, era sconveniente per una donna maritata che doveva mostrare la propria avvenenza solo al marito. Eppure i capelli si sciolglievano anche nel dolore, nella disperazione, nel lutto.
Perfino il colore era indicativo: il biondo era per le donne attrributo di bellezza e già erano abili nella tintura perfino delle bambine; il bruno indicava l’eroe negativo e iroso, contrapposto a quello vincente e giusto, biondo ovviamente.
Un discorso a parte meritano i capelli rossi, ben accolti bella Bibbia e nelle trecce della sposa del Cantico dei Cantici, ma respinti nel Medioevo come precursori delle fiamme dell’Inferno, chiome intricate di streghe e di imbroglioni.
Dei capelli di Maria Maddalena e delle Sirene e del vestirsi di capelli qui non disserterò: me ne sono occupata a lungo e questo è il momento di decicarsi al saggio che, nella sua completezza, certo non sorvola su personaggi tanto cruciali.
Dal Trecento, i capelli dovevano essere acconciati, spesso in forme elaborate e bizzare che richiedevano l’inserimento di posticci: i predicatori non mancavano di invitare alla modestia, ricorrendo ad exemplum. Certo, non si caldeggiavano capelli selvaggi e irsuti, prerogativa del diavolo e dei dannati, ma semplici pettinature curate, prive di pidocchi.
Scegliere di non curare i capelli era ritenuto accettabile da santi e eremiti, mentre il rasarli sulla sommità del capo, nella tonsura, era pregio e autorevolezza dei chierici.
Tagliare i capelli era per le donne mortificazione della propria bellezza, per gli uomini umiliazione del proprio potere e riferimento a una condizione di debolezza, propria degli infanti e dei vecchi. Non a caso la rasatura era imposta alle streghe e ai nemici sconfitti.
Perchè leggere Sulle teste del Medioevo?
Sulle teste del Medioevo è un viaggio imperdibile per appassionati o per coloro, che dopo la lettura lo diventeranno.
Lo stile è fruibile ma curato, le documentazioni storiche sono puntuali e numerose, ma non privano del piacere del puro racconto, le parole sono accompagnate da tavole a colori, meravigliose, che non corredano ma integrano l’esposizione, rendendo la lettura un’esperienza; è uno dei tanti capolavori della casa Editrice Il mulino.
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Sinossi
“Un punto di vista del tutto inedito per raccontare abitudini, gusti, convinzioni che si sono sedimentati per secoli nel Medioevo occidentale. Scopriremo così che anche un gesto, un colore o un semplice taglio di capelli possono rivelare, a guardarlo bene, un passato secolare”. (Alessandro Vanoli).
Uomini e donne con chiome lunghissime o con teste crudelmente rasate; vecchi orgogliosi della canizie o che la nascondono con la tintura; capelli esibiti o ripudiati, aggrediti o celebrati, trascurati o splendidamente acconciati; usati per sollevare, trascinare, trattenere e persino per volare.
Al centro di gesti ordinari o straordinari, nel Medioevo i capelli indicavano la condizione sociale ed esistenziale, distinguendo il povero dal ricco, il buono dal cattivo, il vicino dallo straniero, il laico dal chierico, la donna onesta dalla dissoluta, la vergine dalla maritata, il vanitoso dall’umile.
Questo libro li riscopre come inaspettati protagonisti di storie reali o immaginarie, tramandate dalla letteratura e dall’arte.
Titolo: Sulle teste del Medioevo
Autore: Virtus Zallot
Edizione: Il Mulino, 2021