Eco d’Eva. Festival a San Miniato – 2022
a cura di Emma Fenu
Eco d’Eva è un Festival dedicato all’abbattimento degli stereotipi di genere: organizzata dall’associazione GasArti, ispirata alla graphic novel Eco dal fosso di Federica Caponi, è in collaborazione con l’assessorato alle Pari Opportunità e quello alla Cultura, ed è stata inserita nel cartellone delle iniziative della Festa della Toscana, sostenuta dalla medesima Regione.
L’obiettivo dell’iniziativa è dunque quello di promuovere interventi creativi ed artistici attinenti a tematiche sociali, con la volontà di combattere gli gli stereotipi di genere.
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Noi di Cultura al Femminile ci siamo, con entusiasmo, emozione e onore.
Daremo il nostro contributo nella seconda parte di Eco d’Eva, organizzata da GasArti sempre con il contributo della Regione Toscana, il 28 maggio e il 29 maggio, nel corso de “Gli stereotipi e la voce” e di “Mettersi nei panni di”.
Stai zitta – Eco d’Eva
Il silenzio è una forma subdola di violenza e di emarginazione che abbiamo subito da millenni.
Eravamo dee, sacerdotesse, sibille, regine, guerriere.
In principio la Donna era tutto: era la luna dopo l’eclissi, il portale verso mondi altri, il Logos e il mistero, colei che con la vita dà la morte.
Le mestruazioni erano il brodo cosmico da cui il mondo ebbe avuto inizio: erano potere di rinascita, legame con la terra madre che conferì ai primati la conoscenza astratta dell’altro: la Luna che seguiva il loro ciclo e cosi conobbero le leggi dell’universo.
Tutto questo avvenne prima dell’avvento del patriarcato.
La donna, infatti, è definita mostro fin dagli antichi miti: sirena, Furia, strega vecchia o giovane e seduttrice, pazza. Ed è ribadita tale nella scienza medica, filosofica e psicologia. Aristotele la definì un maschio mancato, e Tommaso D’Aquino giustificò questa creazione, errata, con la funzione riproduttiva.
A distanza di secoli, Sigmund Freud, non troppo originale rispetto a Aristotele, etichettò le donne come castrate e maschi mutilati che creavano traumi nei figli maschi perchè prive di pene: la vagina era una ferita, come se ci fosse stata un’amputazione.
A essere perfetti sono gli uomini. Non proprio, a onor del vero, nella cultura occidentale devono essere bianchi, eterosessuali e non disabili. Altrimenti sono mostri pure loro.
Torniamo alle donne: devono essere custodite e emarginate dalla vita sociale politica: chiuse per essere protette dal proprio istinto debole e lussuriose e dall’indole, ritenuto sana e normale, dell’uomo stupratore, ma, in realtà, la gabbia serve per non farle uscire, per tenere al sicuro gli uomini.
Torniamo indietro, molto indietro nel tempo. Perchè tutta questa paura?
- Il sangue
- Il liminare
- L’alterità
- La verità
Sentite L’Eco d’Eva?
L’unico modo per salvare il sistema è ucciderle metaforicamente, per esempio internandole in manicomio, o realmente.
Isteria deriva da hystero, utero, e le Donne che si ribellavano alla autorità di padri e mariti, avevano conoscenze scientifiche e giuridiche e capacità letterarie erano considerate pazze, perché scomode, perché ribelli. Oppure streghe, se temibili e custodi di antichi saperi matrilineari, e puttane, semplicemente se non zitte e meritevoli di essere ammutolite, a prescindere dalla propria vita sessuale..
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