La ragazza che non c’era di Cinzia Bomoll

Voce al vento

Recensione

 di Elisabetta Corti

ragazza

La ragazza che non c’era è un romanzo di Cinzia Bomoll, pubblicato da Ponte alle Grazie  nel 2022

Di cosa tratta La ragazza che non c’era?

Immerso nella nebbia della campagna Ferrarese, l’ex ospedale psichiatrico di Aguscello è teatro di un ritrovamento: il cadavere di una giovane donna, morta per overdose.

È l’ispettrice Nives Bonora a prendere in carico il caso, insieme al collega Cavicchi e al loro superiore, l’ispettore Brandi.

Il cadavere viene trasportato all’obitorio, ma qui succede qualcosa di totalmente inaspettato: la ragazza sparisce prima che possano essere fatti gli esami di accertamento. E non sparisce il suo corpo perché prelevato da qualcuno, ma quello che era stato accertato come cadavere, viene visto allontanarsi sulle proprie gambe e sparire nella nebbia.

Nives pensò che il caso da subito

 le aveva provocato una strana sensazione, ma questo colpo di scena era davvero troppo.

Cercò di ironizzare, non sapendo cosa rispondere.

‘ Signor giudice, non faccia caso alle mie occhiaie. Diventano croniche nel periodo delle nebbie.’

La trama si dipana quindi sulla ragazza scomparsa, e contemporaneamente sulla vita di Nives Bonora.

Donna, in un ambiente ancora molto maschile, Nives ha anche una storia non dichiarata proprio con lui, l’ispettore Brandi.

Un uomo più vecchio di lei, che rifiuta di rendere pubblica la loro relazione e tende a trattarla in pubblico in maniera sicuramente poco gentile.

Brandi teneva le braccia incrociate. Appena la porta venne chiusa, lo sguardo si ammorbidì. Fissò Nives negli occhi. C’era risentimento, ma anche indulgenza.

‘Cattiva, sei stata cattiva. Andartene via di nuovo senza salutare’.

Dal tono emanava una dolcezza confusa. E ancora un po’ della passione della notte trascorsa insieme.

Lei ricambiò lo sguardo ma ci infilò un sacco di amarezza.

Nives si trova ad un punto cruciale della sua vita: l’adorata nonna che non si sente bene, la sua carriera impantanata e forse ostacolata dallo stesso Brandi, la relazione disastrosa con il padre ex carabiniere.

“Suo padre la fulminò con lo sguardo: ‘Sei un’irresponsabile. Poteva morire…’

‘Papà! Ma come parli?’

Argenta spalancò gli occhi.

‘Morire? No, non muoio mica io!’

Ma una svolta attende Nives sia a livello lavorativo che sentimentale. Una decisione da prendere che non sarà facile per lei, e nemmeno per gli altri.

Perché leggere La ragazza che non c’era.

Cinzia Bomoll è una giovane scrittrice alle prime armi per quanto riguarda i romanzi gialli. “La ragazza che non c’era” ha una buona struttura, anche se non posso nascondere che si perda un po’ in sentimentalismi vecchio stampo che non ho apprezzato moltissimo.

È un libro che però ha molto potenziale, e che comunque si legge volentieri e non annoia.

Il finale lascia lo spiraglio di un futuro nuovo capitolo in cui Nives Bonora sarà ancora protagonista. Personalmente, vedo un grande potenziale in questo personaggio, che spero riuscirà ad uscire dal cliché della donna poliziotto che deve sempre dimostrare qualcosa.

Ci sono parti ancora non del tutto sviluppate, ed anche in questo caso è evidente un possibile nuovo capitolo.

Cinzia Bomoll riesce ad incuriosire il lettore quanto basta per fargli attendere i futuri sviluppi.

Un libro che ha buoni spunti e che vedrà il personaggio – insieme all’autrice – crescere in questa nuova avventura noir.

 

Titolo: La ragazza che non c’era
Autrice: Cinzia Bomoll
Editore: Ponte alle grazie

 

Puoi acquistare il libro qui. 

Sinossi

La prima inchiesta di Nives Bonora, ispettrice coraggiosa e passionale. Una ragazza viene ritrovata morta per un’overdose nell’ospedale psichiatrico abbandonato di Aguscello, nella bassa ferrarese. Non si riesce a capire chi sia. Ma nelle quarantott’ore che passano fra il ritrovamento del corpo e l’inizio degli esami autoptici, la ragazza sparisce. Qualcuno l’ha vista allontanarsi sulle sue gambe: un raro caso di morte apparente. E così l’ispettrice Nives Bonora, figlia dell’Emilia più genuina – passionale e pragmatica, dolente e vitale – si trova ad affrontare il caso di una ragazza fantasma e una storia marcia, perversa, in cui la malavita dell’Europa dell’Est va a braccetto con la migliore borghesia di Ferrara. Il coraggio di Nives, la sua irruenza e una dose di follia la porteranno a osare troppo ma infine a risolvere il caso a modo suo, contro ogni attesa e ai confini della legge. Ma Nives dovrà anche affrontare i tanti «casini» della sua vita privata, dal rapporto col padre carabiniere in pensione a quello con la nonna che le ha fatto da madre, fino al commissario Brandi, suo capo ostile ma anche poco affidabile amante.