Allegedly, di Tiffany D. Jackson
Recensione di Elisabetta Corti
Allegedly è un romanzo di Tiffany D. Jackson, pubblicato da Katherine Tegen Books nel 2017
Di cosa tratta Allegedly?
Mary ha ucciso una neonata. Presumibilmente.
È successo 7 anni fa, Alyssa era la bambina di cui si occupava sua mamma.
Ora Mary di anni ne ha 16. Dal carcere è passata in una casa famiglia, che ha tutto tranne che le sembianze di una famiglia. Oltre al cibo scadente e le condizioni della casa ben al di sotto del minimo sindacale, le ragazze e le responsabili con cui Mary condivide la casa non sono decisamente amichevoli.
I dust them off, remake my bed, and grab the Harry Potter book off my dresser. That joke of a bookshelf downstairs has the same crap they had in baby jail. I’ve inhaled three times over and I’d kill for something – anything – new to read. But I’d never say out loud. I’m a killer after all; they’d probably think I’d really do it. Figures of speech are luxuries convicted murderers are not allowed to have.
Sua madre viene a trovarla la domenica, ogni due settimane. Da quando si è risposata con un rispettabile cittadino, veste impeccabilmente, ha una grossa auto e va a messa tutte le settimane. Non parla con Mary, attende solo che lei le faccia domande sulla sua vita. Non parla dell’omicidio, né di quella sera. Le sue visite sono una spunta blu sulla sua coscienza.
She folds her hands in her lap with a closed-mouth smile, glancing around the room, bobbing to some mystery music in her head. She is waiting for me to aks about her. I’m an irrelevant factor to these visits, she’s here to make herself feel good.
C’è solo una cosa che tiene viva la speranza di Mary dopo che avrà scontato la sua pena: andare al college. E per questo bisogna passare un difficile test d’ingresso.
Ma nel frattempo due cose succedono: una, che sconvolge la vita di Mary e la mette sottosopra. L’altra, l’arrivo della “Nuova ragazza”, che le fa scoprire una possibilità che Mary non aveva mai considerato: raccontare la verità su cosa sia veramente successo quella sera di 7 anni fa.
E così, facendo una sola telefonata, Mary si ritrova catapultata in un mondo che non conosceva. Il mondo là fuori, dove molti sanno chi lei sia senza che lei ne fosse a conoscenza. Un mondo di libri con la sua faccia e la sua storia, raccontata da tutti tranne che da lei.
Un mondo dove la sua incarcerazione è stata richiesta a gran voce da gruppi di attivisti e dai media, ma dietro le porte chiuse dei commissariati e del carcere nessuno le ha mai chiesto cosa sia successo. Nessuno ha mai davvero fatto quei test dai quali sono scaturite le diagnosi.
Mary non ha mai avuto la sua opportunità di raccontare. Perché Mary è stata incarcerata per un motivo: è una bambina nera che ha ucciso una neonata bianca. Presumibilmente.
“There would never be this type of outcry if the baby was black. Period.” Says Tamika Brown, public relations rep at the National Action Network. “Doesn’t matter what you say about racial equality, you’ve never seen white families storming the steps of city hall demanding justice for a little black baby.”
Perché leggere Allegedly.
Avevo già incontrato l’autrice Tiffany D. Jackson in una precedente lettura che mi aveva sconvolto. Quello non era il suo primo libro, ed a suo tempo lessi di questo, Allegedly, la sua prima opera, come un capolavoro.
Tiffany D. Jackson sa scrivere divinamente. Le sue storie divorano, le sue parole feriscono.
Questo è il motivo per cui io ho letto questo libro, ma voi? Ora che sono arrivata alla fine di questa storia (che ho dovuto digerire lentamente), posso dirvi perché leggerla.
La storia di Mary porta con sé rabbia e delusione nel vedere come il sistema abbia condannato senza sapere. Abbia condannato tramite le parole della madre e non abbia fatto sconti ad una bambina di nove anni.
Ma porta anche una storia di speranza. La speranza che Mary possa uscire da quella casa famiglia ed avere una vita.
E la speranza della verità. Ma quando realmente sappiamo la verità?
Seguire la storia di Mary, sbarrando gli occhi a certe affermazioni, proseguendo inciampando nel suo cammino, ci porta sicuramente da qualche parte.
E come Mary, ad un certo punto ci troveremo a chiederci se vogliamo arrivarci lì, in quella parte. In quel posto remoto e faticoso, in quel posto in cui la verità esce allo scoperto. Che ci piaccia o no. E con lei, anche voi come me, tentennerete. Fino a quell’ultimo capitolo. Che cambierà tutta la storia.
“What does it mean when you love and hate someone at the same time?”, I ask. He laughs. ”It means they family”.
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Sinossi
Allegedly. She didn’t say much in that first interview with detectives, and the media filled in the only blanks that mattered: a white baby had died while under the care of a churchgoing black woman and her nine-year-old daughter. The public convicted Mary and the jury made it official. But did she do it?
There wasn’t a point to setting the record straight before, but now she’s got Ted—and their unborn child—to think about. When the state threatens to take her baby, Mary’s fate now lies in the hands of the one person she distrusts the most: her Momma. No one knows the real Momma. But does anyone know the real Mary?