“Quando una y fa la differenza” di Annalisa Allegri
“Amore, dove sono le calze?”; “Non trovo la pentola della pasta”; “Quale vestito metto? Quello blu? E qual è?”; “Dobbiamo fare la dichiarazione dei redditi, domani vai all’ufficio delle imposte”; “Amore torno a casa, sto male, ho il raffreddore”; “Cof, cof, cof. Amore, sono le 16:10 dovevi darmi l’antibiotico dieci minuti fa”, “Cazzo, alzati e prendilo, hai solo trentasette e mezzo”, “Non mi curi più come una volta!”.
Non me la menate con la storia della parità dei sessi, per favore.
Non siamo pari per niente.
Abbiamo il coraggio di affermare quello che, in cuor nostro, pensiamo tutte: gli uomini sono inferiori!
Parlo con cognizione di causa, in qualità di figlia, di nipote, di moglie e, con il cuore ricolmo d’amore, di madre di figlio unico maschio.
Qualcuna non è convinta? Bene, analizziamo la faccenda insieme e ditemi se vi riconoscete in almeno la metà dei casi affrontati.
L’uomo fa una cosa alla volta
Mio marito è convinto di essere multitasking (che tenerezza mi fa!) perché relativamente al suo lavoro deve svolgere più attività: telefonare ai clienti, andare agli appuntamenti, preparare i contratti e adempiere a varie pratiche amministrative.
Lungi da me l’idea di sminuire il suo ruolo che, diciamolo, ci garantisce una vita agiata, ma essere multitasking è un’altra cosa: è svolgere simultaneamente attività che rientrano in sfere differenti.
Il cervello delle donne è in grado di pensare ed elaborare più concetti allo stesso tempo, questo ci consente di ricoprire mansioni tra di loro eterogenee.
In linea di massima una donna, giornalmente, gestisce nell’ordine
I figli: si occupa dei vestiti, delle pappe, del materiale da portare alla maestra, del regalo per l’amichetto che fa la festa.
Sul suo telefono ci sono i numeri della scuola, della tata, di tutte le mamme i cui figli giocano con il suo, del pediatra e della guardia medica.
Nella sua borsa c’è sempre il cambio, il ciuccio di riserva, le salviettine umidificate, qualche medicamento di primo soccorso, più farmaci specifici per le diverse evenienze.
Ora, provate a chiedere a vostro marito cosa c’è nel suo borsello o domandategli se ha i numeri di qualche mamma da chiamare in
caso di emergenza.
Avrete su per giù questa risposta: “Beh no, se c’è bisogno chiamo te!”.
La casa: si assicura che il frigo sia rifornito, prevede e cucina i pasti, riordina e pulisce, controlla e gestisce la burocrazia familiare.
Nel caso in cui abbia una collaboratrice, deve cercarla, assumerla, pagarla e darle le direttive.
Inoltre, la donna si occupa delle relazioni sociali e mantiene i rapporti con i parenti, anche con quelli di lui.
Chiedete alla vostra metà in che giorno avviene il prelevamento della rata del mutuo e quand’è il compleanno di vostra madre. Ne sentirete delle belle.
Il lavoro: le più fortunate hanno anche un lavoro retribuito, nel cui ambito devono svolgere tutte quelle attività per il cui solo adempimento il marito si sente un eroe nazionale.
In tutto questo, se siamo molto brave, ci scappa il tempo per una telefonata ad un’amica, di solito mentre sistemiamo casa con il telefono incastrato tra spalla e orecchio, e per un piccolo hobby durante le ore rubate al sonno.
L’uomo si lamenta che non ha tempo di fare nulla per se stesso.
L’uomo non chiede informazioni e non legge libretti d’istruzione
Alzate la mano se vi siete trovate nella seguente situazione: città nuova o indirizzo sconosciuto, lui inizia a girare a vuoto innervosendosi sempre più; tu osi un timido “Chiediamo a qualche passante?”, “No, siamo quasi arrivati”.
Un’ora dopo, e due litri di benzina in meno, state ancora girando. Ormai sfinita, approfittando di un semaforo rosso, abbassi velocemente il finestrino e chiedi l’informazione.
“Al prossimo incrocio a destra” e lui: “Ti avevo detto che eravamo vicini”.
Situazione analoga con i libretti delle istruzioni.
L’uomo deve usare il suo infallibile intelletto e intuito per montare ed utilizzare qualsiasi elettrodomestico e, di solito, manometterlo. È come se il seguire le indicazioni sminuisse in qualche maniera la sua persona. Unica eccezione a questa regola sono le istruzioni dell’IKEA.
L’uomo crede che la casa sia autopulente
“Fai le pulizie il sabato per farmi sentire in colpa!”. Per farti sentire in colpa???
“Beh, scusa, se vuoi alleggerirti l’anima prendi l’aspirapolvere e pulisci!”. L’uomo, nella sua estrema ingenuità, crede che dal lunedì al venerdì la casa si accudisca da sola, che il frigo sia auto riempiente e che in cucina ci sia il replicatore di Stars Trek: “Computer, 3 porzioni di polenta”.
Un altro mistero è il cesto della biancheria sporca.
Uomini, a me gli occhi! Ora vi svelo un paio di segreti: le calze e gli slip non arrivano da soli in bagno, la tavoletta non si abbassa per incanto e, udite udite, se fate pipì seduti non solo non perdete di virilità, ma, agli occhi delle vostre compagne, sarete irresistibili.
Allora care scettiche, in quante di queste situazioni vi siete riconosciute?
Non importa dove viviamo, né se ci accompagniamo con un italiano, uno svedese, un francese, un americano o un indiano, ci lamentiamo tutte indistintamente delle stesse cose.
Senza paura di smentite, possiamo postulare il seguente teorema: la “semplicità”dell’uomo non è culturale, ma genetica.
Hai ragione Annalisa, e’ proprio così! Io sono mamma single ma mio figlio, 10 anni, ogni volta che mi aiuta mi fa un “favore”! E dice che io non faccio niente per lui!
Il cesto della biancheria pensa sia un ornamento così come il bidone della spazzatura! E’ genetico!
Ciao, Elena