Perché l’8 marzo? Storia della Giornata della Donna

Alla scoperta della Giornata Internazionale della Donna

Di Antonia Romagnoli

Perché l’8 marzo si festeggia la giornata delle donne? Da dove nasce la festa della Donna, o meglio la Giornata Internazionale della Donna.

L’8 marzo è una data famosa, importante e molto festeggiata. In molti casi, il suo significato viene travisato e l’occasione trasformata in una serata di divertimento senza troppe considerazioni, perché… una festa è una festa, ma bisognerebbe andare a fondo nella Storia di questa celebrazione e nella  Storia delle donne per comprendere perché è fondamentale non perdere mai di vista il suo vero significato.

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Suffragette

l’8 marzo e la fake news della fabbrica incendiata

Da molti anni circola una bufala, o meglio una notizia falsa, secondo la quale la festa dell’8 marzo è riconducibile all’incendio di una fabbrica di New York, avvenuto l’8 marzo 1909, nel quale sarebbero perite molte donne lavoratrici. Questo incendio avrebbe portato a sensibilizzare l’opinione pubblica fino a rendere la data della commemorazione quella delle celebrazioni riguardanti il mondo femminile.

Peccato che tale fabbrica Cotton non sia né esistita né andata a fuoco l’8 marzo. Ma allora… da dove esce questa notizia?

La lunga strada delle donne – Storia della giornata della Donna

La cultura occidentale, nei secoli passati, non ha certo brillato per la considerazione che dava alle donne. Nel 1800 la disparità di genere ha raggiunto livelli molto alti, ma in parallelo è cresciuta anche la coscienza delle donne e il loro bisogno di riconoscimento e parità.

Gli angeli del focolare, ossia le signore di buona famiglia che venivano relegate a mansioni domestiche e private di ogni altro valore, le donne lavoratrici, a cui non venivano riconosciuti né diritti né salari pari a quelli maschili, le donne che desideravano studiare e a cui erano preclusi corsi e attestati, hanno iniziato a comprendere che per poter arrivare a una nuova visione del mondo femminile dovevano ottenere innanzi tutto uguale accesso alle urne, dove esprimere il proprio voto.

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Iniziava la lotta delle Suffragette in tutto il mondo: una lotta lunga e pericolosa, osteggiata dal potere maschile e politico.

L’8 marzo, la Festa della donna, però, non nasce nemmeno in seno alle suffragette, che pure faranno loro questa celebrazione e la porteranno avanti con orgoglio.

Il Novecento nelle donne

Dobbiamo arrivare al Novecento, al primo decennio del secolo, per vedere che le cose cominciano a cambiare.

Il primo evento importante fu il VII Congresso della II Internazionale socialista che si svolse a Stoccarda dal 18 al 24 agosto 1907. La Seconda Internazionale era un’organizzazione internazionale fondata nel 1889 a Parigi dai partiti socialisti e laburisti europei (sempre a loro si deve la festività del 1 maggio, la festa dei lavoratori).

I temi da trattare erano molto caldi: si stavano addensando sull’Europa le nubi di una guerra, il colonialismo era al massimo della sua espressione, ma non solo: le suffragette erano riuscite a far ascoltare la loro voce e il Congresso affrontò anche la questione femminile e la rivendicazione del voto alle donne. Si deve questo a personalità di spicco come Rosa Luxemburg e Clara Zetkin.

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Rosa Luxemburg e Clara Zetkin

il Congresso votò una risoluzione nella quale i partiti socialisti si impegnavano a lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne, senza allearsi con le femministe borghesi che reclamavano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne. Due giorni dopo ebbe inizio la Conferenza internazionale delle donne socialiste, durante la quale venne istituito un Ufficio di informazione delle donne socialiste: Clara Zetkin fu eletta segretaria e la rivista da lei redatta, Die Gleichheit (L’uguaglianza), divenne l’organo dell’Internazionale delle donne socialiste.

Come nacque la Giornata della donna (woman’s day)

L’idea di combattere per il suffragio femminile senza potersi alleare con le “donne borghesi” non fu gradito da tutte e all’interno delle schiere socialiste ci furono diverse discussioni riguardanti tale scelta. Nel febbraio del 1908,  la socialista Corinne Brown scrisse sulla rivista americana The Socialist Woman che il Congresso non avrebbe avuto «alcun diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione».

La stessa Brown, il 3 maggio 1908, presiedette la conferenza settimanale del Partito socialista di Chicago nel Garrick Theater: quella conferenza, a cui tutte le donne erano invitate, fu chiamata «Woman’s Day», il giorno della donna, perché furono discussi tutti i temi più importanti legati al mondo femminile. Il suffragio, il lavoro, l’emancipazione… Qui comparve per la prima volta il termine Woman’s Day.

Il forte messaggio delle donne socialiste per un po’ rimase inascoltato, ma alla fine dell’anno il Partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali di riservare l’ultima domenica di febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile.

La prima ufficiale giornata della donna fu celebrata il 23 febbraio 1909.

Verso la fine dell’anno, il 22 novembre, a New York incominciò lo sciopero che vide coinvolte ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910.

La successiva domenica 27 febbraio, alla Carnegie Hall, tremila donne celebrarono ancora il Woman’s Day. La giornata della Donna stava diventando una ricorrenza, na ancora limitata al suolo americano.

La giornata della donna si diffonde

Perché l’Europa aggiunga la sua voce devono passare due anni: la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, Copenaghen 26 – 27 agosto 1910, istituisce una giornata internazionale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne sul modello americano.
Non viene definita una data comune, e non tutti i Paesi condividono l’iniziativa. In Inghilterra i disordini e le manifestazioni sono numerosi, mentre in Italia, per esempio, non arriva nulla.

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La manifestazione delle donne di Pietroburgo

Per arrivare alla data dell’8 marzo bisogna aspettare il 1817, quando a San Pietroburgo le donne comuniste organizzarono una grande manifestazione contro la guerra: era l’8 marzo e passò alla storia come l’inizio della «Rivoluzione russa di febbraio» (per il calendario russo era infatti il 23 Febbraio). Fu scelta questa data per dare una cadenza comune a tutti i Paesi, quando il 14 giugno 1921 si tenne a Mosca la Conferenza Internazionale delle Donne Comuniste: l’8 marzo divenne la «Giornata internazionale dell’operaia».

In Italia? La Giornata internazionale della donna fu celebrata solo nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d’Italia, che la celebrò il 12 marzo, prima domenica successiva all’8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1 marzo 1925 riportò un articolo di Lenin: qui si rivendicava la parte fondamentale avuta dalle donne comuniste nella lotta contro allo zarismo.

Le donne che hanno fatto la Storia: Emily Davies

La giornata internazionale della donna si scontra con l’opinione pubblica

Un po’ perché la politica punge sul vivo e modifica le simpatie, un po’ perché la Storia ha ribaltamenti e mutamenti d’opinione, ricordare il motivo effettivo per cui si festeggia l’8 marzo deve essere parso non politically correct.

Meglio edulcorare, aggiungere un po’ di pietismo e far credere che la data scelta fosse quella di un grave fatto di cronaca: non donne in azione ma donne vittime; non comuniste attiviste ma semplici lavoratrici sfruttate. Non russe ma americane.

Sia come sia, la versione dei fatti è stata cambiata.

Perché ricordare, a prescindere dalla posizione politica.

Come sostenuto da Corinne Brown, la lotta per l’emancipazione non apparteneva a schieramenti politici, ma a tutte le donne, socialiste e borghesi.

La scelta dell’8 marzo ci ricorda che le donne sono artefici e non solo spettatrici del loro destino e di quello della società. A prescindere dal loro credo, a prescindere dalla cultura, dallo stato sociale, dal ceto, dal mondo in cui vivono, sono capaci di agire e di combattere per ciò che ritengono importante.

Se oggi abbiamo ottenuto diritti lo dobbiamo ai passi difficili di tutte queste donne, non solo vittime della situazione in cui sono state messe, non solo “bruciate” da poteri contrari alla loro emancipazione, ma vive e reattive per ottenere giustizia.

Un messaggio valido oggi come un secolo fa.

Sylvia Pankhurst, suffragette en dochter van Emmeline Pankhurst, protesteert op Trafalgar Square tegen de Engelse politiek in India. Engeland, 18 januari 1932.
Suffragette (women’s rights movement) Emmeline Pankhurst protesting the English policy in India. Trafalger Square, Londen, Engeland, [1907-1914].

Perché la mimosa?

Perché per questa celebrazione è stato scelto un fiore… non costoso, facile da reperire nella stagione. I colori vivaci, il profumo ricco di personalità hanno fatto il resto. (leggi di più nell’articolo di M.L. Ferlisi)

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