Irène Joliot-Curie il coraggio di una vita per la scienza
Gli occhi di tutti corrono preoccupati a cercare notizie sul coronavirus che si sta diffondendo in Italia. Noi di Cultura al Femminile volgiamo lanciare un messaggio di solidarietà e di speranza, raccontandovi di una grande donna che ha fatto la storia, con coraggio e determinazione, grazie al suo amore per la scienza: Irène Joliot-Curie.
Il nostro impegno è quello di raccontarvi soprattutto le donne che hanno fatto grandi cose restando nell’ombra, e certo Irène Joliot-Curie è molto meno nota dei suoi genitori, Marie e Pierre Curie. Irène , primogenita dei due grandi scienziati, non fu da meno di loro nel campo scientifico, tanto da ricevere, insieme al marito, il Nobel nel 1935.
La famiglia Curie, un impegno costante nella chimica
Irène Joliot-Curie nacque da Marie Sklodowska e Pierre Curie il 12 settembre 1897. In seguito la coppia ebbe una seconda figlia, Eve.
La madre marie aveva lasciato la Polonia, dove era nata e aveva compiuto i prijmi studi, eccellendo nelle materie scientifiche, per trasferirsi a Parigi, dove si era laureata. Nel 1894 conobbe Pierre Curie con il quale aveva subito stretto un legame grazie alla comune passione per le scienze naturali. Pierre Curie era un insegnante presso l’ École supérieure of fisique and chimie industrielles de la ville de Paris (ESPCI), dove aveva a disposizione un laboratorio nel quale anche Marie iniziò a collaborare. Ben presto i due avevano scoperto di amarsi, ma Marie, che ancora pensava di rientrare in Polonia, rifiutò la proposta di matrimonio. L’opposizione durò poco: Il 26 luglio 1895 si sposarono a Sceaux con rito civile… e Mzarie indossò un abito blu che riutilizzò successivamente per lavorare in laboratorio.
Irène sposò il 9 ottobre 1926 il fisico Frédéric Joliot dal quale ebbe due figli, divenuti anche loro scienziati, Hélène Langevin-Joliot (1927), fisica nucleare, e il biochimico Pierre Joliot (1932).[1] Entrambi i coniugi vennero insigniti nel 1935 del Premio Nobel per la Chimica per la scoperta della radioattività artificiale.
Era il periodo d’oro delle sperimentazioni sulla radioattività: nel ’95 Roentgen scoprì i raggi X.
Irène nacque nel ’97.
Pierre Curie, Marie Curie e Henri Becquerel ricevettero nel 1903 il premio Nobel per la fisica; Eve, la secondogenita, nacque nel 1904.
Irène Joliot-Curie ed Eve ebbero poco tempo per conoscere il loro padre: Pierre, infatti, morì in un incidente nel 1906.
Le bambine ebbero la migliore istruzione possibile, in quanto per Marie era fondamentale e volle per loro che imparassero, oltre al francese, il polacco.
Irène Joliot-Curie manifestò presto una grande attitudine verso la matematica.
La scuola pubblica non rispondeva alle alte esigenze della signora Curie e Marie, insieme ad altri studiosi, tra cui l’importante fisico francese Paul Langevin formò “The Cooperative “, una piccola scuola privata per soli nove studenti, figli dei più illustri accademici di Francia. Ogni studioso si impegnava a istruire a domicilio i figli degli altri, in una sorta di circolo di lezioni private a rotazione. Il piano formativo di The Cooperative era vario e includeva non solo il principi di scienza e ricerca scientifica, ma materie di vario genere, fra cui il cinese e la scultura: soprattutto, puntava sull’espressione di sè e sul gioco. Irène ha studiato in questo ambiente per circa due anni. Nel ’14 fu mandata in collegio, poi iniziò gli studi alla Sorbona, ma la guerra interruppe i suoi studi.
Irène Joliot-Curie durante la Grande Guerra
Durante la prima guerra mondiale, insieme con la madre Marie, prestò servizio presso gli ospedali da campo istituiti dalla stessa madre, assistendola nell’esecuzione di lastre ai raggi x per i feriti di guerra. Come sappiamo, in quei primi anni di utilizzo delle radiazioni non erano ancora noti gli effetti collaterali dell’esposizione e non venivano utilizzate protezioni e sia lei che Marie si esposero a grandi dosi di radiazioni.
Grazie alle sue competenze, fu di grande aiuto in diversi istituti dove prestò assistenza agli operatori delle apparecchiature radiologiche. Ricevette una medaglia militare per la sua assistenza nelle strutture radiografiche in Francia e Belgio.
Terminata la guerra Irène tornò a Parigi, conseguì la laurea in matematica e fisica alla Sorbona e iniziò a studiare all’Istituto del Radio (Istituto Curie), struttura fondata dai suoi genitori, arrivando a conseguire il dottorato in scienze nel 1925.
Il matrimonio e il sodalizio scientifico.
Nel 1924 le fu chiesto di insegnare le esatte tecniche di laboratorio necessarie per la ricerca radiochimica al giovane ingegnere chimico Frédéric Joliot, che due anni dopo divenne suo marito.
Irène e Frédéric scelsero di unire i loro cognomi in Joliot-Curie dopo essersi sposati nel 1926. I Joliot-Curies ebbero due figli: Hélène , nata undici mesi dopo il loro matrimonio, e Pierre , nato nel 1932.
Dal 1928 Irène Joliot-Curie e suo marito Frédéric si dedicarono allo studio dei nuclei atomici ricerche rese possibile dal grande potenziale di sperimentazioni intorno alla radioattività. Nel 1932, Joliot-Curie e suo marito Frédéric Cominciarono a lavorare sul Polonio, l’elemento scoperto da Marie., conducendo esperimenti coi raggi gamma per identificare il positrone. Sebbene le loro ricerche identificassero sia il positrone che il neutrone, non riuscirono a interpretare il significato dei risultati e le scoperte furono successivamente rivendicate da Carl David Anderson e James Chadwick.
La portata di queste scoperte erano tali che, insieme a quella dell’elettrone di JJ Thomson nel 1897, portarono alla determinazione dei nuovi modelli atomici.
Il punto di svolta arrivò nel 1933, quando i Joliot-Curie ottennero l’accurata misurazione del peso del neutrone.
I due scienziati erano determinati a lasciare il segno: svilupparono una nuova teoria secondo la quale era possibile trasformare i protoni in neutroni e positroni. Presentarono questa teoria alla conferenza di Solvay, ma ricevettero molte critiche dai colleghi present. Nonostante questo, i Joliot Curie continuarono il loro lavoro, proprio partendo dai risultati ottenuto.
Dal 1928 Irène e Frédéric unirono i loro studi e conoscenze nell’ambito dei nuclei atomici arrivando a identificare sperimentalmente sia il positrone che il neutrone, ma ancora una volta l’attribuzione finale dei risultati andò ad altri scienziati, Carl Anderson e James Chadwick.
La via verso il Nobel
Nel 1934, i Joliot-Curies fecero finalmente la scoperta che sigillò il loro posto nella storia scientifica. Basandosi sul lavoro di Marie e Pierre Curie, che avevano isolato elementi radioattivi presenti in natura, i Joliot-Curies riuscirono a trasformare un elemento in un altro, creando azoto radioattivo da boro, isotopi radioattivi di fosforo dall’alluminio e silicio da magnesio: era il grande sogno dell’alchimia antica, realizzato attraverso la scienza.
La trasmutazione degli elementi.
Questa incredibile scoperta sarà successivamente destinata a spianare la strada allo sviluppo della sintesi di radioisotopi, che risulteranno di importante applicazione in ambiti quale quello medico.
Il premio Nobel per la chimica nel 1935 portò con sé fama e riconoscimento da parte della comunità scientifica e Irène Joliot-Curie ottenne una cattedra alla Facoltà di Scienze.
La seconda Guerra Mondiale
Erano anni difficili, in cui il cambiamento era dietro l’angolo: I coniugi Joliot-Curie presero una forte posizione anti fascista e si unirono al Partito socialista nel 1934, al Comité de vigilance des intellectuels antifascistes un anno dopo, e nel 1936 appoggiarono attivamente la fazione repubblicana nella guerra civile spagnola. Nello stesso anno, Irène Joliot-Curie fu nominata Sottosegretario di Stato alla Ricerca scientifica dal governo francese, carica grazie alla quale contribuì alla fondazione del Centre National de la Recherche Scientifique .
Coscienti che le loro ricerche potessero essere pericolose se nelle mani sbagliate, i Joliot-Curie smisero ogni attività durante la guerra, nascondendo tutte le loro richerche nelle volte dell’Academia delle scienze.
Durante la guerra, Frédéric andò a combattere nelle file della resistenza. Irène contrasse la tubercolosi e fu costretta a trasferirsi per un periodo in Svizzera, lasciando i figli in Francia, ma riuscì infine a portarli con sé. Solo dopo la fine della guerra riuscì a ricongiungersi anche col marito.
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L’impegno per le donne di Irène Joliot-Curie
Irène Joliot-Curie si impegnò sempre attivamente nella promozione dell’educazione delle donne, prestando servizio nel Comitato Nazionale dell’Unione delle Donne Francesi (Comité National de l’Union des Femmes Françaises) e nel Consiglio Mondiale della Pace. I Joliot-Curie ricevettero l’adesione alla Légion d’honneur francese ; Irène come ufficiale e Frédéric come commissario, in riconoscimento del suo impegno nella resistenza.
Irène fu un membro appassionato del movimento femminista, specialmente per quanto riguardava l’accesso alle scienze. Richiese più volte l’ammissione all’Accademia delle Scienze , un’organizzazione scientifica d’élite, sapendo che le sarebbe stato negato in quanto donna: il suo obiettivo era attirare l’attenzione sul fatto che non accettavano le donne nell’organizzazione. Si impegnò per le donne anche in molte conferenze di sensibilizzazione, in particolare promuovendo la Giornata internazionale della donna.
Attivista pacifista, insieme al marito fu in prima linea nell’aiutare le famiglie di minatori in sciopero nel 1948: fu promotrice dell’iniziativa di adozione dei figli di minatori in difficoltà, adottando due bambine e sensibilizzando l’opinione pubblica.
Nel 1948, usando tecnologie di fissione nucleare, i Joliot-Curies insieme ad altri scienziati crearono il primo reattore nucleare francese.
I Joliot-Curies facevano parte dell’organizzazione responsabile del progetto, Atomic Energy Commission, Commissariat à l’énergie atomique (CEA). Irène ne fu il commissario del CEA e il marito il direttore del CEA.
La fine
Nel 1946, Irène fu incidentalmente esposta a una grande quantità di Polonio quando una capsula sigillata dell’elemento esplose sul bancone del laboratorio: fu l’inizio di un calvario che la porterà a morire di leucemia, il 17 marzo 1956 a Parigi.
Nonostante la malattia, Joliot-Curie continuò a lavorare e nel 1955 elaborò progetti di lavoro per nuovi laboratori di fisica all’Università d’Orsay, a sud di Parigi.
Il marito visse solo due anni in più, anche lui logorato dall’esposizione al materiale radioattivo.
L’eredità dei figli
La figlia di Irène Joliot-Curie, Hélène Langevin-Joliot, divenne un fisico nucleare e professore all’Università di Parigi. Suo figlio, Pierre Joliot , è diventato biochimico presso il Centre National de la Recherche Scientifique.