Maria Cristina Sferra, poetessa e autrice di racconti e del bellissimo romanzo “A mezzogiorno del mondo (Una storia d’amore)”, nel suo ultimo libro “Il corpo morbido – (per)corso di teatro” ci racconta una sua esperienza molto emozionante e di crescita interiore.

Quanto è magnifico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci. Non so perché. C’è un silenzio profondo ed ecco che il sipario inizia ad aprirsi. Forse è rosso. Ed entri in un altro mondo (David Lynch)

Il fascino del teatro è qualcosa di unico: entri nella platea e ti senti avvolto da un profumo, un’atmosfera, un’emozione sottile, prima ancora che inizi lo spettacolo. Poi si spengono le luci e si riaccendono in un mondo altro: una realtà ricreata si svolge davanti ai tuoi occhi, ti avvolge e ti coinvolge.

Cristina Sferra che già amava

l’odore del palcoscenico, le quinte che nascondono mondi segreti in attesa di materializzarsi

ha cercato di approfondire questa conoscenza, non più solo come spettatrice, iscrivendosi ad un corso di recitazione.
Alla fine della prima lezione, tornata a casa, ha incominciato a scrivere quello che aveva provato. Dopo ogni lezione ha cercato, scrivendo, di fermare le emozioni, le difficoltà, le scoperte che aveva vissuto. Così è nato questo diario, che è un percorso di vita.

Sono Cristina e guardo l’orizzonte

Le prime lezioni sono state forse le più difficili, non è facile lasciarsi andare, scoprire davanti agli altri la propria interiorità. Cristina sentiva le proprie resistenze.

Bisognerà piallare di fino tutti quegli spigoli che escono dal mio corpo morbido.
E quelli che escono dalla mia mente. Infine non resterà che un involucro vuoto, pronto per diventare altro da sé, altro da me

Di lezione in lezione Cristina e le altre compagne di corso, in tutto sette, hanno imparato ad abitare lo spazio, a camminare verso il pubblico, a tirare fuori da sé ogni emozione per farla vivere.
Cristina ogni volta “si porta a casa” un’emozione o un pensiero:

la sensazione di una discesa in apnea dentro me stessa. E quella del respiro liberatorio dopo essere riuscita a risalire

Il corpo è ciò che sta tra noi e il mondo esterno, è il vetro deformante attraverso cui percepiamo ogni cosa: la realtà esterna è filtrata dalla nostra prospettiva e per questo a volte è distorta, a volte esagerata o fraintesa. Spesso non riusciamo ad adattarci, a esprimerci, i nostri spigoli urtano contro la realtà.
Esercitarsi alla consapevolezza, imparare a sentire ogni parte di sé, ascoltare il proprio io e aiutarlo a uscire smussando gli spigoli sono insegnamenti fondamentali del teatro, che creando un mondo immaginario, una finzione, rende molto più vero il nostro stare nel mondo reale.

Lo spazio del corpo è l’oscurità della sala necessaria alla chiarezza dello spettacolo (M. Merleau-Ponty).

Nella preparazione della “restituzione”, il saggio finale del corso, con stupore Cristina ha visto nascere i personaggi, una storia, una rappresentazione in cui ognuna delle attrici ha messo se stessa, tirando fuori lati nascosti di sé.

in un processo che assomiglia all’opera che lo scultore compie sulla materia plasmabile, aggiungendone e togliendo secondo la propria sensibilità, per arrivare all’essenza di ciò che vuole rappresentare

E alla fine del corso, dopo la rappresentazione finale, Cristina ha sentito di essere entrata ancor più dentro se stessa, eliminando il superfluo in una ricerca di sé e dell’essenziale che da scrittrice stava già compiendo e attraverso le parole – la ricerca della parola – continuerà perché questo è il senso della scrittura.

 

SINOSSI

Diario esperienziale che raccoglie il racconto dei trenta incontri del ciclo di studio frequentato dall’autrice. Una narrazione personale ed emozionale per scoprire che cosa significa avvicinarsi al misterioso mondo del teatro, mettersi in gioco senza riserve, affrontare la fatica del corpo e l’impegno della mente, provare l’ebbrezza del palcoscenico, sapere che cosa si nasconde davvero dietro il sipario.

 

Titolo: Il corpo morbido – (per)corso di teatro

Autore: Maria Cristina Sferra

Editore: Independently published (luglio 2019)