Il Conte di Montecristo, da vittima ad eroe, l’epopea di un ingenuo che cerca il suo riscatto

di Giulia La Face

Il Conte di Montecristo, da vittima ad eroe, l’epopea di un  ingenuo che cerca il suo riscatto (e lo trova!). Riproporne la lettura è rispolverare un mito letterario che ha affascinato i lettori di ogni tempo. Perché?

Perchè è facile l’identificazione con il buono che subisce ingiustizie inenarrabili e che si trasforma in un uomo nuovo.  Perchè il tema dell’umile, della giustizia, della rivincita avvince tutti, grandi e piccini.

Il Conte di Montecristo, da vittima ad eroe , l'epopea di un ingenuo che cerca il suo riscatto

immagine web

Il conte di Montecristo, romanzo d’appendice e tra i migliori feuilleton dell’epoca ( fu pubblicato tra il 844 e il 1846), si ispira ad una vicenda realmente avvenuta a inizio secolo a un uomo di nome François Piçaud. In procinto di sposare una donna con una dote non indifferente, Piçaud subì la medesima sorte di Edmond Dantès (con una differenza data dal momento storico:Piçaud fu condannato come spia inglese).

Una volta scontata la sua pena tornò a vendicarsi dei suoi accusatori grazie a all’ingente eredità di un frate conosciuto durante la prigionia.

Nonostante queste chiare somiglianze con l’evento di cronaca, Il conte di Montecristo, oltre a venir approfondito in funzione romanzesca nello svolgimento della trama, viene scritto da Dumas in un complesso periodo della politica francese, quello di transizione tra la fine del bonapartismo e il secondo impero di Napoleone III.

La trama de Il Conte di Montecristo è complessa.

Siamo nel 1815 ed Edmond Dantès, marinaio di diciannove anni, è appena sbarcato a Marsiglia e dove conta di riabbracciare il vecchio padre e la donna che deve sposare, Mercedes.

Viene invece arrestato ingiustamente con l’accusa di aver tramato come agente bonapartista. Edmond non ha alcun interesse nell’attività politica ed è innocente. L’unica colpa che può essergli attribuita è quella di aver fatto scalo con la nave all’Isola d’Elba, dove si trova prigioniero Napoleone, e aver accettato di consegnare una lettera ad un uomo senza sapere che si trattava di un carteggio tra bonapartisti.

Dietro l’odioso inganno vi sono alcuni uomini che hanno ognuno una ragione per odiarlo, tra invidie e arrivismi.

 

Il Conte di Montecristo, da vittima ad eroe , l'epopea di un ingenuo che cerca il suo riscatto

immagine da web- sceneggiato tv

Durante la lunga e logorante prigionia, Dantès conosce un abate e scienziato italiano, Faria, anch’egli prigioniero. I due si incontrano perché Faria, che sta tendando la fuga scavando da anni un tunnel, ha sbagliato i calcoli . È finito, invece che all’esterno, nella cella del giovane.

L’abate Faria diventa dunque confidente e maestro di Edmond, lo introduce alle arti, alle matematiche e ad ogni branca della cultura. Ma soprattutto lo aiuta a raccogliere quante più informazioni possibili per vendicarsi dei suoi accusatori.

Inoltre, l’abate, prossimo alla morte, confida ad Edmond un segreto che, una volta fuori dalla prigione di If, potrebbe cambiare la sua vita. Sull’isola di Montecristo si trova, ormai da tempo immemorabile, un tesoro, di cui Faria conosce la collocazione.

Il Conte di Montecristo, da vittima ad eroe , l'epopea di un ingenuo che cerca il suo riscatto

immagine web. Abate Faria

Alla morte di Faria, Dantes si sostituisce al cadavere dell’abate e riesce ad evadere. Da questo momento acquisisce l’identità fittizia di Conte di Montecristo, insieme ad altre secondarie per raggiungere i suoi scopi di vendetta.
Edmond ripagherà i suoi nemici della loro stessa moneta, intromettendosi nelle loro vite fingendosi amico e distruggendole dall’interno.

Le sue vicende infatti, tra cui il ritrovamento del tesoro indicatogli dall’abate Faria, faranno di lui un uomo ricco e lo condurranno a vendicarsi di tutti i suoi nemici. Ossia coloro che a vario titolo e per i loro malevoli scopi, lo avevano fatto condurre in prigione da innocente.

Compiute le sue vendette e compiuta la sua ultima missione che si chiude con il perdono dell’ultimo nemico, decide finalmente di mettere una pietra sui dolorosi eventi del passato.   Incomincia una nuova vita all’insegna della speranza nei confronti del futuro. E dell’amore, che lo salva, per Haydèe.

I personaggi sono emblematici e hanno ruoli definiti . Facile non perdersi in questo romanzone infinito.

Edmondo Dantes è il protagonista assoluto del romanzo.

 

Il Conte di Montecristo, da vittima ad eroe , l'epopea di un ingenuo che cerca il suo riscatto

immagine web- E. Dantès

Prima della reclusione,  Dantès è un ragazzo innocente, onesto e gentile. Nonostante la sua intelligenza, è un uomo semplice con poche opinioni.

Vive la propria vita istintivamente, seguendo un insieme di regole e tradizioni che lo spinge ad onorare i suoi superiori, a prendersi cura dell’anziano padre.  E a rispettare il prossimo.

Dantès è pieno di sentimenti positivi. Ammira il proprio principale, il signor Morrel, ama il padre, adora la fidanzata Mercedes . Guarda con fiducia e bontà gli uomini che apertamente lo disprezzano.

Mentre è in prigione subisce però un profondo cambiamento: diventa duro, vendicativo ed è ossessionato dal pensiero dei soprusi fatti contro di lui.

Solamente nel momento in cui ritrova l’amore in Haydée, ritrova la propria umanità e la coscienza di essere un uomo.

 L’Abate Faria è l’ altro grande protagonista, per il rilievo che ha nella storia e nella trasformazione di Edmondo Dantes.

E’ un uomo religioso ed un brillante pensatore che Dantès incontra in prigione. Diventa il padre intellettuale di Edmond. Durante i molti anni da prigionieri, gli insegna la storia, le scienze, l’arte e molte lingue. È lui stesso a dotare Dantès della sua grande ricchezza.

Senza dubbio è il più importante catalizzatore nella trasformazione di Edmond nel vendicativo Conte di Montecristo.

 E Fernand Mondego? È il rivale di Dantès per le attenzioni di Mercedes. Partecipa al complotto per farlo imprigionare e sposa poi la sua fidanzata stessa quando Edmond viene imprigionato. Grazie a dei tradimenti diventa un uomo ricco e potente e diviene Conte di Moncerf. È la prima vittima della vendetta di Montecristo.

Il Conte di Montecristo, da vittima ad eroe , l'epopea di un ingenuo che cerca il suo riscatto

Mondego- immagine web

 Il Barone Danglars è un avido e invidioso complice di Mondego. È lui stesso ad escogitare la congiura contro Dantès. Come Fernand, diventa ricco e potente, ma perde tutto quando il Conte inizia la sua vendetta. La sua ossessione per i beni materiali lo rende un facile bersaglio per Montecristo, che possiede un’infinita ricchezza in mano per compiere la sua vendetta.

Uomo avido, senza scrupoli, interessato solo alla sua sorte. Pur di tutelare i propri interessi non esita a sacrificare gli altri e ad avvantaggiarsi delle disfatte altrui.

 Chiaramente servivano anche figure di contorno che il buon Dumas non lesina, per far emergere i lati del carattere di Dantès.

Incontriamo dunque Jacopo: una figura apparentemente di contorno che nella narrazione fa emergere il lato più buono e altruistico del vendicativo Dantes/Conte di Montecristo. È un contrabbandiere.  Aiuta Dantés a scappare. Quando mostra a Montecristo la sua lealtá, il Conte lo ricompensa con una barca ed un equipaggio di proprietá.

 Se una prima lettura può fermarsi al livello della narrazione pura e semplice di avventure rocambolesche, chiari sono alcuni temi che il romanzo affronta, non con leggerezza…

Un tema emergente è politico. Edmond Dantès non è un personaggio politico ma si trova incastrato suo malgrado in trame che fondano su una motivazione di stampo politico. Il contesto storico ne permea ogni elemento.

Dall’iniziale condanna a Dantès, al bel mondo parigino in cui il conte di Montecristo si insinua per portare a compimento la sua vendetta.

Da notare, inoltre, come i personaggi bonapartisti siano anche quelli che potremmo considerare “positivi”, come l’armatore Morrell, o l’ex capitano della Pharaon. Al contrario i caratteri più negativi siano legati agli anti-bonapartisti, come Villefort. O rappresentino un ideale capitalistico piccolo borghese, come Danglars.

Politica è anche la critica, che pervade la prima parte del romanzo, al sistema giuridico e carcerario del XIX secolo. Abbiamo infatti un imputato, Dantès, che viene condannato senza avere un vero processo e una vera difesa. L’unico momento per difendere la propria causa che gli viene concesso è un dialogo a porte chiuse e senza testimoni. 

Il giudice ne accoglie la denuncia.

Invece incontriamo molti personaggi il cui odioso crimine ai danni Dantés è rimasto impunito e che si sono arricchiti grazie a trame ai limiti del legale.

 L’altro tema fondante, che è ciò che contribuì a  decretare il grande successo di questo romanzone,  è la vendetta e la trasformazione umana.

La parabola umana ed emotiva di Edmond Dantès trasforma dunque l’uomo, da giovane sincero e di belle speranze , ad adulto indurito nell’animo. Il desiderio di vendetta pervade ogni aspetto della vita del Dantès post-prigionia.

Dantès è dunque diventato un uomo freddo e calcolatore, capace di passare dall’amicizia all’odio repentinamente ma con controllato distacco. Un uomo-macchina cui ogni azione è finalizzata a nuocere, presto o tardi, a coloro che hanno trasformato il suo futuro in un incubo lungo quattordici anni.

Dantes si trova a percorrere un percorso di perdizione e redenzione, che culmina alla conclusione del romanzo. Quando, di fronte alle macerie della propria vendetta, perdona l’ultimo dei suoi traditori, Danglars, riaprendosi al futuro e alla pacificazione interiore, attraverso l’amore e il perdono.

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_conte_di_Montecristo