Gioco e creatività. Creatività in gioco.

Parte prima:introduzione

di Ilaria Biondi

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È il 26 dicembre.

La luce morbida del crepuscolo sta lentamente scivolando tra le braccia scure della sera.

Tra poco le fiammelle ondeggianti e sfavillanti dell’albero di Natale appoggeranno la loro carezza festosa anche sugli angoli più riposti della stanza.

La tavola è ancora imbandita, per onorare una vecchia tradizione di famiglia alla quale tutti noi – i miei genitori, mio fratello e io – siamo profondamente legati.

Quanto sono preziose, anche nel loro sapore di nostalgia, queste ore che scorrono lente, nel tepore scoppiettante del camino, a rimemorare i giorni lontani e a sognare di quelli che verranno.

Le festività natalizie sono state per anni, per me, un caleidoscopio di colori, che ha accompagnato con gaiezza i miei anni giovani.

Da qualche tempo a questa parte hanno invece sfumature più smorzate, e forse per questo ancora più intense.

Mi rintano in casa insieme ai miei cari e mi concedo, bramosa, quiete e raccoglimento.

Mi rannicchio dietro il legno caldo, liscio e sincero della porta di casa, chiudendo fuori il mondo, con i suoi affanni e il suo rumore.

Depongo, per qualche tempo, la mia anima aperta e chiassosa, per cullare quella più nascosta, che si abbandona placida e lieta agli incanti del silenzio e della solitudine.

Ci sono però talvolta percorsi inaspettati a sorprenderci, piccoli eventi che buttano piacevolmente all’aria le nostre carte ordinate.

Un’amica carissima, alla quale mi lega un lungo percorso d’affetto schietto e di gioioso scambio d’idee, mi invia un messaggio.

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Ci siamo scambiate gli auguri di rito pochi giorni prima, perciò quel richiamo colorato sullo schermo del telefono mi suona inatteso, seppur molto gradito, come sempre lo sono per me i contatti con lei.

Il garbo è l’abito con il quale Cristina adorna le sue parole, che giungono con il passo discreto di un soffio di piumino.

Quasi chiedendo venia per il disturbo, mi informa di avermi invitato a partecipare sulla mia pagina Facebook a un gioco creativo.

Lì per lì rimango un po’ perplessa.

Sono in generale allergica alle cosiddette “catene” e di solito le rifuggo come la peste.

Due fattori tuttavia mi decidono a vincere la mia ritrosia, ad aprire un varco nella mia giornata festiva volutamente consegnata all’isolamento.

Il fatto che l’invito mi sia giunto da una persona speciale come Cristina, e la parola “gioco”, che ha su di me un effetto oserei dire eccitante.

Il mio lato infantile, che guizza sottopelle sempre pronto a balzare fuori birichino, si lascia solleticare e incuriosire da queste cinque, magiche lettere.

Sono stata una bimba che ha giocato molto, da sola e in compagnia dei miei coetanei, dei miei genitori, dei miei nonni e dei miei animali.

Ora sono cresciuta (almeno a livello di età anagrafica!), ma il gioco continua a rimanere un’imprescindibile presenza nelle mie giornate, une toile de fond di cui la mia anima sente una necessità costante.

Da adulta, adesso, sono io a giocare con i bambini.

O forse dovrei meglio dire che giochiamo insieme, e insieme impariamo, ci lasciamo andare, scopriamo ogni istante qualcosa di nuovo di noi e del mondo.

Ma gioco anche da sola, proprio come da piccola: ora non ci sono più le bambole e i pentolini, al loro posto ci sono la penna e la carta.

La lettura e la scrittura.

Parole e inchiostro, che svolazzano come farfalle attorno ai miei pensieri, che si posano come foglie danzanti sulle mie sensazioni.

Ci tengo a non essere fraintesa: non condivido né comprendo le definizioni pregiudiziali e velatamente sprezzanti che vedono nel gioco un passatempo ozioso, un’occupazione dilettantistica che si contrappone (in negativo) al lavoro, alla sua produttività e professionalità riconosciuta.

Il gioco, in realtà, è la cosa più seria del mondo.

Ed è una meravigliosa “macchina” che mette misteriosamente in moto lo scrigno di bellezze, potenzialità e ricchezze che giacciono e riposano, spesso nascoste e sconosciute, dentro ognuno di noi.

La nostra creatività, insomma.

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Ho pertanto deposto in pochi istanti i miei dubbi e con entusiasmo mi sono lasciata catturare.

E posso dire di avere fatto la scelta giusta, perché in quei sette giorni ho avuto la gioia di seguire e inseguire le tracce di talento di amici cari, conoscenti e persone della cui arte meravigliosa nemmeno sospettavo l’esistenza.

Il gioco consiste nel pubblicare sulla propria bacheca Facebook, per sette giorni consecutivi, una propria opera (termine da intendersi nel senso più ampio), accompagnandola con una sintetica definizione ed eventualmente con un’immagine che la “traduca”.

Ogni giorno, contestualmente a questo, si inoltra l’invito a partecipare al gioco a un altro creativo facente parte della propria rete di amicizie reali e/o virtuali.

Nel post pubblicato quotidianamente ci si premura di nominare la persona da cui si è ricevuto l’invito e la lista (in progressiva crescita, giorno dopo giorno) dei creativi prescelti.

Grazie alla funzione del “tag” viene pertanto a crearsi una catena “virtuosa” di creativi, afferenti a diversi campi e specializzazioni.

Le persone coinvolte, qualora ne abbiano il desiderio, possono percorrere in lungo e in largo la filiera creativa, esplorare le altrui opere ed entrare in contatto con artisti a loro sconosciuti.

La maternità di questa avventura stimolante, curiosa ed entusiasmante appartiene all’artista Paola Annovazzi, una raffinata ceramista che per motivi contingenti non abbiamo potuto intervistare, anche se ci riserviamo di poterlo fare in un futuro non troppo lontano.

Da lei vorremo scoprire qualcosa di più sull’origine e gli intenti di questo gioco e sul suo personale rapporto con la Creatività.

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Cristina Vecchi, restauratrice e pittrice di schietto talento, ha rappresentato l’anello di congiunzione tra Paola e me, ma anche un anello di svolta, scegliendo di indirizzare il gioco, fino a quel momento legato all’ambito dell’Arte, verso il mondo della scrittura, invitandomi a pubblicare i miei versi.

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Personalmente, nelle mie scelte ho privilegiato persone con le quali condivido passioni e affinità di pensiero e di sentire.

Per buona parte i creativi ai quali ho esteso il mio invito pertengono all’universo della scrittura (narrativa e soprattutto poesia).

Tuttavia, interpretando questo gioco come una forma di circolazione, comunicazione, dialogo, osmosi fra le diverse forme di espressione artistica, ho chiamato in causa anche altri mondi e sensibilità.

La fotografia.

La danza.

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La composizione floreale.

Il teatro.

Lo handmade.

L’illustrazione e la pittura (chiudendo così in qualche modo il cerchio e riannodando i fili con Cristina Vecchi e l’universo da lei rappresentato).

Ho interpellato in prevalenza donne, non certo spinta da una qualche forma di pregiudiziale discriminatoria nei confronti degli uomini, ma semplicemente perché la mia rete di conoscenze creative annovera una maggioranza di figure femminili.

Inoltre, aspetto logistico non trascurabile, buona parte degli artisti uomini che conosco e stimo non frequenta Facebook.

Volendo stilare un bilancio sommario a gioco ultimato, limitatamente alla mia circoscritta esperienza, le persone che hanno aderito con maggior slancio alla proposta sono state scrittrici e poetesse.

Su suggerimento di Elvira Rossi – una delle persone da me nominate che ha accolto l’idea del gioco con più viva partecipazione – si è pensato di raccogliere i frutti di questa piacevolissima esperienza.

In primo luogo, interpellando un (necessariamente) limitato ma rappresentativo campionario di creativi che hanno giocato insieme a noi.

Secondariamente, aprendo il campo a riflessioni sulla questione della creatività in relazione all’essere Donna.

Seguiranno pertanto, qui nelle pagine di Cultura al femminile, un’intervista curata dalla sottoscritta e due articoli intensi e stimolanti ad opera di Elvira Rossi.

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Ringrazio, a nome di Elvira Rossi e mio, le creative che hanno accettato di farsi intervistare e il sito di Cultura al Femminile, che gentilmente ospita questo nostro “esperimento” di parole.

Per leggere la seconda parte di questo intervento, contenente l’intervista a quattro donne creative:

https://culturalfemminile.com/2017/03/29/gioco-e-creativita-creativita-in-gioco-parte-seconda-intervista/

Per riflettere sul rapporto Donne e Creatività, i due bellissimi articoli di Elvira Rossi:

https://culturalfemminile.com/2017/03/29/donne-e-creativita/

https://culturalfemminile.com/2017/03/29/donne-web-e-scrittura/