“Eclissi, luce, riflessi” di Ruth
Una mano si sporse a prendere il ciondolo dimenticato sul comodino, un alone circondò la stanza assorbendo il mobilio e trasportandola su una spiaggia, passi lievi sul bagnasciuga, impronte indelebili nel cuore.
Cercava di dimenticare mentre tutto le ricordava lui, segni impercettibili, presenze, fotografie. Era stata una follia, quella che non ti aspetti, quella che altrove giudicheresti, ma che arriva a travolgerti e sconvolgerti. E non puoi opporti alla sua forza, alla sua tenacia, alla sua passione.
Una risata sincera ad ammorbidire un imbarazzo, una battuta, quelle che arrivavano tanto spontanee a smorzare la timidezza. E lo sconosciuto dapprima la guardò insospettito, poi incuriosito.
Elettricità nell’aria, intesa nell’anima.
Silenzi complici, sguardi colpevoli, brividi sconosciuti e la folle paura di cedere, prima, di esser scoperti, poi. Ma il desiderio di sfiorarsi, di creare occasioni e situazioni per non perdersi, quello vinceva. Resisterò, cercava di convincersi ripetendolo a sé stessa e alle persone con le quali aveva condiviso questo segreto.
Elena e Roberto si erano conosciuti in un assolato pomeriggio di luglio e si erano fatti trasportare da una passione a entrambi sconosciuta. Lei alzava barriere, non si riconosceva, scappava e ci cascava, negava e organizzava. Lui la aspettava, la scopriva, la scolpiva, riempiva le sue crepe con parole e poesia, provava a scartavetrare il proprio passato cesellando il loro presente. Ridevano e rinascevano, complici. Rincorrevano una scelta, un futuro, una svolta. Elena doveva scegliere per sé, per loro, contro tutti.
“Andiamo al mare” propose lui, lei aveva un rapporto conflittuale con il mare ma diventò spontaneo e naturale accettare. Sale e sabbia furono testimoni dei loro progetti, di sogni e paure.
Roberto trascrisse nel suo libro le sensazioni provate quel giorno sicuro che presto avrebbe potuto stamparlo e regalarlo alle persone più care perché Elena era arrivata a completare quelle righe, quelle pagine, la sua vita. Si addormentò con un sorriso.
Elena faticava a prender sonno, l’indomani l’attendeva una serata intima e sentiva di non riuscire a mentire ancora. Decise che ne avrebbe parlato con Roberto che ogni volta riusciva a rassicurarla nonostante il terrore di perderla. Compose il numero e si avviò verso casa sua, inquieta, il vuoto degli squilli e il suo nome che rimbombava tra le mura.
Roberto si era addormentato con un sorriso. Il libro, ora, poteva essere stampato.