Streghe. Le eroine dello scandalo – di Ilaria Simeone
recensione di Emma Fenu
Streghe. Le eroine dello scandalo è un libro di Ilaria Simeone edito da Neri Pozza nel 2019.
Quindi Donne. Quindi pericolose. Quindi colpevoli.
Eroine.
Quindi protagoniste. Quindi non solo vittime.
Scandalo.
E qui ci fermiamo a riflettere.
Secondo l’autrice del libro in questione, una eccelente osmosi di documentazione storica e piglio narrativo, il significato della parola “scandalo” va ricercato nel suo etimo.
Lo scandalo è, quindi, inteso come ostacolo e inciampo, per cui la pietra dello scandalo è la pietra d’inciampo su cui cadono pregiudizi atavici e paure irrazionali che generano mostri.
Ma anche accogliendo l’accezione più recente e propria del linguaggio comune di “scandalo”, ossia “parola, azione o fatto che offende la coscienza e i sentimenti morali, suscitando sdegno e riprovazione“, secondo il dizionario Treccani, non mancano spunti di riflessione.
Qualcuno ha dato scandalo: sono coloro che hanno perseguitato, torturato e ucciso in nome dell’abuso, macchiandosi di colpe che ancora oggi chiedono la giusta condanna del vero colpevole.
Ilaria Simeone, in Streghe. Eroine dello scandalo, ci conduce in un viaggio attraverso i secoli nel nord Italia, dalla fine del ‘500 al primo ventennio del ‘700, non seguendo un ordine cronologico ma affascinandosi nella tensione e nella suspance che vede la condanna per stregoneria di molte donne, alcune note altre ancora sconosciute, ma tutte streghe.
Nel 1616 nel ducato di Milano e Mantova, toccò a Caterina De Medici; nel 1587 a Triora, Podesteria della Repubblica di Genova, toccà a trentacinque imputate; nel 1716 a Brentonico, toccò a Maria Bertoletti, detta la Toldina. Di quest’ultimo processo oggi si è chiesta la riapertura.
Sono tutte ritenute ree di aver intrattenuto rapporti carnali con il demonio, di aver compiuto malefici sugli uomini per assoggettarli, di aver ucciso infanti, di aver praticato magia nera, di aver tradito Dio e i suoi figli.
Sono tutte puttane, non importa se stuprate e vendute fin da bambine.
Sono tutte seducenti, non importa se invecchiate precocemente.
Sono tutte irriverenti, non importa se bigotte.
Sono tutte altere, non importa se povere.
Sono tutte intelligenti, non importa se prive di istruzione.
Sono tutte streghe, non importa nessun se: streghe e basta.
Sono tutte storie di donne colpevoli di essere se stesse; di essere eredi di Eva e Lilith; di non essere soggette alla protezione, e alla custodia, di un uomo; di agire con indipendenza, coraggio e libertà; di non essere contenibili e portare in grembo il seme della libertà.
Sono tutte vittime di femminicidio.
Link d’acquisto
https://neripozza.it/libri/streghe-le-eroine-dello-scandalo
Sinossi
1616, ducato di Milano e Mantova: Caterina De Medici viene accusata di aver maleficiato il nobile senatore Luigi Melzi.
Comincia così, in una sorta di processo privato tutto interno al palazzo milanese, una vicenda che finisce con l’impiccagione e il rogo della strega rea confessa.
1587, Triora, Podesteria della Repubblica di Genova: si apre uno dei più appassionanti processi italiani alle streghe.
Trentacinque imputate, tre magistrature e un’inedita ferocia persecutoria. Il procedimento dura tre anni e distrugge un’intera comunità.
1716 Brentonico, Quattro Vicariati: Maria Bertoletti, detta la Toldina, viene accusata di stregoneria, processata nel foro penale laico e condannata al rogo.
Oggi, trecento anni dopo, il Comune trentino ha chiesto la riapertura del procedimento.
Tre storie ignobili di femminicidi ante litteram che coagulano, nella banalità del male, sesso e morte, giustizia e ingiustizie, poteri e contropoteri, Chiesa e Stati.
Tre storie diverse ma unite da un’unica, atavica paura: la donna come «scandalo».
Ilaria Simeone indossa i panni di una cronista giudiziaria dell’epoca, consulta gli atti, li racconta udienza dopo udienza, in un crescendo avvincente come un thriller, per mostrare come la macchina della giustizia che condannava al rogo le «eroine dello scandalo» si trasformi, infine, in un gigantesco scorpione che, come nelle leggende di demoni e streghe, contorcendosi infligge la morte a sé stesso.