Dolce introduzione al caos di Marta Orriols
Voce alle Donne
Recensione di Emma Fenu
Dolce introduzione al caos è un romanzo di Marta Orriols edito da Ponte alle Grazie nel 2022.
“[…] Una raffica di vento ci ha visitato,
e i nostri capelli non si muovevano nemmeno.
La canzone che il vento si fermerà,
dove non succede mai niente.
Non c’è più pietra in piedi,
perché il vento lo ha abbattuto,
No, Non esiste una canzone del genere.
Non è rimasto niente di ieri.,
perché il vento lo ha portato via,
No, Non esiste una canzone del genere.”
– Roberto Iniesta (Extremoduro)
Di cosa tratta Dolce introduzione al caos?
Marta e Dani sono due trentenni che convivono in un appartamento di quaranta metri quadri a Barcellona da quasi due anni, ma non hanno definito una progettualità di coppia che esuli dalla complicità, dall’eros, dal giovedì con gli amici, dalle esigenze del labrador, dai sogni professionali di una fotografa e di uno sceneggiatore, rispettivamente, che sanno di non essere più ragazzi, ma temono la routine della maturità, priva del brivido della gioventù.
Così credono. Non è detto abbiano ragione e non pretendono di convincere nessuno, loro.
Marta resta incinta, pur essendo una maniaca del controllo: essendo una gravidanza indesiderata, non ha dubbi e propende per un’interruzione volontaria.
Ma i figli ti cambiano anche se sono cellule e si definiscono embrioni, anche se non nasceranno per tua decisione o del destino, anche se sono esistiti nella tua mente per una manciata di ore.
Da due si è passati a tre e se una vita familiare con una prole da crescere mentre si invecchia è sicuramente una percorso con ricordi diversi da una coppia, la genitorialità sfugge a categorizzazioni.
E anche a giudizi.
Abortire o meno se si hanno trent’anni e stabilità affettiva e economica perchè si vuole dare la priorità alla carriera e al conseguente espatrio, perché si ha paura della responsabilità di una scelta da cui non si può tornare indietro, perchè il mondo occidentale lo si considera un fallimento o perché da bambine il modello materno ha deluso/ illuso o semplicemente perchè si ritiene che il vero egoismo sia dare alla luce un figlio per la paura della propria condanna… beh, Signori, non sono affari nostri.
Non tiriamo in ballo l’istinto materno: ormai sappiamo che c’è o no e l’eventuale assenza non svilisce la femminilità.
E, forza, accantoniamo anche la dissertazione etica sul diritto alla vita, perchè non è la sede giusta e perché è un dilemma, la vita, non solo il diritto a viverla, così complesso e personale da perdersi nell’ambito del proprio ventre: figuriamoci cosa può accaderci dentro i corpi di ogni donna di ogni luogo e tempo.
Vi assicuro che la sospesione del giudizio è possibile.
A scrivere tale recensione è una donna di 44 anni che cerca un figlio da quando ne ha 28, che ha avuto aborti spontanei e si è sottoposta a nove trattamenti di procreazione medicalmente assistita.
Ha subito le isteroscopie diagnostiche insieme, per ragioni organizzative dei reparti, a pazienti che sceglievano l’aborto volontario.
E non ha figli, suo malgrado. Ma nemmeno si logora alla ricerca delle colpe altrui, delle madri “cattive”.
Perché leggere Dolce introduzione al caos?
Perchè è spietatamente vero, a prescindere dalla scelta dell’aborto.
Le due linee rosa spiazzano e mettono in crisi molte: quelle che non vogliono figli, quelle che ancora non li vogliono, quelle che hanno solo detto “proviamo un mese”, quelle che cercano da anni, quelle che hanno perso il conto dei fallimenti con la procreazione assistita, quelle troppo giovani, quelle dall’età perfetta (ma esiste? No figli dopo i 40 come no minigonna e top corti?!), quelle vecchie, quelle primipare, quelle che, ormai, partoriscono in automatico.
E, soprattutto, il valore del libro Dolce introduzione al caos sta nella voce di lui: lui che vuole questo figlio, che ha bisogno di essere padre per sanare il bambino orfano che è stato, che si trova a dover lasciare lavoro e città per seguire le esigenze professionali della compagna, che impara ad amare come le donne fanno da milleni, perchè l’utero è nostro, ma il cuore è sempre uno spazio condiviso.
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Sinossi
Dani e Marta stanno insieme da un paio d’anni.
Giocano, ridono, intrecciano passi e ambizioni in un’allegria limpida, senza pensieri, avvinghiati a una giovinezza ingannevole e lieve come la stellina che si sono tatuati dietro l’orecchio.
Finché non scoprono di aspettare un bambino. La notizia, che cala improvvisa su di loro a scompaginare ogni priorità, li precipita in un limbo di dubbi che li porterà a metters in discussione, come persone e come coppia, e a stravolgere per sempre i contorni entro cui erano vissuti.
Lei, impermeabile al desiderio di maternità, vuole trasferirsi a Berlino per realizzare i propri sogni d’artista. Lui, orfano di padre, è costretto ad affrontare la promessa fatta da adolescente di non abbandonare mai un figlio. Ma come si dissipa il futuro? Come si riscrive il copione della vita?
Quali sono i punti cardinali capaci di orientare in questo nuovo, indomabile caos?
Mentre l’ago della loro bilancia oscilla impazzito tra le aspirazioni del lavoro e quelle di una famiglia, l’ansia del controllo e la paura di perderlo, l’essenza ambivalente dell’amore, del dolore, della libertà, Marta Orriols scardina, pagina dopo pagina, ogni pregiudizio semplicistico intorno alla gravidanza per esplorare dal di dentro le emozioni, le proiezioni, le contraddizioni che porta con sé.
Titolo: Dolce introduzione al caos
Autore: Marta Orriols
Edizione: Ponte alle Grazie, 2022