“Le piene di Grazia” di Carmen Totaro

recensione a cura di Ferlisi Maria LuciaLe piene di grazia

Può una ragazza bella essere vittima dell’invidia dalla gente di paese? Sì, se poi interpreta il ruolo della Madonna nella processione, l’invidia è ancora più grande:

“chi ha gli occhi innalzati su di lei la riconosce subito per ciò che è: una stupida, una quasi ragazza madre”.

Maria Rosaria è bella, tanto da fare la parte della Madonna nell’annuale processione religiosa in un piccolo paese della Puglia, è bella, ma ingenua, e si abbandona all’amore con il ragazzo belloccio del paese, rimane anche incinta, ma sa che Cosimo l’ama e il loro amore e il bambino che nascerà sarà l’arma per avere il consenso per il matrimonio.

Le piene di grazia

Ma la ragazza non ha fatto i conti con la famiglia del suo ragazzo i Logreco, esponenti della malavita della zona, a cui tutti si inchinano e tacciono. I Logreco hanno conosciuto la ragazza, ma non è piaciuta, ha la faccia da Madonna, troppo bella, non è stata più invitata e quando l’incontrano si girano dall’altra parte, come se non la conoscessero.

Le piene di grazia

Adesso lei aspetta un figlio e dovranno cedere, così crede lei, come crede nella forza dell’amore del padre del figlio che porta in grembo.

Non è così.

Il timore reverenziale verso il padre ha la meglio e l’amore soccombe, come se non fosse mai esistito.

Cosimo sparisce dalla città, sparisce senza una parola, dimenticando ogni gesto o parola d’amore. Il potere dei più forti ha vinto.

Maria Rosaria questo non lo aveva previsto, la sua ingenuità non aveva calcolato che il suo ragazzo potesse scappare, e lo cerca, continua a cercarlo, senza nemmeno pensare che è stata abbandonata, senza una parola, senza una spiegazione.

Adesso e sola con questo bambino in arrivo, si vergogna e tanto anche, cerca di nascondere la pancia, ma il ventre cresce, mese dopo mese, silenzio dopo silenzio.

Maria Rosaria non può che andare a cercarlo a casa, ma qui vi trova la sorella Nunziata Logreco, che con la scusa di fagli vedere il fratello la porta in una casa sperduta in mezzo al bosco.

Verrà insultata, picchiata, umiliata, derisa ed infine abbandonata in una pozza di sangue davanti all’ospedale dopo averle portato via la bambina nata.

“sarai pure una Madonna tu, la insulta Raffaele, ma non capisci niente.”

Vero, Maria Rosaria non capisce come può essere maltrattata e picchiata solo perché ha amato l’uomo sbagliato. Non può comprendere che è una vittima dell’invidia di Nunziata, questa ragazza cresciuta in un ambiente malavitoso, vittima a sua volta di violenze.

Viene picchiata e umiliata perché lei ha assunto le sembianze della Madonna, lei è stata scelta, lei, una stupida ragazza. E’ solo un’adolescente e ancora non conosceva l’invidia, la rabbia e la malvagità, ha pagato questa conoscenza con la vita.

Le piene di grazia

Come tante altre donne che sono vittime di una realtà che faticano ad accettare, perché la realtà non dovrebbe essere questa.

Palma, ha raccolto le ultime parole della sorella e cerca giustizia per la sua morte, ma tutti tacciono, nessuno ha visto, nessuno sa. Eppure tutti sanno che sono stati loro, ma la paura è sovrana in quel paese di poche anime.

Palma alla fine, anche lei come i genitori, si è messa l’anima in pace, per otto lunghi anni.

Si è sposata ed ha avuto una figlia Loredana. Un amore felice e un amore grande per la figlia. Tutti i giorni però deve scontrarsi con i volti della famiglia Logreco, fa finta di non vederli, anche se ne avverte la presenza:

“quando la incontro ho dolore in un angolo della testa, ancora oggi, le vene ispessite, il sangue soffocato da un laccio dietro la fronte…”

La vendetta è in agguato ed esplode quando vede Nunziata

“incinta e felice”,

lei, la carceriera della sorella, questo non può accettarlo. In pieno giorno si reca dalla donna e la uccide.

Poi torna a casa ed aspetta i carabinieri, mentre è accanto alla figlia, che non ha fatto andare a scuola

” per tenermela ancora un poco”.

Le piene di grazia

L’amore per il marito e la figlia è stato meno importante della sete di vendetta, lei è stata “persino felice”, ma non abbastanza, c’era un conto in sospeso che non poteva rendere la sua vita perfettamente felice.

Non si può sfuggire alle leggi dei nostri avi, sono leggi non presenti nei codici legislativi, ma hanno una potenza ancora più amplificata perché scorrono nelle vene e si tramandano da secoli.

Nessuna giustizia può estirparli.

Nessun malavitoso può mettersi al riparo dalla sete di sangue e vendetta.

Adesso giustizia è fatta. Adesso Palma può parlare. Può gridare a tutti la verità, e tutti l’ascolteranno.

Adesso può denunciare ciò che nessuno, carabinieri compresi, ha voluto guardare. Adesso la verità è stata riportata in paese. Maria Rosaria è stata uccisa dai Logreco. Può gridarlo in un’aula di tribunale.

“una donna è stata abbandonata nel sangue del parto, in mezzo alla strada e lui lo chiama niente”.

Il “niente” può ritrovare pace, e con lei anche Palma, che espiata la colpa tornerà ad essere una donna libera.

Ma quale prezzo avrà pagato per questo bisogno di verità? 

Con il libro “Le piene di grazia” l’autrice è al suo esordio e lo fa con un libro amaro, ma di grande effetto, una storia potente di violenza, di odio e di sete di vendetta.

Una storia di donne che vivono in una società dominata da leggi scritte da uomini, e ne controllano le azioni come tante piccole marionette, soltanto la vendetta riesce a sfuggire a questi fili sottili di dominio, e la loro colpa prevede come espiazione l’allontanamento.

Il silenzio rotto riprende e nel paese ritorna la calma omertosa La scrittura scorrevole ci trasporta in questo paese dove l’omertà si intravede in ogni riga, nei passi delle persone, nei loro volti e nei loro movimenti.

La trama del libro “Le piene di grazia” è forte, ma lo stile leggero e pacato ci restituisce una drammaticità calma e tranquilla come la sua penna. Carmen Totaro ha scelto una storia altamente drammatica, dove la violenza femminile è perpetrata da un’altra donna rendendola ancora più inaccettabile.

E’ un esordio di alto livello.

Sinossi

Non esistono colpe, se nessuno paga. Lo sgomento nel cuore di Palma è sconfinato, quando ritrova sua sorella in punto di morte. È tutta colpa di quello che le hanno fatto. E Maria Rosaria in fondo si era solo innamorata di Cosimo Logreco, il primogenito di una famiglia poco raccomandabile.

Lei che era sempre stata la bella del paese, che ogni anno vestiva i panni della vergine durante la processione, ha perso famiglia e futuro in un istante. Quando con una borsa e niente più si è presentata a casa del ragazzo, la sorella di lui l’ha fatta entrare e, promettendole di portarla da Cosimo, l’ha scortata fino a una masseria cadente; allora è successo tutto e tutto è finito. Lei era incinta.

Per Palma è impossibile dimenticare, l’impotenza la logora, nonostante siano passati anni e con il marito e la figlia piccola si possa dire felice. Nel momento in cui vede la sorella di Cosimo al sesto mese e piena di gioia qualcosa di primitivo nasce in lei. Prepara la propria vendetta con minuzia. In una lingua asciutta e aspra, capace di guardare alla tragedia con quieta disperazione, Carmen Totaro ci racconta una storia ancestrale e attualissima.

Ci descrive un mondo costellato da donne, sempre in bilico tra grazia e orrore, ma le cui leggi sono ancora brutalmente stabilite dagli uomini.

Scheda libro:
Autore: Carmen Totaro
Editore: Rizzoli
 Anno edizione: 2015
 Pagine: 200

https://www.ibs.it/piene-di-grazia-libro-carmen-totaro/e/9788817074919

http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/04/07/news/carmen_totaro_il_gargano_violento_diventa_un_romanzo_di_faida_al_femminile_-111353935/