Le assaggiatrici – di Rosella Postorino

Recensione di Emma Fenu

assaggiatrici

Le assaggiatrici è un romanzo storico di Rosella Postorino, ambientato in Germania durante in nazismo, edito da Feltrinelli nel 2018.

Ma che bocca che hai!

È per mangiarti meglio.

Cappuccetto è finita nella tana del lupo, nel fitto del bosco, ma stavolta non per essere pasto ma per essere ventre dalla pancia piena.

Non ci saranno tagli e parti reali e metaforici, in questa fiaba vera, ma solo cappuccetti calati sugli occhi e sulle orecchie e sulla bocca.

Bocca che è ombelico, centro gravitazionale, pozzo senza fondo, buco nero.

Rosa, protagonista e voce narrante di un romanzo ispirato a una vicenda realmente accaduta, è una giovane donna tedesca che, dopo la partenza del marito in guerra, viene reclutata, senza possibilità di opporsi, a diventare assaggiatrice dei pasti di Hitler.

Al fine di scongiurare un avvelenamento del dittatore, nascosto nella Tana del Lupo, il quartier generale, nove donne devono essere cavie e immolare la propria vita per amore della Germania, sotto la minaccia delle guardie SS che le costringono a mangiare.

 

Quale mensa per me tu prepari

sotto gli occhi dei miei nemici”.

Salmo 22

 

Ed ecco perché la bocca è ombelico, centro gravitazionale, pozzo senza fondo, buco nero.

Con la bocca ci si nutre, si bacia, si morde. A volte tutto in un solo gesto.

Con la bocca si fa entrare il mondo nelle proprie viscere.

Con la bocca si tace, facendo diventare veleno il silenzio e cibo la paura.

Con la bocca si vive da eroi, declamando la verità, o si muore da topi, in un mondo in cui alle donne non è dato essere altro che uteri da ingravidare o intestini da riempire.

Rosa non è nazista e non è nemmeno troppo consapevole delle brutture che compiute in nome di Hitler; si sente vittima di un regime che le ha sottratto il marito, la gioia della maternità e il sonno.

Vittima di un regime che la ha amputata, sterilizzata e lentamente intossicata.

Vittima di un regime che le ostruisce l’aria con una mela, come un serpente insidioso, rendendola non Eva, non Lilith, non Donna.

Un romanzo intenso, in cui tutto è cibo e scarto di esso, tutto si divora e si espelle, tutto nutre e imputridisce, tutto sazia e avvelena.

In un’apocalisse che trova il culmine in una blasfema eucarestia, le assaggiatrici creano un Eden mortale in cui intrecciare foglie di fico e cibarsi dell’unico frutto proibito: la libertà di essere. Di essere umane.

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Sinossi

La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata.

“Da anni avevamo fame e paura”, dice.
Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta.

È l’autunno del ’43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo.

Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato.

Nell’ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee.

Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla.

Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica.

Poi, nella primavera del ’44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore.

Mentre su tutti – come una sorta di divinità che non compare mai – incombe il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.

Titolo: Le assaggiatrici
Autore: Rosella Postorino
Edizione: Feltrinelli, 2018