“Pensieri alla vita per L’AIL” di Pierpaolo Fadda

Recensione di Elvira Rossi

Pensieri alla vita
Il libro “Pensieri alla vita per l’AIL” di Pierpaolo Fadda è un malinconico inno alla vita che si allontana.

“Baciami vita

dammi un segno.

Ti prego, non scappare via

stringimi forte a te

io ti amo sai!”

Pierpaolo Fadda con ardore implora la vita, affinché ricambi il suo amore e lo allontani dall’incubo della morte.

 “Tienimi stretto

non lasciarmi. Mai.”

La Natura con i colori e i profumi dei fiori appare sfuggente e diventa il preludio del distacco.

 “Dimmi dimmi piccolo fiore

quanto vivrò per darti il tuo amore.”

 

La bellezza lo emoziona, lo turba, moltiplica il dolore di un corpo, che non volendo cedere raccoglie tutte le forze e s’impegna in una lotta impari contro la Diavolessa, così Pierpaolo Fadda chiama la malattia che lo affligge.

La Diavolessa lo ha ferito, lo incalza con cattiveria, lo minaccia, si diverte a morderlo, si fa sentire senza mostrarsi, si nasconde in maniera vile. Lo inganna. Talvolta sembra assopirsi per poi riapparire aggressiva più che mai. Non gli dà tregua, lo perseguita di giorno e di notte assume le vesti dell’incubo.

La malattia corrode il corpo e la mente, lasciando intatta l’anima che trova conforto nella Poesia.

Ho cercato nell’anima, ho trovato la vita.”

L’anima possiede le ali per volare lontano, in alto, per attraversare i sogni e accarezzare la speranza di “trovare forze che non possiede”.

Pierpaolo Fadda, senza celare la sua paura, riversa nella poesia il dolore, l’attaccamento alla vita, l’amore per la sua Terra adorata, la gratitudine per tutti quelli che gli stanno accanto.

La poesia è un balsamo che mitica la sua angoscia e gli dona momenti di quiete.

Il tempo è una magia. Ogni istante è un dono che possiede la dolcezza di un “bacio senza fine”. L’aurora e il tramonto gli parlano di “lei”, della vita.

L’amore prorompente per la vita stringe in un unico abbraccio tutte le stagioni, da maggio che annuncia l’estate fino all’inverno, che sulle ferite del corpo diffonde un gelo che nessuna fiamma può sciogliere.

“Dicembre

di regali e pianto

di carezze e dolore

di bimbi che giocano

e malati che soffrono.”

Un letto di ospedale muta la percezione del tempo e dello spazio e una domenica qualsiasi diventa speciale, guardando un pezzo di cielo dalla finestra. C’è una vita che pulsa fuori con una varietà di sfumature e un interno grigio, la cui unica luce è rappresentata dalla speranza di valicare il confine e andare alla conquista della libertà. Il mondo, che fuori da quella prigione batte il suo ritmo, gli appare come una irraggiungibile chimera.

“Come potrei

negarmi la gioia

di un cielo azzurro

di un mare turchese.”

Il poeta si abbandona alla tenerezza dei  ricordi, mentre gli occhi rifiutano il pianto e cercano il sogno.

Nel momento del dolore supremo, quando la vipera prepara il suo veleno, le persone più amate gli vanno incontro per accoglierlo e acquietarlo come quando era piccolo e indifeso.

Si rifugia nella memoria e come un bambino smarrito invoca il padre e la madre che vorrebbe accanto a sé, perché dalle loro parole trarrebbe il coraggio di lottare contro la Diavolessa.

“Babbo babbino

stammi vicino

ho bisogno di forza

per sfidare il destino.

Mamma mammina

ho tanta paura

ma tu mi prepari

una nuova armatura.”

I versi, che posseggono la musicalità di una filastrocca e l’incanto di una fiaba, attirano il lettore in un vortice di emozioni e lo spingono a riconoscersi nel dolore, che superando la dimensione individuale penetra nel sentire collettivo.

Il poeta stabilisce un dialogo ininterrotto con il bambino che vive dentro di lui. Del bambino possiede la paura del mostro e il desiderio che una figura eroica possa ucciderlo. E nella dimensione onirica il padre assume le vesti dell’eroe che con il forcone lo libera dalla Diavolessa.

Pierpaolo Fadda non può andare via, senza prima rivolgere un saluto a Sassari, la sua città che lo ha accolto come un figlio. E lui come un figlio saluta la Madre con altrettanto amore. Della sua città evoca luoghi e tradizioni che sanciscono il suo senso di appartenenza.

“Grazie, Sassari

oggi ti voglio donare il mio cuore

piano, senza far rumore.”

 Il poeta non si arrende alla fragilità della sorte e, non possedendo altre armi per difendersi, ricorre all’immaginazione, per rendere più tollerabile una crudele quotidianità. Sogna di possedere le ali di un gabbiano e volare libero nell’azzurro del cielo, portando con sé l’amore per la vita e le persone care.

Voglia di volare

Voglia di capire quanto è bello il mondo da lassù

E quante bellissime emozioni ti regala la vita”

Pierpaolo Fadda continua a vivere nella memoria di coloro che lo hanno amato, vive nella sua Poesia che è una testimonianza di coraggio e generosità, vive nella continuità di un progetto portato avanti dall’AIL di Sassari.
Pensieri alla vita

Sinossi

Pierpaolo Fadda, che in vita aveva già pubblicato un primo libro “Una carezza per l’AIL”, mente lottava contro la leucemia aveva continuato a scrivere poesie che avrebbe voluto pubblicare per lo stesso intento benefico.

Dopo la sua morte, a portare avanti il suo progetto sono stati gli amici, che accedendo al computer di Pierpaolo Fadda, hanno selezionato e raccolto le poesie che sono confluite nella seconda silloge “Pensieri alla vita per l’AIL”

Titolo: Pensieri alla vita per l’AIL
Autore: Pierpaolo Fadda
Casa editrice: PTM Editrice.

 

Puoi trovare il libro QUI

 

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