Jezabel – di Irène Némirovsky

Recensione di Paola Treu

Jezabel

Jezabel è un romanzo di Irène Némirovsky apparso nel 1936 e edito da Adelphi nel 2010.

Di cosa tratta Jezabel?

Si apre con il processo alla protagonista, Gladys Eysenach, accusata di aver ucciso un giovane ventenne, Bernard Martin.

Qual è il mistero che si cela dietro a un gesto così estremo? Ce lo svela il lungo flashback che segue il prologo giudiziario e costituisce il cuore del libro. Con una narrazione incalzante, grazie al consueto stile tagliente e diretto, l’autrice ricostruisce la tragica vicenda di Gladys.

È una donna ancora bella, ricchissima, libera, amata e corteggiata, il cui unico e ossessivo scopo, al limite della patologia, è quello di preservare la bellezza e soprattutto l’eterna giovinezza.

È terrorizzata dal trascorrere del tempo ed è disposta a fare di tutto pur di non invecchiare, di non decadere, di continuare a essere la più bella, la più desiderata, la più ammirata.

“Una vita in cui nessuno ti ama, nessuno ti desidera, una vita spenta, gelida, una vita da vecchia, insomma, ai miei occhi è peggio della morte.”

Una novella Dorian Gray in veste femminile, la cui perfezione e leggiadria sono solo in superficie, mentre il marcio la consuma dentro. Come la matrigna di Biancaneve, Gladys verifica la sua bellezza allo specchio, che le giura sempre di essere la più bella del reame.

“Il suo primo gesto al mattino quando si sveglia, ancora prima di aver aperto gli occhi, è prendere lo specchio.”

Meglio la morte, dunque, che perdere la sua insolente freschezza di seduttrice, perché niente la eccita di più del potere di avere gli uomini ai suoi piedi.

Non a caso il titolo del romanzo si rifà al personaggio biblico di Jezabel, diventato simbolo di seduzione e di lussuria.

“Che cosa avrà da darmi la vita quando non potrò più piacere? Che ne sarà di me? Diventerò una vecchia imbellettata. Mi pagherò degli amanti, oh che orrore, che orrore! Meglio finire in fondo al mare con una pietra al collo.”

Gladys vive con le sue bugie, la sua angoscia e infine l’impossibilità di essere felice.

Quest’ansia di mantenere la giovinezza giungerà al punto di alienarle l’affetto della figlia, che resterà vittima del suo egoismo.

Perché leggere Jezabel?

Anche per quest’opera, in cui ritroviamo la dinamica del difficile rapporto madre-figlia e del conflitto generazionale, la Némirovsky s’ispira a fatti autobiografici, proiettando la figura della propria stessa madre, che le ha duramente segnato l’intera l’esistenza.

Jezabel è una storia forte e straordinariamente moderna per il tema che affronta.

Affascinante e intensa è l’indagine psicologica della protagonista, capace di scavare nelle pieghe più profonde dell’intimità. Ricco di colpi di scena, il romanzo cattura e trascina sino alla fine, rivelando il grande talento della scrittrice.

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Sinossi

Quando entra nell’aula di tribunale in cui verrà giudicata per l’omicidio del suo giovanissimo amante, Gladys Eysenach viene accolta dai mormorii di un pubblico sovreccitato, impaziente di conoscere ogni sordido dettaglio di quella che promette di essere l’affaire più succulenta di quante il bel mondo parigino abbia visto da anni.

Nel suo pallore spettrale, Gladys evoca davvero l’ombra di Jezabel, l’ombra che nell’Athalie di Racine compare in sogno alla figlia.

La condanna sarà lieve poiché la difesa invoca il movente passionale.

Ma qual è la verità – quella verità che Gladys ha cercato in ogni modo di occultare limitandosi a chiedere ai giudici di infliggerle la pena che merita?

Titolo: Jezabel
Autore: Irène Némirovsky
Edizione: Adelphi, 2010