“In canti di versi” di Ilaria Biondi
Recensione di Lina Mazzotti
Una silloge poetica che offre la possibilità di interpretare un magnifico viaggio con versi come incontro tra le parole il tempo e la natura. Un’esperienza di sguardo che ama sia il visibile che l’invisibile, permettendo di andare in fondo a se stessi, nel mistero della realtà e nei sentimenti. Liriche come ricerca e osservazione del creato, ascoltandone i canti e versi con il ritmo dei battiti del cuore insieme all’anima che si schiude tra innumerevoli moti dell’emozione. Lo spazio universale sboccia tra i campi di grano e le siepi sbiancate fra albori e balzi di betulle luccicanti con lacrime e dolori ma piano piano tutto si quieta:
Mi vesto di onde e vento
“Notte tiepida
attesa di buio
soffice luce
chiarore goduto
frammento insperato
di nuvole pregne
sul cuore esigente
memorie assidue
cullate dal mare.”
Il soffio dell’esistenza diventa maestrale come le grida urlate dal profondo per diventare poi vibrazione d’ali come petali leggeri gettati a una sposa che paziente aspetta il mattino fecondo. Mentre il volo della gazza si ferma tra i rovi ghiacciati lasciando i sogni e aprendo il mistero del nuovo divenire.
“Hai ciglia di vento
-uomo
e labbra odorose d’acacia,
lago di perla placido
ove
nel silenzio di soli spaesati
quietamente
fioriscono.”
Tanti enigmi nelle parole poetiche di Ilaria Biondi come nelle mani ruvide di terra che donano carezze lievi, anche le labbra celano sofferenze in silenzi preziosi che si trasformano in metafore di creazione e vita. L’autrice attinge dalla natura la forza vitale e poetica come confronto e stimolo per una migliore comprensione dell’esistenza.
“Ti darei fazzoletti di sabbia
per deporre con braccia di vento
urne nuove di sensi innocenti
entro grotte insaziate e silenti
dove abbaglia l’attesa del mondo.”
Il creato è amico e madre, solleva e istruisce e vivendoci accanto si diventa parte integrante di ogni suo cambiamento. Ci si rispecchia nel mutare delle stagioni come i cambiamenti dei sentimenti umani tra i desideri e i sogni, tra gli avvenimenti abituali e i preparativi che conduce l’anima stanca nell’attesa muta di un altrove sfaccettato.
“Veglia la mia anima
nelle fitte brughiere del tempo
e addolcisci
col respiro della tua ombra
il verso rugoso delle sue vene stanche.”
La poesia di Ilaria Biondi è introspezione di donna in un viaggio intimo tra elementi naturali che oltre a fare cornice sono attori e intrisi da sentimenti. Perciò il lettore si ritrova avvolto nel mondo e nell’aria dell’autrice che è riuscita a creare note di confidenze nell’essenza delle cose raccontate.
Link d’acquisto: Amazon
Sinossi
Silloge composta da quarantatre brevi componimenti che raccolgono e raccontano memorie private, frammenti e squarci di quotidianità, persone vive e in presenza (seppur definite da contorni vaghi o identificate da un particolare appena), coinvolgimenti emotivi forti quale specchio di avventure interiori dalle tinte molteplici. Un paesaggio dell’anima che si getta, con le sue fragilità solitarie e luminose malinconie, nel grembo accogliente di una Natura bella, nella sua semplicità austera e selvatichezza umile (e nei guizzi sognati di un mare desiderato, miraggio lontano e indimenticato).