Il profumo – di Patrick Süskind

Recensione di Federica Sanguigni

profumo

Il profumo è un romanzo di Patrick Süskind del 1985, edito da Tea nel 2014.

Mi sono accostata alla lettura di questo libro carica di aspettative dopo averne sentito parlare in modo straordinario.

Credevo di accingermi a leggere la storia di un mago dei profumi, non per forza una storia vera ma quanto meno veritiera.

Ho scoperto, invece, tutt’altro addentrandomi nella lettura di quella che credo di poter definire come una favola dai contorni macabri e impensabili.

Nella prima metà del 1700 nacque a Parigi, città nella quale “regnava un puzzo a stento immaginabile per noi moderni”, Jean-Baptiste Grenouille, genio ambizioso, ha un particolarissimo dono, quello di riuscire a cogliere ogni minimo profumo, anche il più insignificante e anche quelli impercettibili a un comune mortale.

Anomalia bizzarra, ma dall’intrinseco significato, Grenouille non ha un odore proprio.

Nel romanzo viene ampiamente descritta la vita intera di questo strano e inquietante personaggio, dal primo vagito sotto il banco del pesce alla sua incredibile conclusione. Grenouille è un uomo cupo, cattivo, un mostro che non ispira alcuna simpatia e che si adatta a una vita di privazioni e di sottomissione solo per raggiungere il suo unico obiettivo: creare un profumo a cui nessuno possa resistere.

Ma una volta ottenuto questo risultato…

Come già detto, Grenouille è un uomo che non suscita sentimenti positivi e nel lettore provoca, di sicuro, reazioni contrastanti.

Da un iniziale dispiacere (è un bambino nato in condizioni quasi disumane e praticamente abbandonato dalla madre) si passa alla tristezza della vita in casa di una donna anch’essa incapace di emozioni e sentimenti per poi arrivare alla condizione di lavoratore sfruttato e sottomesso.

Man mano che si procede, però, viene fuori la natura di quest’uomo e quindi (inevitabile?) la sua cattiveria, il suo egoismo, la totale mancanza di sentimenti e un’unica passione: i profumi, gli odori.

“Ma poiché conosceva gli odori umani a migliaia, odori di uomini, di donne, di bambini, non riusciva a comprendere come un essere umano potesse emanare un odore tanto squisito. […]
Il suo sudore aveva un profumo fresco come la brezza del mare, il sebo dei suoi capelli dolce come olio di noce, il suo sesso come un mazzo di ninfee bianche, la pelle come fiori d’albicocco… […]
Era la pura bellezza. Per Grenouille era chiaro che senza il possesso di quel profumo la sua vita non aveva più alcun senso.”

Una descrizione che pare poesia!

L’esaltazione della bellezza, della purezza non attraverso la vista ma per mezzo de “l’organo primitivo dell’olfatto, il più volgare dei sensi!”
Se è vero che Jean-Baptiste è un essere insignificante e brutto e privo di odore e forse anche di anima, è pur vero che, a suo modo, è comunque capace di provare un sentimento, o qualcosa che gli si avvicina.

Il suo sogno è creare non un profumo qualsiasi ma “il” profumo, qualcosa che lo renda quasi immortale come solo l’amore è capace di fare.

Ed è proprio come un innamorato che, evidentemente, si sente Grenouille quando si rende conto che quel profumo tanto agognato potrà finire.

Ed è in queste pagine, e solo in queste, che l’essere abietto e malvagio suscita in me una sorta di tenerezza.

“Che cosa avverrà se questo profumo, che sarà mio… che cosa avverrà, quando finirà? […] vivrò tutta la vita del ricordo che ne ho; come già adesso, per un momento, ho vissuto del ricordo anticipato di lui, che sarà mio… A che cosa mi serve, dunque? […]

E anche se sapeva che avrebbe dovuto pagare un prezzo terribilmente alto per il possesso di questo profumo e la sua perdita, tuttavia il possesso e la perdita gli sembravano più degni d’esser desiderati che non la secca rinuncia a entrambi.”

Qui la mia riflessione è andata all’amore, al desiderare e all’aver paura di perdere l’amato o l’amata ma anche alla consapevolezza che è meglio aver amato e perduto che non aver amato per niente.

Il grottesco evolversi dei fatti nella parte finale del romanzo apre a una conclusione inaspettata e forse inevitabile.

I luoghi, le persone, i profumi, i dettagli dell’intero romanzo conducono il lettore a un’analisi dell’animo umano, in un intreccio di fantasia e realtà, e soprattutto di profumi.

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Sinossi

Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell’epoca non povera di geniali e scellerate figure.

Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte, oggi è caduto nell’oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri e immoralità, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori.

Titolo: Profumo
Autore: Patrick Süskind
Edizione: Tea, 2014