Frammenti di Haifa di Khulud Khamis
Recensione di Elvira Rossi
Frammenti di una città che vive attraverso una umanità varia per etnia, cultura, religione.
Frammenti di un territorio che stenta a ritrovare l’unità della propria storia.
Frammenti di singole esistenze che si affannano nella ricerca della propria identità.
Frammenti di sogni che muoiono sepolti dalle macerie.
“ C’è qualcosa in questo posto che ci manda in frantumi…”
“Frammenti di Haifa” di Khulud Khamis: un romanzo che attraverso l’intreccio di vicende private svela la drammaticità e le contraddizioni di una realtà nella quale la volontà di annientamento si fronteggia con uno spirito di conservazione.
“Ci sono zone di Haifa dove muoversi da un quartiere all’altro è come entrare e uscire da mondi differenti. Zone che Maisoon non avverte come sue, zone dove si sente invece una estensione naturale del paesaggio. Altre che brulicano di così tanti mondi diversi che sembra impossibile che una sola strada possa contenerli tutti, eppure li contiene.”
L’autrice Khulud Khamis, che esordisce in Italia con il romanzo “Frammenti di Haifa”, si batte sia per l’ emancipazione femminile che per la difesa dell’identità palestinese.
La Storia entra nel romanzo in maniera sommessa, resta sullo sfondo, agisce con estrema discrezione.
In apparenza sembra che non voglia mostrarsi e invece è presente, denudata di ideologia ma presente con la sua complessità intrisa di violenze, separazioni, ingiustizie, speranze.
Vive in ogni palpito, nella memoria, nei sogni, nel dolore dei personaggi.
Li avvolge tutti, se ne impossessa e cerca di dominarli.
Di fronte ai grandi eventi della Storia le soluzioni individuali appaiono parziali e provvisorie.
In un contesto culturale improntato all’oppressione e alla negazione dei diritti nessuno riesce a sottrarsi alle tribolazioni.
L’autrice Khulud Khamis pone in primo piano le differenze religiose e culturali che intervenendo nelle relazioni umane ostacolano la comunicazione.
Un altro tema ricorrente è il rapporto con il passato, in quanto i personaggi, protesi a difendere l’identità palestinese, sono sospesi tra l’attaccamento alle tradizioni e l’esigenza di immergersi nel presente.
In un ambiente ostile che vuole cancellare, oltre al territorio, la memoria stessa di quel territorio, la conservazione delle tradizioni assume un rilievo notevole.
“ Non mi guardare così. Io non sono come te. Non sono abbastanza forte da sfidare la tradizione e non sono nemmeno sicura di volerlo. Sì, ti invidio , invidio la tua libertà e la tua indipendenza, ma non venirmi a dire che non hanno un prezzo.”
Per alcuni la rimozione dei ricordi rientra in una strategia di difesa.
Tuttavia la perdita di contatto con il proprio passato genera una sottile angoscia che turba l’equilibrio della persona.
Non di rado quel passato che si voleva sepolto riaffiora.
Quella memoria che si voleva distruggere torna a ferire.
Restare ancorati ai ricordi è struggente, uscirne è doloroso.
“ Si fermò, stupita da quel desiderio di non perdere la tradizione, quando le più grandi battaglie che aveva combattuto negli ultimi anni erano state tutte incentrate sulla volontà di liberarsi dalle sue catene.”
Nei territori dell’occupazione ogni elemento di modernità e cambiamento è considerato un attentato alla propria identità.
L’autrice Khulud Khamis non parte mai da posizioni pregiudiziali e quando disegna i profili dei vari personaggi, non opera una dicotomia tra ebrei cattivi e palestinesi buoni.
In Haifa i personaggi, qualunque sia la loro origine, sono vittime accidentali e talvolta complici di un sistema artificioso che enfatizza la diversità religiosa per mascherare le vere ragioni della politica.
L’autrice Khulud Khamis non espone alcuna teoria, tuttavia dal racconto appare evidente che le discriminazioni sono generate dai muri e dai confini segnati dalla cultura dell’intolleranza.
L’occupazione che opprime i Palestinesi non mette al riparo neppure gli occupanti.
L’uomo, che si appropria della ragione, scoprendo l’inganno, si libererà di una animosità originata dai preconcetti.
Il personaggio centrale è Maisoon nella quale l’autrice rappresenta la propria aspirazione all’evoluzione del costume.
Maisoon è una giovane donna palestinese che vive ad Haifa.
Proviene da una famiglia di religione cristiana ma per lo Stato d’Israele, per il quale la Palestina non esiste, è semplicemente un’araba.
Emancipazione femminile, impegno sociale, coscienza politica connotano la sua personalità.
Maisoon incurante delle aspettative familiari rivendica il diritto di vivere con libertà.
Nella trasgressione non avverte l’esigenza di ricorrere ad atteggiamenti di sfida o di esibizione, perché ritiene che la libertà sia una condizione naturale che non dovrebbe essere messa in discussione da alcuno. Non vuole sorprendere, non intende giustificarsi o chiedere permessi a chicchessia:
“L’onore della mia famiglia non sta tra le mie gambe… Sta nel fare una vita onesta, dignitosa.”
”Quello che faccio con il mio corpo sono affari miei. Non di mio padre, non di mia madre, e nemmeno di Ziyad. Solo miei.”
Realizza gioielli esotici per Amalia una signora ebrea, che dalla famiglia era stata addestrata a nutrire per gli Arabi un sentimento di odio.
Eppure con il tempo Maisoon e Amalia supereranno le reciproche diffidenze e costruiranno una amicizia basata sulla solidarietà
Amalia dichiarerà a Maisoon:
“Hai cambiato la mia storia raccontandomi la tua.”
Il senso di appartenenza alla cultura palestinese non impedisce a Maisoon di vivere con piena autonomia.
Alle tradizioni non vuole immolare una libertà che esprime nella vita privata come in quella pubblica e in particolare nelle attività di volontariato.
Maisoon è creativa e generosa, riesce a stimolare le coscienze di coloro che per timore si sono rinchiusi in un cantuccio esistenziale e li spinge a uscirne.
Ziyiad, il compagno di Maisoon, di origine palestinese e di religione musulmana, per non lasciarsi travolgere dalla paura e dall’odio, simula indifferenza di fronte alle limitazioni imposte agli Arabi che vivono nello Stato d’Israele.
Mijid, padre di Maisoon, palestinese di religione cristiana si è chiuso nel silenzio di un passato che vorrebbe dimenticare, per proteggere se stesso e la famiglia e disapprova la frequentazione della figlia nei territori occupati.
Sarà proprio lei che scaverà nel passato del padre e lo indurrà a riflettere e a incontrarsi con gli eventi dolorosi che vivono dentro di lui.
Maisoon riesce a trasmettere agli altri il coraggio di dialogare con il proprio passato senza restarne prigionieri.
Nella vita di Maisoon si inserisce una presenza femminile, Shahd, un’amica che vive in un campo profughi della Palestina e che sogna di diventare pediatra.
Due donne, la medesima origine. Eppure talvolta rischiano di non capirsi.
Palestinesi che vivono in Israele e Palestinesi dei territori occupati.
Cosa li unisce? Cosa li separa?
Sarà Shahd a spiegare la differenza:
“Chi vive nei territori di Israele si sente indesiderato, estraneo. La vita scorre ed è interrotta da momenti di infelicità . Chi vive nei territori occupati la vita di infelicità è interrotta da rari momenti di felicità.”
Gli Arabi d’Israele, sebbene siano guardati con diffidenza, hanno una maggiore libertà di movimento.
“Erano diversi, ma per molti aspetti erano uguali. Uniti dalla tradizione, dalla storia, dalla lingua, dalla cultura. Divisi dall’Occupazione. C’era sempre questa spinta, questa tensione tra il qui e il lì”.
L’occupazione invade i territori e devasta le vite umane.
Maisoon non è esente da dubbi e si pone frequentemente degli interrogativi:
“La Vita è cambiamento e ogni bivio conduce a strade diverse”
La convinzione che le scelte giuste siano quelle suggerite dal cuore le consentiranno di raccogliere e armonizzare i diversi frammenti della sua esistenza.
Sinossi
Ad Haifa, una ragazza coraggiosa cerca di mettere in ordine i frammenti della sua vita, tra Palestina e Israele, musulmani e cattolici, sessualità e indipendenza. Donna, atea, di famiglia cattolica, frequenta un ragazzo musulmano e disegna gioielli per una ricca commerciante israeliana. Non lavare i piatti e bere vino è la sua piccola rivoluzione, che si consuma nell’appartamento che si affaccia sul suk, pulsante di profumi e colori. Al suo interno Maisoon è alle prese con l’intima amicizia con la giovane Shahd, aspirante medico,e l’irritante apatia del fidanzato Ziyad. Sarà un misterioso diario venuto dal passato a svelarle il cammino verso il futuro, che era sempre stato lì, in mezzo ai suoi frammenti.
Titolo del libro: Frammenti di Haifa
Autore: Khulud Khamis
Editore: Fila 37