Lo strano caso Dr Jekyll and Mr Hyde – di Robert L. Stevenson
recensione di Giulia Rizzato
Lo strano caso di Dr Jekyll and Mr Hyde (Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde nel titolo originale) è un romanzo gotico scritto da Robert Louis Stevenson e pubblicato per la prima volta nel 1886.
Per gli amanti degli audiolibri, all’interno del programma radiofonico Ad Alta Voce è disponibile la traduzione italiana del libro, a cura di Carlo Fruttero e Franco Lucentini e con introduzione di Simona Argentieri.
La suadente voce di Roberto Pedicini accompagna il lettore/ascoltatore nell’atmosfera ottocentesca di Londra, dove l’avvocato Gabriel John Utterson indaga su alcuni singolari episodi che coinvolgono il suo vecchio amico dottor Henry Jekyll e quell’uomo dall’aspetto strano e ripugnante, Edward Hyde.
I due appaiono infatti legati da un inconfessabile legame che porta l’onesto e gentile Jekyll a designare Hyde come suo unico erede, a concedergli libero accesso in casa, e a difendere a spada tratta la sua dubbia onorabilità.
Il mistero di quest’ambigua relazione e di alcuni efferati omicidi viene poi svelato nel finale che
è costituito dal memoriale del dottor Jekyll.
Nel romanzo si intervallano una pluralità di voci che racconta la propria versione dei fatti, infittendo così sempre di più l’avvincente trama, fino al climax finale della confessione del dottore.
Sebbene la voce narrante sia quella di Utterson, infatti, prendono la parola anche il suo amico Hastie Lanyon, mediante una sua lettera lasciata all’avvocato, il maggiordomo del dottore alla disperata ricerca di aiuto, e in ultimo il vero protagonista del romanzo, Henry Jekyll.
Decisamente controcorrente per l’epoca è la scelta di Stevenson relativa al personaggio principale, che non è un eroe con un io cosciente e compatto, ma si tratta di un comune dottore dell’età vittoriana che è afflitto da un disturbo della personalità.
“Dopo una vita di rinunce, di virtù e di autocontrollo”, Stevenson lo fa cadere in fallo proprio quando, “nell’età della riflessione” dovrebbe aver raggiunto anche un certo equilibrio di spirito.
Proprio questo desiderio, a lungo represso di dare libero sfogo alle propri pulsioni più inconsce e violente, viene invece liberato in Hyde.
Jekyll incarna la ricorrente fantasia degli uomini di poter separare “le sfere del bene e del male che compongono e insieme dividono la doppia natura dell’uomo”, mentre il suo alter ago, Hyde, rappresenta probabilmente il delirio di onnipotenza dell’individuo che, se estremizzato, lo conduce all’autodistruzione.
Solo Jekyll, però, osa sfidare l’ignoto e l’ordine precostituito del mondo conosciuto di allora; gli altri personaggi del racconto, e in particolare Utterson, risultano infatti apatici e più occupati a preservare
il decoro, invece che a seguire le proprie passioni e inclinazioni.
L’avvocato, infatti, “ama il vino ma beve gin, che pur desiderandolo non va a teatro da vent’anni, e trascorre le sue serate in solitudine solenne leggendo un pesante tomo di teologia”.
L’abilità creativa di Stevenson sta nell’aver reso un anonimo soggetto del suo tempo un personaggio immortale, da cui l’espressione Dottor Jekyll e Mister Hyde, che è arrivata fino ai nostri giorni, entrando nell’uso comune in riferimento ad una persona con due distinte personalità.
Fortissima infatti è la capacità di immedesimazione che il romanzo riesce a suscitare nel lettore/ascoltatore, perché in fondo siamo un po’ tutti Jekyll e Hyde, alle prese con la nostra lotta quotidiana tra razionalità imposta e pulsioni irrazionali da tenere a freno.
Siamo tutti dotati di un io razionale, come appariamo agli altri, mentre il nostro io profondo pieno di paure, desideri e impulsi rimane spesso celato persino a noi stessi.
C’è chi decide di non indagare mai gli abissi dell’anima, rimanendo agli occhi di Stevenson virtuoso ma anche un po’ noioso, e c’è chi si lascia attrarre dalla tentazione del male per non uscirne più.
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Titolo: Lo strano caso Dr Jekyll and Mr Hyde
Autore: Robert L. Stevenson
Edizione: Giunti, 2012