Becoming, la mia storia –

di Michelle Obama

recensione di Veronica Sicari

becoming obama

Ci si potrebbe chiedere perché leggere l’autobiografia della moglie dell’ex Presidente degli Stati Uniti, edita da Garzanti nel 2018.

Cosa abbia da dire, l’ex first lady americana che valga la pena di essere letto al di qua dell’oceano.
Quale storia comune, quale affinità profonde possano esserci tra una donna del Nuovo Mondo ed una del Vecchio Continente.

In effetti, la cronaca politica, sociale ed economica dei due continenti, nonostante la globalizzazione, sembrerebbe suggerire una distanza ancor più vasta e profonda tra le due terre di quella degli abissi marini che li separa.

Il nostro Paese, l’Italia, ad esempio, appare sotto diversi punti di vista, meno progredito, più ancorato a schemi arcaici in rapporto al liberismo sfrontato a marca stelle-e-strisce.
Per altri versi, le profonde contraddizioni del sistema americano, che accanto ad una vasta ed avanzata pletora di diritti civili contempla pratiche barbare come la pena di morte, fa storcere il naso a chi vive in un ordinamento dove la pena per qualsiasi delitto deve sempre tendere alla rieducazione, in un’ottica forse più coerente con il rispetto della vita umana, sebbene piena di limiti e storture.

Tuttavia esiste un ambito nel quale i due Mondi sono pressoché allineati: la parità di genere.
Non quella sancita sulla carta, beninteso, piena e compiuta. Ma quella reale.

Ed è per questo che la parabola ascendente della signora Obama diventa e appare interessante anche ai nostri occhi.

Michelle è doppiamente svantaggiata per diritto di nascita: è afroamericana e come se non bastasse, è anche una donna.

Nasce in una famiglia modesta, in un quartiere popolare della periferia di Chicago, e sin dall’infanzia apprende una regola che tutte le donne, quale che sia il colore della propria pelle, ben conosce: per emergere, per poter plasmare il proprio futuro, dovrà essere la migliore.

Studiare sodo, senza mai perdere di vista l’elenco dei propri impegni.

Vivere in maniera ordinata, evitando di tralasciare – fosse anche per mera distrazione – il modello esemplare di condotta socialmente accettato.

Un errore, ad una donna, difficilmente viene perdonato.
L’appoggio e il sostegno dei propri cari, coniugato ad una determinazione ferrea e fuori dal comune, le frutteranno una laurea in legge ed un ottimo lavoro.

Stimato, ben pagato.

Che la porterà a mettere da parte l’idea di crearsi una famiglia, per garantire l’equilibrio raggiunto, il biglietto da visita per il club di chi ce l’ha fatta.
Fino a quando, per lavoro, si imbatterà nel futuro Presidente degli Stati Uniti, che stravolgendo il corso della sua vita, le farà cambiare rotta.

A questo punto della narrazione, Michelle racconterà il rapporto con un uomo che, benché progressista e slegato da logiche patriarcali, mostrerà sin da subito la propria indole.
Concentrato su sé stesso e la propria ambizione politica, un po’ meno su quella della propria moglie.

Michelle descrive con estrema sincerità il legame con il proprio uomo, e benché non lo definirà mai apertamente egoista, racconterà la sua profonda crisi esistenziale, derivante dalla fatica di dividersi tra aspirazioni lavorative e vita domestica.

E la sua profonda solitudine.
Situazioni, entrambe, che il mandato presidenziale del marito non farà che accentuare.
Cercherà di ritagliarsi un ruolo, di non perdere di vista sé stessa e il proprio equilibrio, ma vivrà con la costante sensazione, anch’essa molto femminile, di non essere mai abbastanza.
Abbastanza moglie, abbastanza madre, abbastanza first lady.
Non accuserà mai il marito della propria condizione, del suo vivere in una perenne ansia da prestazione e farà la cosa che fanno tutte le donne che attraversano un momento di forte difficoltà: creerà attorno a sé una rete di relazioni femminili.
E riferendosi ad ognuna di queste donne, descritte come “donne forti che mi hanno sempre sostenuta”, di loro scriverà frasi come “le avrei affidato la mia vita”, “mi ha tenuta in piedi”.

Donne che sorreggono e sostengono le donne: uno schema sociale che per quanto arcaico, a dispetto del tempo, continua a dimostrarsi vincente.
Michelle riuscirà ad attraversare – quasi – indenne i due mandati presidenziali del marito.

Riuscirà a crescere le proprie figlie e a lasciare la sua impronta personale nella politica americana, dedicandosi a cause sociali di primaria importanza, come la lotta all’obesità infantile.
Si dedicherà all’emancipazione femminile, al sostegno delle famiglie dei soldati, alla cura dei reduci, e alle discriminazioni razziali, coinvolgendo interlocutori diversi, e a vario titolo, e finanche l’azione politica dello stesso Congresso americano.
La storia di un’afroamericana che si ritroverà, suo malgrado, moglie del Presidente degli Stati Uniti d’America, ha molto da dire alle donne e alle ragazze del Vecchio Continente.

Perché la sua storia di lotte, rinunce, sacrifici e successi può ispirare altre donne a non mollare e a trovare dentro di sé la forza di affrontare qualunque sfida.

Perché può ricordarci quanto sia importante trovare nelle altre donne il sostegno di cui abbiamo bisogno nei momenti più cruciali, ritrovando quell’ancestrale appartenenza di genere che ha fatto parte della nostra storia, oggi dimenticata, ma che può costituire la nostra rete di salvataggio.
E perché può suggerci di rispondere di sì, a chi ci chiede con supponenza se siamo e saremo all’altezza dei nostri sogni.
Link d’acquisto

 

Sinossi

Quando era solo una bambina, per Michelle Robinson l’intero mondo era racchiuso nel South Side di Chicago, dove lei e il fratello Craig condividevano una cameretta nel piccolo appartamento di famiglia e giocavano a rincorrersi al parco.

È stato qui che i suoi genitori, Fraser e Marian Robinson, le hanno insegnato a parlare con schiettezza e a non avere paura.

Ma ben presto la vita l’ha portata molto lontano, dalle aule di Princeton, dove ha imparato per la prima volta cosa si prova a essere l’unica donna nera in una stanza, fino al grattacielo in cui ha lavorato come potente avvocato d’affari e dove, la mattina di un giorno d’estate, uno studente di giurisprudenza di nome Barack Obama è entrato nel suo ufficio sconvolgendole tutti i piani.

In questo libro, per la prima volta, Michelle Obama descrive gli inizi del matrimonio, le difficoltà nel trovare un equilibrio tra la carriera, la famiglia e la rapida ascesa politica del marito.

Ci confida le loro discussioni sull’opportunità di correre per la presidenza degli Stati Uniti, e racconta della popolarità vissuta – e delle critiche ricevute – durante la campagna elettorale.

Con grazia, senso dell’umorismo e una sincerità non comune, Michelle Obama ci offre il vivido dietro le quinte di una famiglia balzata all’improvviso sotto i riflettori di tutto il mondo e degli otto anni decisivi trascorsi alla Casa Bianca, durante i quali lei ha conosciuto meglio il suo Paese, e il suo Paese ha conosciuto meglio lei.

Becoming ci conduce in un viaggio dalle modeste cucine dell’Iowa alle sale da ballo di Buckingham Palace, tra momenti di indicibile dolore e prove di tenace resilienza, e ci svela l’animo di una donna unica e rivoluzionaria che lotta per vivere con autenticità, capace di mettere la sua forza e la sua voce al servizio di alti ideali.

Nel raccontare con onestà e coraggio la sua storia, Michelle Obama lancia una sfida a tutti noi: chi siamo davvero e chi vogliamo diventare?

MICHELLE ROBINSON OBAMA è stata la first lady degli Stati Uniti dal 2009 al 2017. Laureatasi alle università di Princeton e Harvard, inizia la sua carriera da avvocato a Chicago nello studio Sidley & Austin, dove incontra il futuro marito Barack Obama.

Sempre a Chicago ha lavorato in seguito per gli uffici del sindaco, l’università e l’ospedale della stessa istituzione.

Ha inoltre fondato la sezione locale di Public Allies, un’organizzazione per la formazione dei giovani alla carriera nei settori pubblico e non profit. Michelle e Barack vivono attualmente a Washington e hanno due figlie, Malia e Sasha.

Titolo: Becoming, La mia storia
Autore: Michelle Obama
Edizione: Garzanti, 2018