Stefania A. Fiorin:

intervista all’autrice di

Ti ho già detto che ti voglio bene?

Voce alla Carta.
A cura di Cristina Casillo

 

ti ho detto voglio

 

 

Ti ho già detto che ti voglio bene? è un romanzo di Stefania A. Forin edito da Delos Digital nel 2023.

 

Ho avuto modo di conoscere e apprezzare Stefania A. Fiorin grazie ad alcuni racconti pubblicati in Writers magazine, la rivista di riferimento per chi scrive.

Molto attiva in Facebook ha creato un gruppo letterario, il “Tovagliolo racconta”. Ha scritto un romanzo pubblicato da Rizzoli, alcuni saggi e racconti lunghi per le Collane “Passioni romantiche” e “Senza sfumature” di Delos Books; è autrice di Le interviste fantastiche, interviste curiose a personaggi reali in un mix di verità e fantasia.

Ama la bellezza della poesia in ogni sua forma e il fuoco dei sentimenti che, grazie ai corsi di scrittura frequentati, trasforma in racconti e versi spaziando tra vari generi.
Spesso abbiamo comunicato su Messenger tra un sorso di caffè e una sbirciataall’ultima rivista letteraria che entrambe leggiamo. Allegra, curiosa e sempre attiva, come me ama stare in mezzo alla gente.

Il suo ultimo lavoro, un romanzo breve, è una vera chicca e porta il titolo di Ti ho già detto che ti voglio bene? per Delos Digital (disponibile anche in cartaceo su Amazon store, con una copertina colorata e accattivante).

Nel salotto virtuale di Cultura al Femminile accolgo Stefania e non vedo l’ora di porgerle la prima domanda.

Ciao Stefania, benvenuta.

Ti occupi di scrittura da circa dieci anni ed è una delle tante cose che abbiamo in comune. Anch’io mi sono riavvicinata alla scrittura che considero la mia passione da sempre, più o meno nel 2012.

Acquistai in edicola, in edicola un corso di Fabbri Publishing che invitava all’iscrizione a twenty lines, una Community di scrittori e aspiranti.

Una bellissima esperienza che ricordo con tanta nostalgia. Parlami del tuo percorso.

Cosa ti ha invitato ad avvicinarti o a proseguire in questa passione?

Ciao, Cristina.

Ti ringrazio per questa chiacchierata e per il tempo che mi dedichi.
Come hai detto, ci accomunano le passioni per la lettura e la scrittura, infatti prima di diventare autrice sono stata, e continuo a esserlo, una lettrice curiosa.

Mi sono avvicinata alla scrittura per caso, se il caso esiste…

Anni fa, più di un decennio, un’amica (autrice affermata mi invitò a partecipare al corso di scrittura per principianti tenuto da lei; in seguito continuai a scrivere, spaziavo tra vari generi tra cui la poesia, dunque inviai un racconto a un Concorso letterario e vinsi il primo premio.

L’evento mi incoraggiò a continuare con serietà e impegno; partecipai ad altri corsi, vinsi altri premi, inviai le mie opere ad alcune case editrici che decisero di pubblicarle.
Da allora non ho smesso.

 

Parliamo di Ti ho già detto che ti voglio bene? Come è nata l’idea?

 

Abbiamo vissuto alcuni anni inaspettati di una pesantezza incredibile, mai avrei immaginato di arrivare a perdere la libertà. La libertà è preziosa ma l’abbiamo persa in un baleno, senza neppure capire esattamente cosa stesse accadendo né vedere un termine alla limitazione.

L’umanità può venire privata di molte cose, tuttavia la libertà deve essere garantita. Per me, lo stare reclusa in casa per tanto tempo è stato una prova difficile da superare. Ho reagito bene nell’immediato, tuttavia i segni sono rimasti dentro, ferite dolorose, tanto che mi ero ripromessa di non scrivere nulla che riportasse a tale tristezza.

Nel tempo, però, ho realizzato che era necessario scrivere, mettere bero su bianco quello che era accaduto: per non dimenticare. Rileggere oggi certi passaggi mi lascia sbalordita, quasi si trattasse della trama di un libro di genere distopico, invece è tutto vero.

 

Nella tua storia il Covid è presente con tutte le restrizioni del caso. Si parla di DPCM e di distanziamento. Pensi di essere stata forgiata nello stile e quanto secondo te è mutato il mondo editoriale dopo la pandemia?

 

Il Covid e le restrizioni sono presenti solo nella parte iniziale di apertura. Il racconto, una storia d’amore “plurima”, è diviso in due periodi distanziati a cui ho dato un titolo e un sottotitolo:
a) Ti ho già detto che ti voglio bene?
b) B) La vita ha fame di vita ed è insaziabile.

Il passato, poi il presente di ripresa e di amore per guardare avanti con ottimismo, senza dimenticare per non commettere di nuovo gli stessi errori.
Circa la domanda sulla forgiatura di stile, posso dirti che il mio stile di scrittura è lo stesso che mantengo, tratto argomenti importanti avvolgendoli in una sorta di carta velina colorata.
Non conosco a fondo il mondo editoriale per poter affermarne un possibile cambiamenti dopo la pandemia. Personalmente ho avuto da Delos Books la consueta preziosa collaborazione editoriale.

 

Nel romanzo a fare da protagonista è l’amicizia in tutte le sue forme, il rapporto umano che va oltre le restrizioni. Parli di un condominio di amici, di persone diverse che si vogliono bene, si tengono compagnia. Pensi che sia una visione utopica o esiste davvero una realtà simile?

 

Quanto ho narrato è parte di realtà, certamente una realtà romanzata per motivi di scrittura. Se guardo alle mie amicizie, ne trovo di ogni tipo, di varie provenienze e culture, ed è proprio questo il bello e il buono: lo scambio intelligente e rispettoso.

L’amicizia, quella vera, quella che ti abbraccia sempre e comunque, è stata fondamentale assieme al sentimento dell’amore durante il periodo pandemico, ha aiutato tante persone a non sentirsi troppo sole, impaurite, disperate. Scrivo spesso di donne di diverse età, non escludo le donne meno giovani, perché una donna che ha vissuto ha rempre tanto da raccontare e non è meno attraente nonostante le rughe.

 

“Il fatto di non poter uscire aveva tolto ogni desiderio o aspettativa. Mi ero vestita senza voglia, con il primo abito recuperato dal guardaroba, non m’interessava più piacere, tanto non c’era nulla da fare se non le pulizie e vuotare la cassettina dei bisogni del mio
coinquilino produttivo”.

Ho scelto questa citazione perché molte donne hanno perso il piacere di dedicare tempo alla cura personale in quel periodo e io sono tra quelle. Per tantissimo tempo abbiamo rinunciato al make up. Io ho buttato molti rossetti e non ho indossato tacchi alti per tre anni, prediligendo outfit comodi.

Quanto è cambiata la nostra vanità. Ti senti diversa?

 

A me è successo che, pur prediligendo abiti comodi nelle varie sfumature del rosa e fucsia ( che adesso non riesco più a indossare… chissà per quale ragione?), avevo più tempo da dedicare a me stessa e lo usavo per tentare di rimanere in forma fisica e morale.

Mi trucco leggermente tutte le mattine e mi spruzzo uno dei profumi preferiti, lo facevo anche in quel periodo. Sono sempre uscita a camminare e l’ho fatto come e quanto ho potuto ( magari facevo tre giri attorno alla casa): sempre!

 

 

Ho letto che dal tuo racconto Karma & Co, è stata tratta una pièce teatrale contro la violenza di genere. Mi parli di questa esperienza?

 

Karma & Co. È stato uno dei miei primi lavori, in seguito pubblicato da Delos Digital con un titolo differente “Infinito amore”, ma per me è rimasto Karma.

Grazie alla collaborazione di un gruppo di giovani attori di talento, la rappresentazione teatrale si è realizzata in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, inutile dirti che l’emozione è stata fortissima.

 

Sei molto attiva nel mondo del volontariato e hai organizzato incontri pubblici nelle scuole per la responsabilizzazione sociale dei temi più sensibili. Di cosa si tratta esattamente?

Ho avuto il ruolo di Presidente di un’Associazione senza scopo di lucro attiva nel sociale, raccoglievamo fondi attraverso attività come, ad esempio, mercatini e vendita di torte, per donarli alla scuola del paese dove abito e aiutare chi ne avesse avuto bisogno.

Eravamo un buon gruppo di volontari con tante idee e tanto cuore, sempre pronti a dare una mano.

Mi sono occupata anche di organizzare serate aperte al pubblico (gratuite) di informazione e sensibilizzazione sociale tenute da relatori esperti nei vari campi: dalla prevenzione tossicodipendenza ai problemi di alimentazione, all’educazione sessuale e malattie collegate e trasmissibili, alla genitorialità, alle problematiche di Internet usato da minori senza controllo ecc.ecc.

In conclusione: senza amore, donato o ricevuto, saremmo nessuno.

 

 

“Scrivo Romance, non solo perché mi piace il lieto fine.
La felicità è contagiosa e quando intorno a me ho gente felice lo sono anche io.

I libri sono talvolta simili a bacchette magiche, hanno il loro potere, perciò, faccio del mio meglio affinché le storie che racconto accendano un sorriso e donino leggerezza a chi legge”. Stefania

Con questa citazione, saluto e ringrazio Stefania Fiorin per aver accettato il mio invito. Consiglio la lettura di Ti ho già detto che ti voglio bene? Una storia ritmata che incuriosisce pagina dopo pagina. Un sogno che si realizza che invita a non dimenticare di dimostra

 

 

Grazie, grazie di tutto cuore per le tue domande a cui è stato un piacere rispondere.
Grazie per le belle parole dedicate al mio libro. Un abbraccio.

Ah!, dimenticavo: Ti ho già detto che ti voglio bene?

 

 

Link d’acquisto

https://www.ibs.it/ti-ho-gia-detto-che-ebook-stefania-a-fiorin/e/9788825426397

 

Sinossi

 

Romance – romanzo breve (68 pagine) –

Uno spaccato di vita, un intreccio dove emerge l’importanza dell’amicizia e dei sentimenti in cui molti lettori si ritroveranno, ambientato nel periodo dal 2021 al 2023.

“Un amico è un dono che fai a te stesso.”

“Il cuore vola verso i sogni: lascialo andare.”

“Un sorriso è come uno spazzolino: devi usarlo spesso.”

“Segui l’impeto. L’amore è fatto di passione.”

Ambra, trentenne indipendente dal carattere energico, vive sola in compagnia del gatto Pepy in un paesino del Varesotto.

È stanca, la notte prima ha organizzato una festicciola in casa, divisa in due parti: la prima con Brenno, con cui ha una relazione dall’inizio pandemia, che se ne va per evitare multe da coprifuoco dopo un brindisi anticipato alle ventidue; la seconda con tre condomini invitati per evitare di rimanere sola allo scoccare della mezzanotte: Tosky, giovane moldava che sogna il principe azzurro italiano, badante di nonna Jole; Nelson trentenne architetto inglese; Gianni chiamato Giannone per la mole, quarantenne in smart-working invaghito della bella moldava.

Ambra si trasforma in aiutante di Cupido, affinché scocchi la scintilla dell’amore tra Tosky e Giannone, ma la serata si conclude in modo violento a causa del gesto inaspettato di uno dei commensali, il disagio aumenta a causa della scomparsa di un anello prezioso: smarrito o rubato?

Rubato da chi? Il sospetto ricade sugli amici ma tutto viene chiarito grazie al sornione gatto Pepy.

Giorno dopo giorno la vita riprende a scorrere con i suoi sgambetti e le sue gioie, perché la vita ha fame di vita ed è insaziabile.

Stefania A. Fiorin vive in un piccolo paese alle porte di Varese.

Ama la bellezza della poesia in ogni sua forma e il fuoco dei sentimenti che, grazie ai corsi di scrittura frequentati, trasforma in racconti e versi spaziando tra vari generi.

Dinamica, ironica, vive la vita con leggerezza senza prenderla alla leggera.

Di sé dice:

“Scrivo per dare vita ai sogni e riempire di sogni la vita”.

Ha personalità curiosa, sempre in movimento, le piace stare in mezzo alla gente ma spesso si rifugia nella meditazione Zazen per ritrovare se stessa. Da anni opera nel mondo del volontariato; è stata presidente di un’Associazione senza scopo di lucro attiva nel sociale. Ha organizzato, anche nelle scuole, incontri pubblici tenuti da relatori esperti su informazione, prevenzione e responsabilizzazione sociale dei temi più sensibili. Ha vinto molti premi per la narrativa e la poesia.

 

Titolo: Ti ho già detto che ti voglio bene?
Autore: Stefania Fiorin
Edizione: Delos Digital, 2023