Il silenzio delle pietre – di Vittorino Andreoli
recensione di Franca Adelaide Amico
Il silenzio delle pietre è un romanzo dello scrittore e psichiatra Vittorino Andreoli, edito da BUR nel 2018.
Vittorino Andreoli, noto psichiatra e scrittore, nasce a Verona il 19 aprile 1940. Laureatosi in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova, si dedica in particolare alla correlazione tra neurobiologia e comportamento animale e umano.
Sarebbe ozioso enumerare titoli e riconoscimenti di un personaggio così noto e illustre. Basti citare ciò che diviene nei suoi testi elemento di analisi scrittoria: la struttura della “biologia” della follia, gli studi antropologici e, non ultima, l’analisi delle problematiche religiose.
Ne Il silenzio delle pietre, Vittorino Andreoli mette a frutto l’enorme suo patrimonio scientifico e umano, regalando a noi, lettori, un libro profondo e avvincente nello stesso tempo.
“ Aveva scoperto che, per vivere, doveva accettare la condizione umana.
Non aveva senso immaginarsi leggero come un uccello del mare che si alza dalla riva per salire verso il cielo.
A Inverkirkaig mancavano la voce dell’ uomo, le sue espressioni colorite e le modulazioni della gioia e del dolore…”
Una lettura, Il silenzio delle pietre, dunque, impegnativa e interessante, profonda e avvincente, una lettura che induce il lettore a cambiare prospettiva sulle proprie modalità di approccio alla realtà esteriore e interiore.
Intelligente la scelta del titolo che lascerebbe presagire un’esaltazione del nulla. E forse così è, in questo libro nuovo e originalissimo.
La storia è ambientata nelle lande desolate della Scozia,dove il protagonista, stanco di una vita banale, vuota e ripetitiva,decide di recarsi.
Le sue prime esperienze sono quasi disastrose, ma presto il nostro personaggio imparerà ad apprezzare e a capire che la vita nella sua vera essenza è di una semplicità disarmante.
Catapultato in una dimensione totalmente ribaltata rispetto alla solita, quest’uomo deve riappropriarsi di odori, suoni e, non ultimo, del dono della vista e dell’acuta osservazione.
È un libro che inneggia alla vita vera, questo di Andreoli.
Il silenzio delle pietre esalta i “nessuno”, perché solo chi è capace di essere “nessuno” ha colto veramente l’essenza della vita.
“Questo è il vero interrogativo: non il senso dell’ uomo e del mondo, ma il senso che muore in un mondo che resta.”
“Tutti sono affascinati dal sapere e studiano la vita… ma perché non si studia la morte , seguendo gli stessi paradigmi?
È semplice: non si capirebbe nulla.”
Link d’acquisto
https://www.libreriauniversitaria.it/silenzio-pietre-andreoli-vittorino-rizzoli/libro/9788817098984
Sinossi
Siamo nel 2028 e l’unica libertà che sembra essere rimasta all’uomo è la fuga dalla città.
Così il protagonista di questo romanzo, ormai segregato tra le quattro mura della sua abitazione, terrorizzato anche solo dall’idea di aprire la porta, decide di andarsene.
Lontano da tutti, dai rumori, dal caos, da un mondo dove è diventato impossibile vivere.
Lontano da chi occupa abusivamente ogni spazio intorno a lui.
Vittorino Andreoli immagina un futuro che somiglia molto al nostro presente, ma dove le ingiustizie si sono ancor più esasperate e, nonostante il benessere raggiunto grazie alle grandi scoperte, tutto parla di una situazione a un passo dal baratro.
Una casa isolata, affacciata sull’oceano nel Nordovest della Scozia, sembra il luogo ideale per ritrovare un po’ di pace: una baia abitata soltanto da uccelli marini e, a ridosso, montagne che nel tempo si sono trasformate per l’azione del vento.
È qui, osservando la perfezione di un ambiente rimasto invariato dal giorno della creazione, nel silenzio delle pietre, che riesce finalmente ad analizzare con maggiore distacco le contraddizioni che lo hanno spinto a cercare la solitudine estrema. Inebriato da tanta bellezza, si lascia tentare dall’idea di non tornare mai più, trasformando quella che doveva essere una parentesi temporanea in una scelta definitiva.
Eppure, anche l’idillio, visto più da vicino, rivela lati meno luminosi.
Ma soprattutto, nella più completa solitudine, si cancella ogni possibile relazione umana, ogni sentimento si spegne.
La distanza poi cambia la prospettiva e apre uno spiraglio di luce e di speranza sui mali della metropoli.
Quest’uomo può forse tornare a indossare gli eleganti abiti di città che aveva chiuso in un armadio al suo arrivo in Scozia? O invece, chissà, un’altra libertà è possibile?