La tassa sul morto di Diego Aleo
recensione di Antonella Spanò
La tassa sul morto è un romanzo storico di Diego Aleo, edito dalla casa editrice Bonfirraro nel 2022.
Di cosa tratta La tassa sul morto?
La vicenda si svolge tra la fine del 1911 e la metà del 1912 in un paesino dell’entroterra siciliano.
È il periodo giolittiano, durante il quale l’Italia dà inizio alla politica coloniale con la guerra in Libia, un conflitto sanguinoso che costò molto in termini economici e vite umane.
La politica giolittiana crea scompiglio anche all’interno di questo piccolo paese di provincia, dove si contrappongono i ricchi privi di scrupoli e le masse, che sopportano le ingiustizie.
La gente che conta, la classe dirigente, teme che venga approvato il suffragio universale maschile e che il proprio voto venga considerato alla stessa stregua di quello di chi, chiamato alla partecipazione socio-politica attiva, non sa né leggere, né scrivere.
“Nei loro discorsi gli argomenti che prevalgono, oltre a quelli delle belle donne, sono argomenti politici. Vedi, loro si atteggiano a grandi statisti, a esperti conoscitori della politica, ma il vero loro intento è, certamente, quello di ricavare benefici economici da ogni cosa, anche dalla politica e, se vuoi, anche dalla religione. Il loro dio, quello vero e assoluto, è il denaro”.
Tra i personaggi di questa vicenda, si impone quello di Rosalia, moglie e madre, la cui vita viene sconvolta dall’arrivo della convocazione alle armi del capofamiglia.
È Salvatore l’unico in grado di mantenere con il suo lavoro Rosalia e i suoi figli, ma nessuno si interessa a far rispettare i loro diritti, a parte il parroco, che cerca invano l’aiuto di chi conta in paese.
Ma in paese contano il Sindaco, vile e corrotto, e Don Carmelo, prete libidinoso e potente, che mette in atto, senza troppi scrupoli, metodi mafiosi. Come possono prestare aiuto ai deboli questi soggetti?
È Rosalia che deve rimboccarsi le maniche, continuare a vivere, ad aspettare per mesi una lettera piena di amore e di affettuosità o una dall’aspetto lugubre, che annuncia disgrazia e morte!
“E la legge? Non è la legge uguale per tutti? […] La legge degli uomini è spesso ingiusta. Solo Dio, solo la legge divina è fonte di giustizia e verità. Il resto è labilità, incertezza, odio e dolore. Una buona parola, una giusta interpretazione della legge degli uomini avrebbe potuto trattenere in famiglia il povero Salvatore, invece l’ignoranza, la poca solidarietà, la discriminazione, l’egoismo, quella mattina, rapirono Salvatore alla sua famiglia e lo catapultarono in un mondo sconosciuto, dove gli si chiedeva di sparare, di uccidere esseri uguali a se stesso, per fare onore alla Patria, a un concetto astratto che non capiva”.
Nella seconda parte del romanzo, Rosalia diventa un punto di riferimento per la comunità, la voce delle masse popolari, quelle che soffrono, che subiscono, che ignorano quali siano i loro diritti, soprattutto quando, per colmare le casse comunali, viene introdotta una tassa sul servizio delle carrozze mortuarie.
Ma si tratta di una tassa iniqua, intollerabile per le classi meno abbienti e stavolta è impossibile fare finta di niente.
Di cosa tratta La tassa sul morto?
La storia raccontata da Diego Aleo si ispira alla figura di una popolana realmente esistita e descrive in modo esaustivo la società rurale del tempo, costituita da pochi latifondisti potenti, “gente ingorda e assetata di potere, che aveva incatenato gli scrupoli e aveva congelato il senso morale, mettendo il silenziatore alla coscienza” e dalla moltitudine di persone misere, ma dignitose.
Come si può ben intuire, non ci sono sfumature e vie di mezzo, i personaggi, alla maniera di Charles Dickens, sono divisi in categorie nette: in buoni e cattivi, in colti e analfabeti, in corrotti e onesti, in miscredenti e pii.
Un romanzo interessante, intriso di religiosità e dal linguaggio curato, che fa rivivere al lettore un momento storico ormai lontano, in cui vigeva, anche a livello internazionale, la legge del più forte, che sottomette il più debole.
Link d’acquisto
https://www.unilibro.it/libri/f/editore/bonfirraro
Sinossi
Dicembre 1911, la guerra in Libia, una aspra e difficile guerra di conquista dichiarata da Giovanni Giolitti e il re Vittorio Emanuele III, diffonde i suoi effetti negativi nelle campagne della Sicilia rurale mietendo vittime tra i contadini e creando una folla di vedove desiderose di vendetta e giustizia.
Tra i volti delle donne, intente ormai a occupare i ruoli dei mariti in guerra, spicca quello di Rosalia, una donna temeraria e tenace che, lottando per la conquista della propria libertà, sfiderà le Istituzioni e il potere.
Diego Aleo ci conduce, attraverso Rosalia, in una terra vessata, dove il fragore della guerra lascia nelle case della povera gente una melodia di morte e ingiustizia. Una terra dove anche la religione, strizzando l’occhio al potere, dimentica gli ultimi lasciandoli soli davanti alle insidie del loro tempo.
Ma, come in un gioco di specchi, l’incontro tra i personaggi svelerà sfumature inedite, desideri nascosti e la consapevolezza di aver vissuto la propria vita nell’inganno del male che cosparge di buone intenzioni la strada per l’inferno o, in questo caso, la guerra.