Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway

Voce all’Altrove

a cura di Cynthia Collu

vecchio mare
Il vecchio e il mare è un romanzo di Ernest Hemingway scritto nel  1951 e edito l’anno seguente. Numerose le ristampe, qui vi propongo quella di Oscar Mondadori del 2021.
Chi non ha letto questo romanzo breve, ormai assurto tra i capolavori di sempre?  In pochi, penso.

Di cosa tratta Il vecchio e il mare?

Il vecchio Santiago, prosciugato dagli anni e dalla fatica, non fa una pescata decente ormai da ottantaquattro giorni e decide di tentare ancora la sorte: esce in mare solo, sulla sua barca a vela.
Riesce a prendere all’amo un grosso pesce. Grosso. Troppo grosso. Santiago non ha le forze per tirarlo in barca e deve lasciare che il poderoso animale lo rimorchi nella notte  attaccato alla lenza.
Il mare, il grande amore di Hemingway, qui visto come universo di fatica e di libertà da conquistare, fa da sfondo alla lotta tra il vecchio e il pesce; lotta titanica, che ha dell’epico. Entrambi lottano per sopravvivere.
Entrambi sanno che la propria salvezza dipenderà dalla morte dell’altro.
Le ore trascorrono lente, il mezzogiorno e il tramonto sfumano l’uno nell’altro, il vecchio e il pesce sono esausti ma continuano disperati e fieri la loro battaglia.
Un legame profondo s’instaura a poco a poco tra loro, tanto che il vecchio non riesce più a capire se lui è anche il pesce, se entrambi sono diventati la stessa cosa.
“Mi stai uccidendo, pesce, pensò il vecchio. Ma hai il diritto di farlo. Non ho mai visto nulla di grande e bello e calmo e nobile come te, fratello. Vieni a uccidermi. non m’importa chi sarà a uccidere l’altro.”
Per i pochi, pochissimi (spero) che ancora non conoscono il romanzo, non dirò come andrà a finire.

Perché leggere Il vecchio e il mare?

Vi lascio un commento scritto per mio figlio, allora tredicenne.
– Mamma. come posso imparare a scrivere bene?
L’osservo, tredicenne dai capelli scarmigliati (allora era in terza media, credo), lo sguardo neutro, come sempre quando mi chiede qualcosa che non vorrebbe chiedermi, per non darmi la soddisfazione.
– Beh… allungo uno sguardo su Twilight, che seppellisce Harry Potter tre o quattro, e velocemente lo sposto su di lui.
– Per imparare a scrivere bisogna leggere, leggere e poi ancora leggere.
Di nuovo mi cade lo sguardo su Twilight. Lui inarca un sopraciglio. Ahi! Lo sto perdendo!
– Leggere quello che si desidera leggere, certo è la regola prima. Va benissimo. Però, se cerchi una scrittura differente, forse è il caso che tu legga anche altro.
M guarda, diffidente.
– Per esempio?
Panico. Per esempio cosa?
Una parola sbagliata, cara mamma, e sei fottuta.
Nella mia mente c’è un’esplosione di titoli, centinaia di libri letti si affastellano davanti ai miei occhi, sgomitano per farsi strada ed essere scelti.
Se ne staccano due. Nitidi. Chissà poi perché proprio questi due.
– Per esempio potresti leggere Hemingway, Il vecchio e il mare. Oppure il Siddharta di Hermann Hesse.
Che mi prende? Proprio il Siddharta gli sto suggerendo! Col rischio che rimanga un lettore di Topolino per il resto della sua vita!
Lui soppesa l’ultimo titolo come se fosse una parolaccia. So già che la cosa lo stuzzica.
Faccio subito marcia indietro.
– Certo, gli dico, Il vecchio e il mare è mooolto più pesante e difficile, forse è il caso che tu legga il Siddharta, che ne dici?
Inarca l’altro sopraciglio.
– Credi forse che non sia all’altezza di leggere il tuo Hemingway? E invece comincio proprio con quello!
Andata.
Mentre vado alla libreria per cercare il volume, mi chiedo perché gli ho suggerito proprio quel libro.
L’ho letto secoli fa, ancora ragazza e non ancora donna, e mi era piaciuto moltissimo.
Perché? Poi, mentre tendo il libro a mio figlio, ricordo.
Poesia, ecco, L’assoluta poesia di quel romanzo. La forza di quel vecchio, un umile Ulisse che lotta contro le intemperie del mondo, per portare avanti la sua verità, la sua storia, l’unica che conosce e nella quale si riconosce, quella della lotta, della fatica quotidiana del sopravvivere, che per lui è il vivere.
Forse voglio suggerire a mio figlio che andando avanti incontrerà un sacco di problemi, dolori, anche, purtroppo.
Ma non perdere mai di vista la Bellezza e la Poesia, figlio, mai.
Pochi giorni dopo mi ha reso il libro.
-Piaciuto?
-Mmm…
-Sarebbe un no?
-Bello, mugugna.
Nient’altro, ma è già qualcosa.
Parecchio tempo dopo si è letto anche il Siddharta. Piaciuto anche quello.
Ernest Hemingway (Oak Park, Illinois, 1899 – Ketchum, Idaho, 1961), è uno dei più grandi scrittori americani di tutti i tempi.
Premio Nobel nel 1954, raggiunse la fama nel 1926 con Fiesta. Giornalista e corrispondente di guerra, ha partecipato alla guerra di Spagna e alle due guerre mondiali.
Amante dell’avventura, del rischio, delle forti emozioni e della festa, ha vissuto tra l’altro a Parigi e Cuba.
Fra le sue opere principali ricordiamo: Addio alle armi (1929), Morte nel pomeriggio (1932), Verdi colline d’Africa (1935), Per chi suona la campana (1940), Di là dal fiume e tra gli alberi (1950), Il vecchio e il mare (1952), Isole nella corrente (1970).
Titolo: Il vecchio e il mare
Autore: Ernest Hemingway
Edizione: Oscar Mondadori, 2021

Ps: usiamo il termine Recensione anche per libri non di recente pubblicazione per veicolare il messaggio in modo più diretto con il pubblico che si orienta nel sito.