5 Domande su Emma di Jane Austen

di Antonia Romagnoli

emma di jane austen

Emma è il quarto romanzo pubblicato da Jane Austen.

Intorno alla pubblicazione di questo libro ci sono alcuni aneddoti piuttosto interessanti, che meritano di essere citati, prima di dedicarci alle piccole curiosità sul contenuto dell’opera.

Come i romanzi precedenti, Emma fu pubblicato in forma anonima. Il successo delle tre opere già edite, di Ragione e Sentimento del 1811, di Mansfield Park del 1814 e soprattutto di Orgoglio e Pregiudizio del 1813, permise di presentare l’opera con la dicitura “by the author of Pride & Prejudice”.

Fu solo dopo la morte di Jane Austen che fu reso noto il suo nome come autrice della serie di romanzi che aveva appassionato l’Inghilterra. La rivelazione della sua identità avvenne nella prefazione all’edizione postuma di Persuasione e Northanger Abbey, firmata dal fratello Henry che ne fu curatore.

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1 -Perché Emma è dedicato al principe Reggente?

Henry ebbe un ruolo fondamentale anche nella pubblicazione di Emma. La Austen si avvalse infatti del suo aiuto per trattare con l’editore del nuovo romanzo.

Henry, però, indirettamente, fu anche il responsabile di un’altra particolarità di questo romanzo, la dedica al principe Reggente.

La pubblicazione di Emma, che era stato concluso il 29 marzo 1815, stava subendo alcuni ritardi per motivi editoriali e famigliari e nell’autunno di quello stesso anno, Jane Austen si trovava a Londra, ospite del fratello, per curare l’uscita del romanzo.

Il 17 ottobre, Henry Austen si ammalò in modo piuttosto serio e fu chiamato al suo capezzale Matthew Baillie, uno dei medici del Principe Reggente, il futuro Giorgio IV. Henry si riprese, ma in occasione di una delle visite del medico rivelò il segreto di Jane.

E la notizia arrivò direttamente al Reggente, che aveva letto e apprezzato le sue opere.

Giorgio non incontrò direttamente la Austen, sarebbe stato un onore esagerato, ma la scrittrice fu invitata a visitare la biblioteca di Carlton House, la dimora del Reggente, dove fu accolta dal Rev. James Stanier Clarke, bibliotecario della casa.

In quella occasione, il Principe le fece sapere che le avrebbe concesso volentieri l’onore di dedicargli il prossimo romanzo in uscita.

A quanto pare Jane Austen fece di malavoglia questa dedica, in quanto il Principe non godeva particolarmente della sua simpatia, ma poiché la gentile concessione equivaleva a un ordine, Emma a lui fu dedicato.

Fra un ritardo e l’altro, il libro riuscì ad andare alle stampe solo verso la fine dell’anno e uscì il 23 dicembre: per questo il frontespizio riporta come data il 1816, per… sicurezza!

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2 – Ma Emma è davvero così ricca?

«Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un carattere allegro, sembrava riunire in sé il meglio che la vita può offrire, e aveva quasi raggiunto i ventun anni senza subire alcun dolore o grave dispiacere.»

(Incipit di “Emma”, traduzione di Pietro Meneghelli)

Che Emma sia ricca, dunque, ce lo dice subito l’autrice.

Altri particolari li ricaviamo dal romanzo: la famiglia la più in vista di Highbury, il villaggio presso cui si trova la sua dimora.

Il padre di Emma non è nobile, ma solo un possidente, il che rende i suoi beni liberi da vincoli. Non essendoci figli maschi, ma solo due sorelle, Emma appare sicura del proprio destino. A differenza delle Dashwood, che hanno un fratello maggiore a cui sono destinati tutti i beni (le terre e la casa), e delle figlie nubili dei titolati, che sono destinate a doversi appoggiare ai parenti maschi ai quali vanno titolo e terre, Emma dichiara di non aver alcun interesse a sposarsi, neppure pensando alla veneranda età paterna. Quindi Emma è proprio una giovane ereditiera. E come tale… un gran bel partito… vero, Mr. Elton? 😉

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3-  Perché Emma è l’unico romanzo di Jane Austen ad avere il nome della protagonista?

Emma segue due romanzi il cui titolo punta sul contrasto (Ragione e Sentimento, Orgoglio e Pregiudizio) e uno che incentra l’attenzione sul luogo in cui si svolgono quasi tutte le vicende (Mansfield Park). Sappiamo che l’Autrice aveva pensato originariamente a titoli diversi: Elinor e Marianne per Ragione e Sentimento, Prime impressioni per Orgoglio e Pregiudizio.

Quindi Emma non è il primo romanzo il cui titolo si ispira alla protagonista, ma è il primo che con tale titolo arriva alla stampa.

In realtà, Elinor e Marianne, nel titolo si richiama a Pamela, romanzo di Richardson del 1740, di cui ricalca la forma epistolare, forma che perde in fase di revisione. Ma non solo: esiste tutta una letteratura, che la Austen ben conosce, che prende il titolo dalla protagonista. Citiamo i romanzi di Fanny Burney.

Emma non è epistolare, ma a differenza delle altre opere, e in realtà distaccandosi da tutta la tradizione precedente, utilizza una tecnica narrativa del tutto nuova, come spiega John Mullan nel suo articolo Come Emma di Jane Austen ha cambiato il volto della narrativa, riportato da Mara Barbuni per Jasit qui. Un romanzo innovativo, in cui la Austen unisce la narrazione in terza persona e il punto di vista prevalente di un personaggio: la tecnica, già sperimentata nei romanzi precedenti, qui trova il suo compimento, in un romanzo in cui Emma, sotto molti punti di vista, è regina incontrastata.

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4 – Perché Miss Bates è così considerata pur essendo indigente?

Mrs. Bates, l’anziana madre della signorina Bates è la vedova del precedente pastore di Higbury.

Nei villaggi il pastore è un personaggio abbastanza in vista – lo vediamo anche nel modo in cui Mr. Elton viene accolto nelle migliori case – ma, se non dotato di un patrimonio personale, mantenuto dal padrone della tenuta e del villaggio.

Ogni prebenda aveva un valore, in base alle dimensioni della tenuta e del numero degli abitanti, e al pastore veniva assegnata una casa nelle vicinanze della parrocchia. Alla morte del pastore, però, casa e rendita passavano al nuovo pastore, perciò le Bates, private del marito e padre, e in assenza di altre rendite, rimangono nel villaggio in stato di povertà, ma mantenendo il credito e la considerazione del loro precedente stato. Ed ecco perché i Woodehouse mandano loro la carne e Mr. Knighltey la frutta.

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5 – Mrs. Elton ci fa o la è?

Mrs. Elton la è. La sua antipatia non è evidente da subito, ma poiché il punto di vista del romanzo è quello di Emma nella maggior parte delle pagine, era inevitabile che risultasse antipatica anche ai lettori.

Si tratta di una donna in possesso di un buon patrimonio, che tuttavia le sorelle hanno saputo far fruttare meglio, con matrimoni più prestigiosi. Quindi furbissima non è.

Viene da pensare che si sia sposata per amore, perché nelle sue parole sottintende che le nozze con Elton hanno ridotto il suo tenore di vita (in gran parte, però, dovuto alle ospitate delle sorelle più ricche). Ancora meno intelligente, allora.

Quello che non piace è la sua aria cittadina, che ci ricorda quanto Jane Austen avesse poco amore per Bath, la città d’origine della Elton: si avverte una forte contrapposizione con l’ambiente rurale, che invece ci viene presentato qui come idilliaco.

Fra scampagnate e passeggiate, la campagna di Higbury ci sembra un sogno, un mondo di pace e di serenità.

Mrs. Elton, con le sue chiacchiere e la sua perfezione irritante entra in un contrasto stridente con questo piccolo e quieto paradiso.

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https://it.wikipedia.org/wiki/Emma_(romanzo)

https://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Austen

http://www.jasit.it/i-bicentenari-23-dicembre-2015-emma/

http://www.jasit.it/introduzione-emma/

http://www.unteconjaneausten.com/intorno-a-emma-un-invito-regale-e-la-dedica-al-reggente/

http://www.recensionelibro.it/emma-di-jane-austen

http://www.jasit.it/come-emma-di-jane-austen-ha-cambiato-il-volto-della-narrativa/

http://www.jausten.it/jarce.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Pamela,_o_la_virt%C3%B9_premiata