Tre. Una storia vera di violenza e rinascita – di Alberto Panciroli e Lorena Spohr
recensione di Loriana Lucciarini
Nalin, è la protagonista di Tre. Una storia vera di violenza e rinascita, di Alberto Panciroli e Lorena Spohr.
Nalin, chissà se questa donna si chiama davvero così o se le hanno cambiato il nome per tutelarne la privacy. A me piace pensare che sia il suo vero nome: Nalin, ha un suono dolce, suadente che, a pronunciarlo, evoca l’andirivieni della risacca del mare o il lento ondeggiare delle spighe di grano, il
dondolio di un’altalena, il battito d’ali di farfalla…
Nalin, in lingua Hindi ha per significato “acqua” ma anche “loto”. L’acqua, come l’andirivieni delle onde e il loto, il cui fiore per i popoli primitivi assurgeva a simbolo di resurrezione, rinascita, immortalità.
Nalin porta dunque in sé la rinascita e resurrezione metaforica. Strano come possa essere dolorosamente evidente, a volte, il destino.
Lei, curda, vive in un piccolo villaggio, umile e povero.
Nella sua terra le donne subiscono una posizione svantaggiata a causa del retaggio culturale che incastra la donna in ruoli sempre subalterni all’uomo, ma lei ha un carattere fiero e indipendente, determinato e ostinato: da piccola imporrà il suo volere ai genitori e sarà l’unica ragazzina di tutto il villaggio ad andare a scuola per imparare a leggere e scrivere.
I suoi ricordi d’infanzia, in questa prima parte, emergono intrisi di affetto e amore per la propria famiglia, fotogrammi di un passato povero ma dignitoso, dove anche un piccolo imprevisto viene vissuto con curiosità e gioia.
Nalin immagina un futuro costruito con la forza dei suoi sogni.
E, il giorno che pensa di averlo trovato accanto al ragazzo che le fa battere il cuore, se lo agguanta con incosciente entusiasmo. Il suo uomo, colui che diventerà suo marito, la fa sentire speciale, importante, unica. Tuttavia, ben presto le maschere cadranno e la terribile realtà si trasformerà in un incubo.
La felicità sarà di breve durata e la furia della violenza le strapperà speranze e sogni pochi giorni dopo il matrimonio. Lui, che Nalin non chiama mai per nome, gettata la maschera si paleserà per ciò che davvero è: un uomo brutale e violento, ossessionato dalla gelosia, il cui sguardo svela una lucida follia.
Tre. Una storia vera di violenza e rinascita racconta di un’anima spezzata. Nalin per venticinque anni subirà gli abusi tra le quattro mura di casa e, tuttavia, pur se avvinta dalla spirale di violenza di cui è vittima, non ne è vinta.
Nalin difatti richiamerà a sé tutto il suo coraggio per liberarsi dalla morsa di abusi, conquistando un nuovo presente. E noi, che l’abbiamo accompagnata passo dopo passo in questa sua rinascita, partecipiamo alla catarsi empatica che compenetra gli animi e annulla tutte le distanze.
Tre. Una storia vera di violenza e rinascita è una storia vera, forte, raccontata con dannata sincerità. Non perdete questa intensa, drammatica, emozionante testimonianza.
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Sinossi
Nalin è una sopravvissuta e la sua storia si potrebbe dividere in tre parti, come uno spartiacque.
Tre vite, che la vedono prima ragazzina determinata e sognatrice in fuga dal suo villaggio in Turchia per sposarsi; poi donna sconvolta e incredula fatta a pezzi, nel corpo e nello spirito, da un marito possessivo al limite della follia; infine la Nalin forte e orgogliosa che dopo venticinque anni trova sul fondo del baratro e negli occhi dei suoi figli il coraggio di scappare, di farsi aiutare a costruire la propria terza vita, e di raccontarlo agli autori di questo libro.