Sembrava bellezza – di Teresa Ciabatti

recensione di Emma Fenu

sembrava bellezza

 

Sembrava bellezza è un romanzo di Teresa Ciabatti edito da Mondadori nel 2021.

Questa è una storia vera, ribadisce la scrittrice.

Talmente vera da essere frutto di impasto di ricordi e ombre, rigurgiti di contraddizioni, analessi e prolessi fra veglia, sonno, orgasmi e psicofarmaci, occhi falsamente azzurri, altalena fra abuso sognato, perpetuato, subito o meritato – da chi?, come?, quando?.

Talmente vera, la storia di Sembrava bellezza, che non è quella di una (la scrittrice, l’amica o la sorella dell’amica), ma di tutti.

Tutti noi che per una vita o un istante non siamo stati compassionevoli, o forse sì: che ne sappiamo noi di come eravamo davvero da bambini e da adolescenti se non capiamo nemmeno chi siamo noi e chi sono i figli che abbiamo cresciuto?

Tutti noi che per una vita o un istante abbiamo mentito, simulato, tradito, perdonato, dimenticato. O forse no. Ma il dubbio resta.

La scrittrice è una donna di mezza età, non è vecchia e non rimpiange la gioventù, ma le ovaie vanno in menopausa, come se il resto non le riguardasse. Il resto: la passione, l’avversione a essere adulti, la presunzione di essere giovani, l’avversione per certi stati iconizzati.

Dopo trent’anni ritrova un’amica dell’adolescenza, Federica. Sovrappeso e sognante baci e amplessi come lo era stata la scrittrice, ma sul tappeto azzurro della casa borghese, della sua famiglia perfetta, della sua vita destinata a essere simmetrica come i seni della Venere di Milo.

E poi c’era Livia, la sorella bellissima, amata, corteggiata, annoiata e in cerca di una botola.

Di una botola dove, all’epoca, si diceva fosse caduta Emanuela Orlandi, per poi finire nella tratta delle bianche, direttamente dal camerino di un negozio di vestiti.

Ed è una storia di botole queste: antri di Barbablù, pozzi di Alice, ventri di balena, fauci di Lucidero, orifizi di donna, tunnel di quiz, buchi di universo.

Meglio un altro nulla a questo nulla: Livia lo sa, ed è per questo che cade dalla finestra in camicia da notte rosa e resta viva per miracolo. Viva ma con una botola nel cervello che la risucchia a perenni sedici anni. Mutilata di “adultezza”, conserva bellezza che non si deteriora.

E bellezza sembrava, da rincorrere a costo di tutto.
E bellezza sembrava, da scambiare con il nulla.
Ma, come nelle storie vere, ciò che sembra non è. E la scrittrice nasconde una verità occultata perfino a se stessa nello scorrere degli anni e delle tinte biondo castano.

Teresa Ciabatti, con una prosa fattasi chiacchera amara, confessione dolce e rivelazione struggente, ci racconta un intreccio di vite, di epoche, di donne, dalle sconosciute fino a Marlyn Monroe, di donne, di madri, di figlie, deturpate dall’ossessione della vanitas, specchi rotti, perle ingiallite, farfalle agonizzanti, teschi dipinti di fondotinta e cipria.

Il tempo passa.  Sembrava bellezza.
E purtroppo lo era.

 

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Sinossi

Ad accoglierci tra le pagine di questo romanzo è una donna, una scrittrice, che dopo essersi sentita ai margini per molti anni ha finalmente conosciuto il successo.

Vive un tempo ruggente di riscatto, che cerca di tenersi stretto ma ogni giorno le sfugge un po’ di più.

Proprio come la figlia, che rifiuta di parlarle e si è trasferita lontano.

Combattuta tra risentimento e sgomento per il tempo che si consuma la coglie Federica, la più cara amica del liceo, quando dopo trent’anni torna a cercarla.
E riporta nel suo presente anche la sorella maggiore Livia – dea di bellezza sovrannaturale, modello irraggiungibile ai loro occhi di sedicenni sgraziate –, che in seguito a un incidente è rimasta prigioniera nella mente di un’eterna ragazza.

Come accadeva da adolescenti, i pensieri tornano a specchiarsi, a respingersi e mescolarsi.

La protagonista perlustra il passato alla ricerca di una verità, su se stessa e su Livia, e intanto cerca di riafferrare il bandolo della propria esistenza ammaccata: il lavoro, gli amori. Livia era e resta un mistero insondabile: miracolo di bellezza preservata nell’inconsapevolezza?

O fenomeno da baraccone?

Avvolti nelle spire di un’affabulazione ammaliante, seguiamo la protagonista in un viaggio che è insieme privato e generazionale, interiore e concreto. E mentre lei aspira a fermare l’attimo per non perdere la gloria, la sorte di Livia è lì a ricordare cosa può succedere se la giovinezza si cristallizza in un presente immobile: una diciottenne nel corpo di una cinquantenne, una farfalla incastrata nell’ambra.

Sembrava bellezza è un romanzo sull’impietoso trascorrere del tempo, e su come nel ripercorrerlo si possano incontrare il perdono e la tenerezza, prima di tutto verso se stessi.

Un romanzo di madri e di figlie, di amiche, in cui l’autrice mette in scena le relazioni, tra donne e non solo. Un romanzo animato da uno sguardo che innesca la miccia del reale e, senza risparmiare nessun veleno, comprende ogni umana debolezza.

Titolo: Sembrava bellezza
Autore: Teresa Ciabatti
Edizione: Mondadori, 2021