Carmela in libertà di Elvira Rossi
recensione di Gianna Ferro
Carmela in libertà è un romanzo breve di Elvira Rossi, edito da Gli scrittori della porta accanto nel 2024
Di cosa tratta Carmela in libertà?
Carmela è la figlia femmina di una famiglia di mezzadri che vive nelle campagne avellinesi, costretta, per necessità, a fare la pastorella. Non sente il peso del lavoro e del sacrificio – alzarsi all’alba per portare le pecore al pascolo in alta collina, con il sole o con la pioggia – ma, l’intimo desiderio di Carmela è essere come quelle scolarette che vede qualche volta in paese, con le loro cartellette che custodiscono chissà quali quaderni e penne colorate.
“Le sarebbe piaciuto imparare a leggere e a scrivere. Questo era un segreto che tratteneva dentro di sé. Non voleva dare un dispiacere ai genitori che, se avessero saputo quanto grande era il suo rimpianto, ne avrebbero sofferto.”
Seppur piccola di età, Carmela ha assunto un ruolo che non discute, che accetta con dignità e determinazione. Nel profondo del cuore nasconde la voglia di andare a scuola, perchè solo con la conoscenza si può essere liberi di superare i propri limiti e confini.
Un’opportunità arriva con la proposta del parroco del paese di mandare Carmela a fare la bambinaia in una agiata famiglia salernitana. I genitori accolgono malvolentieri l’invito, però sono consapevoli che è l’occasione giusta per la figlia di cambiare vita, tenuto conto dei cambiamenti lavorativi che ci sarebbero stati a breve.
Carmela, arrivata a Salerno, dopo le prime perplessità della padrona di casa, riesce a conquistare, col tempo, lei, ma soprattutto i tre bambini dei quali si prende cura amorevolmente e al tempo stesso loro le donano affetto e attenzione, tanto che sono i suoi primi maestri: le insegneranno le lettere dell’alfabeto e a scrivere il suo nome e cognome.
Ben presto, però, Carmela si rende conto che il compito che le hanno affidato non cambia la realtà delle cose. Ne sarà consapevole ancor di più quando nel suo cuore si fa strada un nuovo sentimento, quello dell’amore che proverà per Antonio.
“Trasferirsi in città non l’aveva resa più libera. Serva era e serva sarebbe rimasta. Era nata dalla parte sbagliata. Ecco, la parola libertà cominciava a farsi largo nella sua mente, e stabilì un confronto tra la vita in paese e la vita in città. […] Analfabeta com’era non aveva scelta se non quella di servire. […] Chi aveva un’istruzione non aveva padrone.”
Perchè leggere Carmela in libertà?
Elvira Rossi con una scrittura fluida ed elegante mette in luce, con una straordinaria storia al femminile, un inimmaginabile riscatto personale di una giovane fanciulla che insegue un ideale di libertà, attraverso la parola e il pensiero, e un’indipendenza tale da abbattere le barriere dell’ingiustizia sociale.
Un libro ti accarezza attraverso i sogni di una pura creatura che vive tutto come una conquista. Carmela è abituata a lottare e lo fa anche quando valori morali e sociali non vanno sempre di pari passo. Il suo è un insegnamento a non adattarsi, a non piegarsi ai preconcetti, a giungere ad una propria identità misurandosi con gli altri, ma soprattutto con se stessi.
“La rassegnazione per essere nati dalla parte sbagliata può essere sconfitta e qualche speranza deve pur esserci per i poveri cristi come me.”
La descrizione dettagliata del contesto storico, riguardante la riforma agraria e le elezioni del giugno del 1953, pongono il lettore difronte ad una realtà di provincia del primo dopoguerra e oltre, non senza che lo stesso si ponga domande e faccia considerazioni.
Il romanzo è un piccolo scrigno che in sé racchiude sentimenti di coraggio, forza e passione che attraverso la voce e le emozioni di Carmela racconta una triste realtà storica e umana, ribaltata solo dopo anni di lotte contadine, di uomini onesti e di donne tenaci, capaci di dare la giusta svolta al nostro paese.
Carmela in libertà è un bellissimo romanzo di formazione per contenuti e spunti di riflessione, ma anche la storia di un’emancipazione femminile.
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Sinossi
Nel cuore della provincia della Avellino degli anni Cinquanta, il destino di Carmela si intreccia con le vicende di un’Italia che cerca di risollevarsi dalle rovine della guerra e sperimenta un nuovo corso politico con l’affermazione della Repubblica.
Costretta a guidare greggi per sostenere la sua famiglia, Carmela è un’adolescente analfabeta che si trova immersa in una società rurale caratterizzata da arretratezza e rapporti di subalternità. Attorno a lei si muovono numerosi personaggi, ognuno con la propria voce che definisce il tessuto sociale e storico dell’epoca.
La storia si trasferisce a Salerno quando, per una serie di circostanze, Carmela entra a servizio dei De Bonis, una famiglia agiata. In questa nuova realtà il divario sociale, evidenziato da scene di estrema povertà e di umanità dolente, si fa più netto e suscita il malcelato ribrezzo della gente perbene.
È qui che emerge in Carmela – acuta osservatrice di un mondo che impara a poco a poco a conoscere – un forte desiderio di libertà, emancipazione e giustizia sociale, determinata a realizzare un’esistenza al di là dei limiti imposti dalla propria e altrui condizione.
Con la prefazione del professore Alberto Granese, già ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Salerno.
«Sì, sono ignorante, non è colpa mia. L’ha voluto mio padre, ma prima ancora l’ha deciso chi non gli ha dato la possibilità di frequentare la scuola. Se la società è ingiusta, non posso fidarmi né delle sue regole né della sua morale. Il passato e il presente non mi convincono. Voglio scegliere da me. Detesto le imposizioni, sarò io a decidere quello che è bene e quello che è male per me. Non so che cosa farò, intanto io non voglio essere né una ragazza seria né una ragazza poco seria. Voglio essere Carmela in libertà. Se qualcuno pensa di impormi qualcosa solo perché sono analfabeta si sbaglia di grosso.»