Ti aspetto a casa di Loriana Lucciarini

Voce alle Donne

recensione di Emma Fenu

ti aspetto a casa

 

Ti aspetto a casa. Il dramma delle morti bianche è un libro di denuncia di Loriana Lucciarini edito da Villaggio Maori nel 2023. 

Di cosa tratta Ti aspetto a casa?

Ho sentito l’urgenza di leggere questo libro, non solo per l’amicizia e la stima che tributo a Loriana Lucciarini.

Avrei potuto proporlo subito a Veronica Sicari, avvocata, che lo recensirà presto, approfondendo questioni più legate alle normative e con un cipiglio da legale che io non possiedo per competenze.

Avrei potuto proporlo ad un’altra avvocata dello staff, Sabrina Corti, o una insegnante con una lunga militanza nel sindacato, Elvira Rossi, e loro avrebbero scritto una recensione superba.

Ho voluto esserci anche io, con la mia voce di expat, a denunciare un fenomeno non solo italiano, che in alcuni paesi si traduce in schiavitù per gli immigrati reclutati nei cantieri. Cose viste e soprattutto raccontate, che spero siano cambiate negli ultimi anni.

Ho voluto esserci anche io perchè ho ricordato una morte bianca che mi ha trasversalmente colpita da ragazzina: un padre giovane, sno e bello, con 4 bambini fra i 4 e i 9 anni saluta tutti con un bavio e va a lavoro. Una pressa sul collo lo ucciderà sul colpo.Passeranno vent’anni prima che la famiglia sia risarcita.

Una figlia, all’epoca in prima elementare, avrà enormi difficoltà, dato il trauma, ad imparare a scrivere e leggere e la scuola resterà a guardare, consegnando un diploma di quinta elementare a una bambina che diventerà donna, lavoratrice e madre con un vuoto culturale e personale enorme. Vittima anche lei di quella pressa. Di quella noncuranza del datore di lavoro.

Torniamo all’immenso lavoro di Loriana Lucciarini, Ti aspetto a casa, che con un linguaggio chiaro e una sincerità, basata su fatti e documentazioni, ci fa comprendere cosa sono le morti sul lavoro, oltre l’impatto emotivo che generano a seguito della cronaca, e quali conseguenze sulla famiglia della vittima, sulla società e sullo Stato si porta dietro questa lunga scia di sangue in cui tutti abbiamo immerso i piedi, almeno i piedi.

Il lavoro è dismunano, spesso. Si fonda sulla competitività malsana, sulla precarietà, sullo sfruttamento, sul risparmio nei dispositivi di sicurezza, sull’aumento delle ore e del carico di fatica. E una vera formazione con cultura della prevenzione e conoscenza delle normative, salvo rari casi, non c’è.

Con il Covid la situazione si è modificata: lo smartworking riduce alcuni tipi di incidente, per esempio quello in itinera, da lavoro casa e viceversa, ma espone a uno stress maggiore.

 

Perché leggere Ti aspetto a casa?

Di lavoro si muore.

Sembra un’affermazione iperbolica, invece è reale.

Non citerò i vari casi documetati da Ti aspetto a casa, molte li conosciamo, altri meno. Hanno fatto scalpore e poi sono stati dimenticati. Le vittime talvolta non hanno nemmeno un nome, ma un’iniziale su un quotifiano a sintetizzare la vita in qualche riga. Una vita umana. Un’esistenza unica e preziosa. Sarà l’intervento di Veronica Sicari a mettere in rilievo citazioni precise.

Non dimentichiamoli.

Non devono essere morti invano, ma essere memento di nuove leggi, disposizioni e consapevolezze, nell’interesse del singolo e della comunità. nell’interesse di ognuno fruitore di diritti inderogabili, cittadino, lavoratore e persona che deve sentirsi chiamato in causa, chiamato per nome, ed essere testimone del lavoro in nero e in grigio, degli incidenti prevedibili, del rischio dovuto all’esposizione a sostanze tossiche, della stanchezza, del colpo di sonno.

Mentre leggi un camionista sfruttato può essere la causa di una strage.

Un macchinario non controllato può bruciare vivi ragazzi e ragazze.

Un mezzo pesante può schiacciare una madre in attesa da pochi giorni del suo bambino.

Cosa è questa fretta? Dove stiamo correndo? Verso dove?

Fortunatamente Loriana Lucciarini ci mostra le conquiste legali in campo di sicurezza e prevenzione sul lavoro, la revisione di alcune norme contrattuali, le vittorie ottenute con il sangue, senza metafora, per i lavoratori più indifesi. Ma la strada è lunga e richiede consapevolezza e conoscenza.

Leggete Ti aspetto a casa: è un atto di civiltà.
Leggete anche la lunga serie di nomi che conclude il testo: l’olocausto delle vittime.
Leggete tutti i nomi. Io ho pianto. Che abbiano almeno un nome.

 

Link d’acquisto

 

Catalogo

Sinossi

Si lavora per vivere, non per morire.

Gli operai della ThyssenKrupp di Torino, i rider falciati per le strade italiane, Luana D’Orazio e le altre apprendiste inghiottite dagli ingranaggi di una macchina non in regola, persone che possedevano tutte aspirazioni e competenze diverse, ma con un’unica sorte in comune: morire cercando di portare a casa uno stipendio. 

«È possibile che non si riesca ad arginare e fermare questo dramma che, ormai, è diventato quotidiano?» si chiede Loriana Lucciarini, che in questo testo espone le dinamiche che stanno dietro le morti sul lavoro in Italia: la mancanza di tutele e di adeguati sistemi di sicurezza, ma soprattutto di una cultura di base che salvaguardi la vita umana al di là del profitto.

«Un Paese dove il lavoro è al ribasso, dove il costo della manodopera diventa la spesa da ridurre in bilancio, dove non si investe né si qualifica, dove non si fa innovazione né sviluppo, si può riuscire ad assumere il tema della sicurezza come priorità?». Una scelta che può e deve essere fatta, per evitare che chi lavora rischi ancora di non tornare più a casa la sera.

 

 

Titolo: Ti aspetto a casa. Il dramma delle morti bianche
Autore: Loriana Lucciarini
Edizione: Villaggio Maori, 2023.