Morsi di Marco Peano
Voce alle Donne
recensione a cura di Emma Fenu
Morsi è un romanzo di Marco Peano edito da Bompiani nel 2022.
Di cosa tratta Morsi?
La protagonista è Sonia, una ragazzina che vive in un picolo comune piemontese. La conosciamo nel Natale del 1996, appena varcate le porte della prima media.
Ma ve lo ricordate l’ingresso alle medie?
Lo strisciare sui muri per non farsi notare, i ragazzi di due anni in più che sembrano reduci da un corso di sopravvivenza o direttamente fuoriusciti dal carcere minorile; le ragazze che spingerebbero dal podio l’ultima miss Italia e che si truccano, male, ma stanno bene lo stesso.
E poi LUI, quello bellissimo, perfetto, con la piuma da principe azzurro… che ti fa sentire il peggiore dei rospi o la più fortunata delle principesse, dipende se gira le orbite nella tua direzione. La soluzione è mettersi vicino alla porta: se non vuole andare a sbattere, deve guardare, guardarti.
E le maestre? No. Qui ci sono i professori. E non hanno pena di nessuno, a volte davvero credono nella missione, ma tu non hai capito quale e salvarti diventa un’impresa, a volte sono frustrati e tu, innocente, non hai capito il nesso fra tanta crudeltà e il tuo errore sul compito in classe.
Torniamo a Sonia, che finge di essere burbera per non sembrare stupida, ha un’amica trasferita da Caserta e uno che viene dalla campagna con odore di mucche annesso, un padre alcolista, una madre che cerca di far combaciare un numero imperfetto di tessere di puzzle e una nonna con la fama di guaritrice e masca, ossia strega capace di fare anche del male.
Non male, Sonia, eh… il mondo degli adulti non è allettante, eppure i seni sporgono, il corpo reagisce agli ormoni, la consapevolezza dell’infanzia che si chiude nei ricordi fa paura. Si sentono i morsi allo stomaco e non si sa perché: perchè è il tempo di crescere, innamorarsi, fare tante cose la prima volta e tante per la prima e l’ultima, e lasciare che la fantasia faccia capolino un po’ meno. Solo un po’ meno: è meno drammatico di quanto sembri.
Ma te lo dico io che potrei essere tua professoressa, non nel 1996 perchè sarei stata fra le mocciose delle elementari, ma oggi sì.
L’incidente
La scuola chiude durante precocemente nel dicembre del 1996: Sonia non era in classe perchè con la febbre, ma qualcosa di sconvolgente è successo. Inoltre, una terribile bufera impedisce alla bambina di tornare a casa dai genitori, restando a casa della nonna.
E, per scoprirne i segreti, sarà scoperta lei stessa e chiusa in casa dalla vecchia. Ma Sonia si libererà, troverà il Matteo, il ragazzo delle mucche e il suo compagno di avventura, e si incamminerà in un paesaggio bianco di neve e improvvisamente silenzioso.
Tutti gli adulti, animali compresi, sono morti, vittima di autocannibalismo, ossia dei propri morsi. E la responsabile non può essere che la nonna masca.
Perchè leggere Morsi?
Rispetto a L’invenzione della madre, dello stesso autore, Morsi è stata una lettura meno accativante: bella la fine e l’inizio, lungo, un filo noioso e “infantile” il centro della narrazione.
Decisamente apprezzabile il racconto dal punto di vista dei ragazzi, di quanto loro hanno vissuto e voluto credere; il genere mi è parso piacevole e valido, forse più adatto a lettori giovani, pur avendo capito e apprezzato l’intento dell’autore, quello di scrivere un originale romanzo di formazione.
Vi ho incuriosito? Questa nostra, di Cultura al Femminile, non è propaganda e un morso di curiosità virale verso i libri.
Link d’acquisto
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Sinossi