La mammana di Antonella Ossorio
Voce alle Donne
recensione di Emma Fenu
La mammana è un romanzo di Antonella Ossorio edito da Einaudi nel 2014.
Di cosa tratta La mammana?
Una notte di marzo del 1843 una cometa attraversa il cielo.
In un paesino della Campania è segno di malaugurio: non a caso Amelia non riesce a partorire la sua ultima figlia, ma non si tratta soltanto di un parto podalico. Le altre donne, amiche, vicine di casa, madri più volte, con ventri colmi e sgravati, e fanciulle non ancora spose feconde, si affaccendano invano intorno al capezzale della partoriente in fin di vita.
Non resta che far chiamare dal marito della partoriente “quella schifosa della mammana”, così appellata perché è brava e sa usare, letteralmente, i ferri del mestiere, ma è superba e sprezzante e il suo segreto lo sanno tutte e tutti. Lo sa pure Bice, sorella di Amalia, che è stata rifiutata da Bartolomeo, proprietario del solo emporio del paese, che chissà per quale malasorte si è incapricciato di quell’essere che si dovrebbe vergognare, invece di sfilare come una madonna in processione.
La mammana, bella, giovane e desiderata da quasi tutti gli uomini se non da tutti, non si sottrae al suo dovere e fa nascere la piccola salvando la vita alla madre, ma quest’ultima la rifiuta, disconoscendola come sua figlia e dando la colpa all’astro con la coda di averle insinuato un mostro nel grembo.
La piccola è albina, una capa janca, una maledetta, una che porta jatture. La mammana ha ventisei anni e sa che non sarà mai madre: dopo aver provato a far ragionare Amelia, porta via la bambina, nel segreto della notte, e la cresce come figlia sua, con la complicità di Bartolomeo. Le dà nome Stella e la bambina cresce nutrita da latte annacquato di capra. Cresce bella, intelligente, calma e volitiva.
Ma la mammana non può condannare la figlia all’isolamento per nascondere quel segreto che insegue lei, la madre, fin dalla nascita: decide, quindi, di trasferirsi a Napoli in cui tutto e caotico, impregnato di sugo che sobbolle e panni stesi, di feste in onore di Santi e Madonne e dove ognuno ha il suo protettore, perfino i Femminielli che si prostituiscono nei vicoli, e in cui serpeggiano i moti rivoluzionari contro la dominazione borbonica.
Stella diventa donna con il battesimo del sangue, sviluppa amore per la conoscenza e per i libri e una forte curiosità verso la propria storia, quella sola che la madre può offrigli, ossia l’esser dono di una serpenta bianca del bosco.
Divenuta una “figlia” anche per Laura, moglie di un astronomo dell’Osservatorio, la bambina rivela il suo di segreto: ogni giorno la vista la abbandona un po’ di più.
Ed allora che la mammana dovrà prendere una decisione: ripartorire sua figlia una seconda volta.
Perché leggere La mammana?
Sono stata parca di dettagli narrativi in questa recensione. I segreti ve li lascio da svelare, sciogliere in notti e in giorni, per comprendere i perché che vi ho lasciato sospesi coppe pezze stese al sole.
Cosa spinge la mammana ad abbandonare la casa in cui è nata e a mutare nome, divenendo una levatrice?
Perché salva Stella, bambina destinata ad essere considerata strega per le sue fattezze fisiche? Solo per un atto di carità?
E perché Bartolomeo ha fatto la figura del fesso, innamorandosi della schifosa?
Credo che il fulcro del romanzo La mammana, ben oltre ai colpi di scena e l’intreccio, stia nel significato intimo e profondo di dare la luce.
Di partorire una stella, darle calore e poi essere pronte a lasciarla vagare per galassie in cui splendere.
Essere madri non è solo concepire, partorire, allattare: è farlo ogni giorno con un figlio che cresce, con un uomo o una donna che segnano il proprio percorso lontano, legati per sempre ad un ventre di braccia, amore, comprensione e dedizione.
Le madri restano e vivono, ma sono pronte ad accogliere i figli nell’utero di mille e una storia sempre, ad ogni levarsi del sole, ad ogni fascio di luna oltre la coltre del bosco.
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Sinossi
Nella notte del primo marzo 1843, rischiarata da una cometa che sembra minacciare sventura, viene al mondo una bambina.
È un parto complicato, che potrebbe finire male se ad assistere non ci fosse Lucina, la “mammana” del paese, e forse sarebbe meglio così: la piccola è una “capa janca”, albina, e dunque maledetta.
Sarà Lucina, dopo averla salvata, a darle un nome, Stella, e farle da madre, portandola via da quel posto che rifiuta entrambe.
Perché anche Lucina, malgrado la bellezza sfolgorante, nasconde una condanna, un segreto custodito troppo a lungo. Con l’aiuto di Bartolomeo, corteggiatore ostinato, Lucina si trasferisce a Napoli.
Ma neppure nel brulichio della città, accogliente e minacciosa insieme, sembra trovare pace.
Perché “così come è un azzardo giurare per sempre, è un peccato di superbia affermare mai più”.
Antonella Ossorio mescola romanzo storico e saga familiare. La storia di tutti quelli che con fierezza e coraggio, nello scontro quotidiano tra doveri e desideri, non rinunciano a ricercare la propria strada.
Titolo: La mammana
Autore: Antonella Ossorio
Edizione: Einaudi, 2014