El árbol di Nicolás Arispe
Voce alle Donne
recensione di Emma Fenu
El árbol è un libro scritto in spagnolo, italiano e inglese e illustrato da Nicolás Arispe, edito da #logosedizioni nel 2022.
Di cosa tratta El árbol?
Un bambino viene lasciato nella ruota degli esposti dove le suore, per convenzione, accoglievano i neonati rifiutati, per varie ragioni, partoriti e affidati, in incognito, alle cure dell’orfanotrofio.
Il piccolo è stato abbandonato perchè, pur sano, ha un germoglio che gli spunta in testa? Un diverso è una creatura di cui liberarsi, un mostro, una colpa materna da espiare, una condanna per il buon nome della famiglia?
Non sapremo mai perchè il bambino viene abbandonato, ma sappiamo che viene, accolto, educato come gli altri, inserito negli stessi programmi, addestrato alle stesse regole, in modo che la sua anomalia sia corretta, dimenticata, assimilata.
Ma, con il passare degli anni, il bambino/ albero diventa un albero/ bambino: spuntano solo i piedi da un poderoso tronco dentro il quale il fanciullo è lo stesso, quello del germoglio, ma fa paura, aberrazione e diventa vittima di bullismo, di violenza, di emarginazione.
L’unica soluzione, per il bene suo (e degli altri?), è rinchiuderlo.
Ma non si può chiudere la porta a chiave sul prodigio, sul dono della diversità, sulla genialità, sul bambino che non puoi etichettare, che sfugge ai manuali, al “sempre fatto”, alla omologazione che rinnega l’unicità, alla forza della vita che non si lascia stringere in grembiuli e fiocchi e che spesso rifiuta i programmi pedagocici vecchi di anni.
Un bambino è un bambino.
Ovviamento è diverso e unico e l’insegnamento, la formazione e la valorizzazione delle sue attudini dovrà essere improntata sull’autostima, sulla personalizzazione, sulla scoperta del dono, del talento, del modo in cui far fiorire.
Far fiorire.
Mai termine fu più adatto.
Perchè il bambino vincerà con la bellezza e il trionfo del colore, regalando un mondo diverso, migliore, basato sull’accoglienza, sulla condivisione, sul confronto. Sul dono del proprio dono.
Non potate fronde, non tagliate ali.
Fate crescere: innaffiate, nutrite, osservate.
Vedrete che il vostro grigiore non vi rassicura, vi asservisce. Vi hanno tolto il viso, uniformato i lineamenti nel nero e non sapete insegnare. Imparatelo e non demordete, non è troppo tardi per essere se stessi. Fiorite.
ps: Il bambino ha le fattezze di un coniglio, come i suoi compagni, e le illustrazioni ritraggono animali che sono allegorie di uomini. Sono un dettaglio: un burattino di legno, un fanciullo che vola e non invecchia, una cerchia di bambini perduti… solo fantasie? Più reale di quanto di pensi.
Perché leggere El árbol?
El árbol è un libro meraviglioso, impreziosito dal pluralità linguistica, dalle illustrazioni strepitose, quasi unicamente realizzate a china, in un’alternanza sapiente di bianco, nero e emozioni, fino allo scoppiare di un colore inaspettato.
Al termine della storia, vi sono pagine di approfondimento sulla letteratura dell’infanzia che riflette principi educativi da imporre e su altre figure in cui catagorizzare bambini veri e bambini exemplum; un excursus sulla pratica dell’esposizione dei neonati fino ai nostri giorni, nella tutela dell’anonimato, fino al calore di un abbraccio, perchè tutti veniamo da un grembo: la ruota è un tramite aggiunto, non un sigillo di imperfezione.
E tutti siamo imperfetti e diversi: questa è la magia di insegnare come genitore, docente, educatore o semplicemente adulto.
Entrate in casa, in classe o in aggregazioni di fanciulli e… annusate.
Sentirete profumo di germogli.
Un giorno sarete vecchi e i vostri figli o allievi vi dimostreranno che il ciclo della vita non ha fine se in ogni creatura avete lasciato un segno (in- segnato) delicato, un invito a essere se stessi, meravigliosi e imperfetti. Unici.
Dedica.
Ai miei genitori, che credevano di essere normali. Ora sanno chi siamo.
Alle mie maestre di scuola e di vita che mi hanno compresa e valorizzata.
A una amica, maestra per scelta, con la coda di volpe.
A me bambina e donna, con una diadema di pensieri e sogni in testa.
Link d’acquisto
https://www.ibs.it/el-arbol-ediz-italiana-inglese-libro-nicolas-arispe/e/9788857610795
Sinossi
Nel cuore della notte, un neonato viene abbandonato all’interno della ruota degli esposti.
La ruota compie il suo giro, decretando la sua nuova nascita alla vita dell’orfanotrofio. Sembrerebbe l’inizio di una vicenda un tempo molto comune, se non fosse per un dettaglio apparentemente insignificante: sulla testa del bambino è spuntato un germoglio.
Nicolás Arispe torna a incantare con il fitto tratteggio della sua china, riproponendo i personaggi animali antropomorfizzati già protagonisti de Il Libro sacro, Lasciate ogni pensiero o voi ch’intrate e Lungo è il cammino. In questo mondo animale, l’elemento di rottura è rappresentato da qualcosa che appartiene a un altro regno: quello vegetale.
In un primo momento istitutori e allievi dell’orfanotrofio si sforzano di trattare il ‘diverso’ come tutti gli altri; tuttavia, tra lo sgomento generale, con il passare degli anni la vera natura dell’orfano non arretra, bensì si impone fino a prendere il sopravvento, trasformandolo in un ibrido sempre più albero e sempre meno animale.
Allora lo sgomento si muta, lentamente ma irrimediabilmente, in paura, e la paura in intolleranza, crudeltà e violenza.
L’autore e illustratore argentino parte dall’immagine emblematica della ruota degli esposti per affrontare, con la consueta onestà candida e al tempo stesso spietata, i temi dell’educazione, della diversità e dell’integrazione. In questa storia, l’educazione si configura come incasellamento, come omologazione a una società in cui ogni deviazione dalla norma è emarginata, repressa, cancellata.
Davanti all’impossibilità di modellare il ragazzo-albero con lo stesso stampo usato per tutti gli altri, la società si arrende e lo rinnega, lo nasconde, lo rinchiude.