I Cartoni Animati raccontati da
Non è successo niente
di Nicolò Targhetta
Voce alle Donne
Recensione di Emma Fenu
I Cartoni Animati raccontati da Non è successo niente è un dizionario ironico ma completo dei più celebri cartoni animati trasmessi in Italia fra gli anni Ottanta e gli anni Novanta.
Il testo del blogger Nicolò Targhetta, illustrato da Ernesto Anderle, è edito da Becco Giallo nel 2023.
Di cosa tratta I Cartoni Animati raccontati da Non è successo niente?
Non ho molto da aggiungere alla splendida prefazione, parte della quale è riportata in sinossi in calce alla mia recensione.
Non posso nemmeno elencarvi i 50 cartoni animati schedati in due parti, per decennio, per ordine alfabetico.
Voglio, invece, raccontarvi la mia esperienza di lettura: mi sono trovata fra le mani una scatola della memoria.
Non ho letto pagina dopo pagina, in successione, ma ho saltato da un titolo ad un altro.
Ho riso dei commenti brevi ma mordaci, intrisi di quell’ironia che solo Noi possiamo capire.
Mi sono commossa ricordando i pomeriggi che Noi abbiamo vissuto, fra gelati, sussidiari, pastelli e tv dei ragazzi.
Mi sono meravigliata nel leggere alcune curiosità che Noi in genere non conosciamo e che ci fanno interpretare le storie sotto altre angolazioni.
Noi. Noi chi? Noi che siamo cresciuti con i cartoni animati giapponesi.
Noi che non mangiavamo il riso con le bacchette, ma ci sembrava normale che si pranzasse così se eroi.
Noi che per scoprire il finale di una storia dovevamo dedicare mesi di attesa.
Noi che l’anatomia del corpo umano, la vita degli insetti, la Rivoluzione Francese, il Piccolo Scrivano fiorentino, la ribellione di Jo e quelle altre dieci cose che servono nella vita le abbiamo apprese a puntate.
Noi che abbiamo imparato ad immaginare e abbiamo trasformato penne e matite in bacchette magiche, microfoni e spade.
Noi che credevamo nella magia, nell’amore, nella giustizia, nell’amicizia e nella famiglia tradizionale e soprattutto elettiva.
Noi che siamo diventate donne attive contro il sessismo nonostante gli ammiccamenti di Margot e le docce di Sheila.
Noi che non siamo rimasti traumatizzati, insomma… non troppo, dalle sventure a catena di poveri orfani, dalle morti strazianti o dalle lotte all’ultimo sangue. Sangue versato, ovviamente.
Noi che se sentiamo due note di una sigla cantiamo a squarciagola in auto.
Noi che ricordiamo il timbro di voce di Cristina D’Avena meglio di quello delle maestre.
Noi che eravamo bambini e ragazzi allora e che oggi apprezziamo un bel cortometraggio per bambini, politicamente corretto, ma i cartoni, beh quelli erano un’altra cosa.
Noi che questo libro non possiamo non averlo.
Link d’acquisto
https://www.beccogiallo.it/negozio/i-miei-primi-dizionari/i-cartoni-animati-80s-90s-raccontati-da-non-e-successo-niente/
Sinossi
Un tuffo nel mondo dei cartoni degli anni ‘80 e ’90 firmato da Nicolò Targhetta, autore del blog Non è successo niente.
Un dizionario semiserio della nostra infanzia: 50 schede scritte con talento e ironia, illustrate da Ernesto Anderle.
I cartoni c’erano.
Giornate belle e giornate brutte, infanzie luminose e oscure, tempi difficili e tempi felici. Loro c’erano.
Con fuori la pioggia, la guerra, la merda, con fuori il futuro che affilava i denti e i tuoi che divorziavano nella stanza accanto, loro c’erano.
Erano lì, ogni giorno, puntuali. Per te. Erano lì per raccontarti storie, mondi, per tirarti fuori una mezz’ora da tutto quel casino che era crescere. C’erano. C’erano sempre.
A insegnarti che il bene trionfa e il male perde. Che il cattivo di solito è pieno di soldi e l’eroe fa una vita proprio come la tua.
E non lo va a dire in giro che salva il mondo, si mette una maschera e lo fa.
Che l’unico modo per diventare più forti è allenarsi, che i cattivi li riconosci subito, che dell’adulto non ci si può fidare e che a ogni ragazzino e a ogni ragazzina, prima o poi, spetta la sua dose di poteri magici. Dolcissime balle. E ci avrebbe poi pensato la vita a rimettere in riga i nostri sogni.
Ma in quel momento erano lì. C’erano Goldrake e Candy Candy, Goku e Sailor Moon.
Erano tutti lì, ad aspettarci dopo mattine eterne di lezioni grigie, cartelle pesanti, e compiti a casa. Erano il nostro mondo, solo nostro.
Certo, ogni tanto stavano lì a venderci paccottiglia oppure a sfidare la nostra pazienza o la nostra sospensione dell’incredulità, ma c’erano.