Dare la vita
di Michela Murgia
Voce alle Donne
Recensione di Emma Fenu
Dare la vita è l’ultimo romanzo della precocemente scomparsa Michela Murgia, edito da Rizzoli nel 2024.
Michela Murgia ci invita a “fare casino”, ossia a riflettere sulle grandi tematiche che affronta con coraggio e a dire la nostra, perché non possiamo e non dobbiamo sentirci indifferenti.
Si parla di maternità nelle varie accezioni, definita dall’autrice queer, ossia fuori dai modelli tradizionali di relazione familiare.
Una madre queer non è biologica ma nemmeno adottiva, spesso si affianca alla prima e stabilisce un legame elettivo, per scelta e non per sangue, con il figlio d’anima.
La madre per elezione è colei che c’è sempre, che stabilisce un rapporto profondo e autentico, che sostiene economicamente sogni e decisioni che la famiglia biologica non può e non vuole supportare.
Il discorso è ampio e non si può semplificare nello spazio di una recensione, perché investe molti altri argomenti: dalla fedeltà nella coppia, alla definizione della sessualità, all’aborto, alla gestazione per altri, alla coincidenza, non esatta, fra gravidanza e maternità.
Non vi offrirò una sintesi di un testo acuto e irriverente che merita e che è interessante come lo stato delle donne gravide, espressione che in sé contiene un elemento sessista, ossia la donna che desta attenzione solo in quanto grembo; ed è un ossimoro, dato che stato e società non sono di aiuto alcuno a quante si trovano a barcamenarsi fra figli e lavoro.
E, se non mi propongo di offrirvi una sintesi delle posizioni di Michela Murgia sui temi citati, su cui si è esposta più volte e per cui vale la pena leggere Dare la vita, non posso essere mansueta e non fare casino, seguendo le volontà dell’autrice.
Come donna ho dovuto confrontarmi con il desiderio di maternità biologica e, dato l’insuccesso, poi con la fecondazione assistita omologa e eterologa. E l’insuccesso, se si fa riferimento alla mia maternità data dalla gravidanza, è restato, perché non ho figli partoriti.
Mi sono anche interrogata sull’adozione, che ritenevo fosse la mia strada, ma per motivi non dipendenti da me non ho potuto percorrere; e sulla gravidanza per altri che, per il mio sentire, non mi lascia pacificata; quindi non ho mai nemmeno indagato sulla questione legislativa e umana nei paesi in cui è legale.
Non sono una madre queer, eppure ho una sorella e una nipote per elezione.
Sono semplicemente fertile e materna, creatrice di relazioni d’anima, di amicizie, di libri, di progetti, di sogni. Non sono tutti figli uguali, e io non coltivo lo stesso rapporto di accoglienza con un libro, un gatto o un bambino: mi limito ad amare come posso e sento, se da madre o meno non è così rilevante per l’altro, lo è per me.
Quanto alla volontà di amare e essere amata per sempre in una relazione… chi mi conosce sa che sono monogama all’estremo!
Se queste idee le ho velocemente scritte, fra la commozione, la razionalità e l’ironia, in un contesto non prettamente personale, lo devo a un libro che ti scuote di domande e ti fa cercare risposte con le poche certezze e incertezze che la vita insegna a ciascuno.
Link d’acquisto
https://www.ibs.it/dare-vita-libro-michela-murgia/e/9788817147798
Sinossi
Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte?
Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue?
La risposta è sì.
La queerness familiare è ormai una realtà, e affrontarla una necessità politica, come lo è quella di un dialogo lucido e aperto sulla gestazione per altrə, un tema che mette in crisi la presunta radice dell’essere donne.
Interrogarci, discutere intorno a questa radice significa sfidare il concetto di normalità e naturalità a cui siamo abituati.
Michela Murgia lo ha fatto per anni, nei suoi libri e sui social, e nelle ultime settimane di vita ha raccolto i suoi pensieri per donarci questo pamphlet densissimo e prezioso, in cui ci racconta – partendo dall’esperienza personale – un altro modello di maternità, come si possa dare la vita senza generare biologicamente, come i legami d’anima possano sommarsi ai legami di sangue.