Bulky di Raffaella Simoncini
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recensione di Gianna Ferro
Bulky è un romanzo di Raffaella Simoncini edito da Neo. Edizioni nel 2022.
Di cosa tratta Bulky?
Luce, giovane avvocato, forse non per scelta, lavora nell’avviatissimo studio del padre, ha una madre molto convenzionale e un fidanzato, Matteo, che nel giorno del suo compleanno le chiederà di sposarla. Sembra una storia semplice, qualunque, senza intoppi, e invece non lo è.
“Vedi cara, la situazione è un po’ complessa, Abbiamo questa palla qui, che non dovrebbe esserci. Dobbiamo capire meglio. Ecco come procederemo.[…] Dopodiché, una volta definite tipologia e stadiazione, daremo inizio alle cure[…]. “
Questo è quello che nessuno si aspetta e mai si augura di sentirsi dire.
Bulky, ingombrante, corpo estraneo, un termine usato in ambito oncologico per definire una massa tumorale. La malattia, le procedure, i protocolli, le cure: in un attimo, mentre il corpo crolla in un vuoto abissale, la mente di Luce cerca di dare forma a quelle parole. Consensi, autorizzazioni, tutto nero su bianco al quale apporre una firma, la sua, e così si diventa i principali complici e responsabili del proprio destino.
Il percorso è lungo, doloroso ed estenuante, ma ancor di più se si ha come compagna di stanza d’ospedale una donna fastidiosa e invadente: una ex cuoca, la provocazione in persona, nonostante anch’ella lotti con un mieloma che la divora giorno dopo giorno.
La rabbia è il sentimento che si scatena dopo una diagnosi che non lascia spazio al futuro, diventa un’arma di difesa contro un destino ingiusto.
“[…]Coraggio, forza, speranza: non c’è più posto nel mio intestino, nelle mie ossa. Il mio corpo è saturo. Resta solo un filo rosso a tenerne insieme i pezzi. La rabbia, lucida e controllata, è tutto ciò che mi è rimasto di umano. Non sarà questa donna a portarmela via.[…]”
Sul corpo di Luce iniziano a vedersi i primi segni della reazione ai medicinali: la chemio inizia a fare effetto. Magra e gonfia allo stesso tempo, la sensazione di metallo ogni volta che assapora qualcosa, il pallore in viso, una parrucca o un foulard a coprirle la testa.
“[…]Più che abitudine, ho imparato a estraniarmi. In certi momenti è come se quel corpo non fosse il mio, come se mi trovassi a fluttuare al di sopra del letto, in attesa che ogni cosa finisca, per poi tornare a riabitare la mia pelle.[…]”
La convivenza con la compagna di stanza non è idilliaca, fino a quando Luce, dopo l’ennesima discussione, sbotta e ottiene una stanza solo per sé. Ma sarà questa breve distanza a farla ricredere e ad avvicinarsi alla donna in modo diverso.
Le loro vite si scontrano, si incontrano e si intersecano. Forse hanno in comune più cose di quelle che lei stessa avesse mai immaginato, non solo la malattia.
La sfacciata verità che ogni volta la cuoca le scarica addosso da a Luce consapevolezza di una vita che non sente più sua, quel ruolo che stava tanto bene agli altri, ma non a lei, ora non le appartiene. La sua mente è ormai lontana dal lavoro, dai preparativi matrimoniali, dai suoi affetti più vicini, adesso è concentrata solo su se stessa e sulla sua condizione.
Cosa riserverà l’incerto futuro alle due donne? Cambierà la vita di Luce?
Perchè leggere Bulky?
Il romanzo nasce dall’esperienza personale della scrittrice. Non è semplice parlare del proprio percorso di malattia, di una diagnosi che ti stravolge la vita.
Raffaella Simoncini racconta con accurata delicatezza i giorni peggiori trascorsi attaccata per ore a una pompa per la somministrazione dei medicinali chemioterapici e le drammatiche conseguenze del loro effetto. Dolore del corpo e dell’anima che solo chi lo attraversa può comprendere, ma la scrittrice conduce per mano anche chi fortunatamente questo percorso non lo ha vissuto.
Il suo racconto struggente, ma al tempo stesso con lampi di ironia e di leggerezza, ci accompagna lentamente in un mondo, che è quello dei malati oncologici, che non è solo di sofferenza e di resilienza, ma è un cammino introspettivo che si trasforma in forza, coraggio e cambiamento. La paura è tanta, non ti abbandona, ma la voglia di guardare la vita con occhi diversi e darle un senso è più forte del dolore.
“[…]Se nulla cambia, si può parlare ugualmente di scorrere del tempo? Il tempo non ha voce, non più. […]Potrei rimanere così, senza reagire, tornare a essere il fantasma di me stessa. Ma il mio corpo mi chiama e mi ricorda che il tempo non si ferma, cambia solo direzione.[…]”
Il cancro ti modifica fuori, ma ti cambia soprattutto dentro.
Link di acquisto:
https://www.neoedizioni.it/neo/prodotto/bulky/
Sinossi
L’autrice parte dalla propria esperienza personale per un romanzo che racconta la malattia e l’amicizia tra due donne accomunate da una stanza d’ospedale e dalla presa di coscienza di voler cambiare la propria vita. Luce è in ospedale.
Nella cartella clinica ha trovato un termine inglese: “bulky“. Ecco il nome della sua malattia, di quel tumore raro che bisogna asportare. Un nome che arriva ad abbracciare anche la freddezza e l’asetticità dell’anamnesi, delle terapie, della convalescenza.
Come compagna di stanza ha una donna anziana, insopportabile. Un’ex cuoca arrabbiata con il mondo, di quella rabbia che ferisce perché dice la verità. Per Luce il tempo sembra fermarsi, il senso di inadeguatezza cresce, i giorni incespicano in una grammatica nuova, che le due donne dovranno imparare per scoprire di avere in comune qualcos’altro oltre la malattia: un conto in sospeso con le proprie vite.